leonors's review against another edition

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reflective slow-paced
  • Strong character development? No
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

2.5

Commetterò un sacrilegio e mi permetterò di criticare un classico.
Questo libro avrebbe potuto avere la lunghezza di un’email senza perdere neanche un briciolo di contenuto. La morale della storia viene esplicitata letteralmente nella prima pagina, per poi venire ripetuta allo sfinimento almeno un paio di volte per ciascun (breve!) capitolo. I personaggi sono quasi solo dei nomi, delle figure cartonate, e i trent’anni in cui si svolge il libro vengono narrati per lo più nella forma “è passato tot tempo e non è successo niente”. Non so quante decine di volte siano citati i muraglioni, le polveriere e le casematte, solo per dire che sono illuminati dal sole, coperti di neve o bagnati dalla pioggia.
Spoiler L’unico avvenimento che avviene veramente, la morte del tenente Angustina, è “telefonato” da un sogno premonitore svariate pagine prima. E non mi esprimo sul fatto in sé e su come viene romanticizzata questa morte stupidissima.

Insomma, il risultato è noiosissimo. Ma questo è il meno. L’autore spinge all’infinito su quest’idea nostalgica del tempo che passa e della gioventù perduta e delle speranze illusorie, ma non ci permette di vivere queste speranze né quel senso di inquietudine per il tempo che scivola via. Non c’è alcuna possibilità di empatizzare con i personaggi, la voce narrante è onnipresente, non lascia loro spazio, e si erge sempre a giudice. 

In sostanza: bella idea, realizzazione che non fa per me.

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