_ciaran's review

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hopeful informative sad medium-paced

4.0

dajna's review against another edition

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3.0

La statistica ci frega dai tempi di Trilussa, ora con più raffinatezza. Siamo nell'era dei dati e noi comuni mortabili abbiamo solo un'idea vaga di quante informazioni personali condividiamo con enti che le rielaborano, con l'obiettivo finale - molto banale - di ottenere più soldi da noi.
C'è una ricerca dell'efficienza che si basa ossessivamente sui numeri, ignorando che le persone hanno... beh, un lato umano. Che è difficile quantificare, ma che contribuisce alle loro scelte e comportamenti.

L'autrice, americana, tocca argomenti prettamente americani (le assicurazioni, i punteggi per l'ammissione al college...) che tuttavia stanno tentando di espatriare in Europa. Ringraziate l'Unione Europea, che protegge la nostra privacy e la nostra dignità assai meglio del governo statunitense. Altri capitoli invece sono universali, da Facebook a Google, dalla propaganda politica alla pubblicità personalizzata.

Ne suggereisco la lettura a tutti, dopotutto siamo qui a commentare su un social network, solo apparentemente gratuito.

«Sai ched'è la statistica? È 'na cosa
che serve pe fa' un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che spósa.

Ma pe' me la statistica curiosa
è dove c'entra la percentuale,
pe' via che lì la media è sempre eguale
puro co' la persona bisognosa.

Me spiego: da li conti che se fanno
seconno le statistiche d'adesso
risurta che te tocca un pollo all'anno:

e se nun entra nelle spese tue
t'entra ne la statistica lo stesso
perché c'è un antro che ne magna due.»

(Trilussa, La Statistica)
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