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lottie1803's review against another edition
challenging
dark
emotional
informative
reflective
sad
medium-paced
5.0
khrenek's review against another edition
5.0
Il libro, uscito originariamente nel 1972 a firma Heinz Heger, pseudonimo sotto cui si celano inomi di Josef Kohout, la cui storia e narrata, e di Hans Neumann, che ha raccolto e fisicamente scritto la storia, riprrcorre la prigionia prima in carcere e poi in campo di concentramento per crimine di omosessualità. Il libro è sotto pseudonimo per tutelare la vita di Kohout, in quanto alla sua uscita in Germania l'omosessualità era ancora reato penale (il paragrafo 175 fu definitivamente abrovato nella DDR nel 1989 e nella Germania riunita nel 1994).
Il libro ripercorre con precisione l'internamento in campo di concentramento descrivendo la condiziine aberrante e disumana dei prigionieri omosessuali attraverso una narrazione che non lesina sia sul linguaggio colorito sia sulle vere e proprie torture perpetrate dalle SS all'interno dei campi (gli omosessuali, i triangoli rosa, erano trattati addirittura peggio degli ebrei, e come questi erano destinati alla "soluzione finale").
Il fatto che la legge tedesca non fosse mutata se non dopo 40 e più anni ha fatto si che i pochi omosessuali scampati ai campi (si calcola che i morti tra gli omosessuali nei lager ammontino almeno a 30.000 persone, ma la cifra è sicuramente sottostimata) non abbiano poi visto riconosciuto il diritto a un indennizzo in quanto erano considerati come criminali comuni, e questo semplicemente per il fatto di avere un diverso orientamento sessuale.
Nella sua crudezza il libro non indulge in sensazionalismi inutili ma esprime chiaramente quella che era la vita di un deportato gay nei lager nazisti, condizione ancora oggi sottovalutata, quando addirittura non negata, da molte pwrsone e anche da una certa categoria di storici revisionisti.
Questo quindi è un libro fondamentale per ridare voce a chi, come alre "categorie" di persone ha subito un ingiusto ostracismo e negazione, perché se è assolutamente vero che gli ebrei sono stati massacrati dal regime hitleriano, e anche vero che non sono stati gli unici , come troppo spesso si è fatto credere.
Un libro che dovrebbe essere fatto leggere da tutti, anche nelle scuole, per riportare finalmente un'immagine completa della persecuzione nazista, che oltre all’olocausto - o shoah ebraica - aggiunge questo dei gay che è stato definito "omocausto".
Il libro ripercorre con precisione l'internamento in campo di concentramento descrivendo la condiziine aberrante e disumana dei prigionieri omosessuali attraverso una narrazione che non lesina sia sul linguaggio colorito sia sulle vere e proprie torture perpetrate dalle SS all'interno dei campi (gli omosessuali, i triangoli rosa, erano trattati addirittura peggio degli ebrei, e come questi erano destinati alla "soluzione finale").
Il fatto che la legge tedesca non fosse mutata se non dopo 40 e più anni ha fatto si che i pochi omosessuali scampati ai campi (si calcola che i morti tra gli omosessuali nei lager ammontino almeno a 30.000 persone, ma la cifra è sicuramente sottostimata) non abbiano poi visto riconosciuto il diritto a un indennizzo in quanto erano considerati come criminali comuni, e questo semplicemente per il fatto di avere un diverso orientamento sessuale.
Nella sua crudezza il libro non indulge in sensazionalismi inutili ma esprime chiaramente quella che era la vita di un deportato gay nei lager nazisti, condizione ancora oggi sottovalutata, quando addirittura non negata, da molte pwrsone e anche da una certa categoria di storici revisionisti.
Questo quindi è un libro fondamentale per ridare voce a chi, come alre "categorie" di persone ha subito un ingiusto ostracismo e negazione, perché se è assolutamente vero che gli ebrei sono stati massacrati dal regime hitleriano, e anche vero che non sono stati gli unici , come troppo spesso si è fatto credere.
Un libro che dovrebbe essere fatto leggere da tutti, anche nelle scuole, per riportare finalmente un'immagine completa della persecuzione nazista, che oltre all’olocausto - o shoah ebraica - aggiunge questo dei gay che è stato definito "omocausto".
careinthelibrary's review against another edition
challenging
informative
sad
slow-paced
Graphic: Death, Genocide, Hate crime, Homophobia, Violence, Antisemitism, and Murder
Moderate: Physical abuse, Sexual assault, Sexual violence, Torture, Toxic relationship, Outing, and Injury/Injury detail
kelbs42's review against another edition
challenging
dark
emotional
informative
sad
tense
fast-paced
3.0
jessicajessica101's review against another edition
5.0
Quel "magnifique" ouvrage, montrant une réalité dur à imaginer, à concevoir, mais selon moi, indispensable à lire, pour un devoir de souvenirs.
Dans ce livre Heinz Heger nous livre sa vie dans les camps, sans cacher quoi que ce soit, mais sans tout dévoiler non plus, il parle de tout, ce comment il a survécu, de comment les SS, les nazis étaient, de comment les Triangles roses étaient traités par ces "hommes".
Il parle également d'autres réalités, comme les bordels, il évoque plusieurs fois l'absurdité des Nazis, qui condamnaient l'homosexualité alors qu'ils la pratiquaient également.
Ce qui m'a surtout marqué dans cet ouvrage, c'est le début, avec le recul, je me dis que, lorsque Heinz parle de sa première prison, il ne parle pas avec haine des nazis qui l'avaient surveillé. Malgré tout ce qu'on lui avait fait, il ne gardait pas une haine tenace contre tout un peuple, et je trouve que ça devrait en faire réfléchir plus d'un.
Dans ce livre Heinz Heger nous livre sa vie dans les camps, sans cacher quoi que ce soit, mais sans tout dévoiler non plus, il parle de tout, ce comment il a survécu, de comment les SS, les nazis étaient, de comment les Triangles roses étaient traités par ces "hommes".
Il parle également d'autres réalités, comme les bordels, il évoque plusieurs fois l'absurdité des Nazis, qui condamnaient l'homosexualité alors qu'ils la pratiquaient également.
Ce qui m'a surtout marqué dans cet ouvrage, c'est le début, avec le recul, je me dis que, lorsque Heinz parle de sa première prison, il ne parle pas avec haine des nazis qui l'avaient surveillé. Malgré tout ce qu'on lui avait fait, il ne gardait pas une haine tenace contre tout un peuple, et je trouve que ça devrait en faire réfléchir plus d'un.