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marielee207's review against another edition
I wrote a whole article on why this book seems too good to be true... because it's not true! Some of the stuff is even plagiarized from other work (by white people) that is also inaccurate. Publishing tries to give people what they want (even thru stereotypes) not necessarily what's real. Think of all the Oprah "too good" memoirs that turned out to be completely FAKE. Unfortunately there's a lot.
I greatly ADMIRE people who want to learn about other cultures and be warned that you may be consuming false stereotypes.
For anyone who wants to know why this book suddenly was withdrawn a few weeks after publication = also why perpetuates HARMFUL INACCURATE stereotypes about Korea:
https://lareviewofbooks.org/article/american-dirt-korean-angelas-ashes/
I greatly ADMIRE people who want to learn about other cultures and be warned that you may be consuming false stereotypes.
For anyone who wants to know why this book suddenly was withdrawn a few weeks after publication = also why perpetuates HARMFUL INACCURATE stereotypes about Korea:
https://lareviewofbooks.org/article/american-dirt-korean-angelas-ashes/
barrettcmyk's review against another edition
5.0
I’m not even sure how to sum this up without sounding trite — Ten Thousand Sorrows is the story of a woman who, at age 5, witnesses her mother’s honor killing. The crime? Having sex out of wedlock and giving birth to a mixed race child.
That’s just the first 5 pages.
The rest of the story is an autobiographical account of what happens next. It’s hard to fathom the life Kim has led, much less the ability to write about it. Kim (who obviously becomes a writer) puts it into a narrative that’s straight forward and stark. The only real exception, to me, is when Kim talks about her mother, and her life in Korea before. Her descriptions there are vibrant, warm, colorful, rich.
A heartbreaking read, to be sure, but an engaging overlay of so many topics: the relationship between mother and child, adoption, the social fallout of war, cross-cultural relationships, race, violence against women, healing, and memory.
I’m sure that review does it no justice. Just go read the book.
That’s just the first 5 pages.
The rest of the story is an autobiographical account of what happens next. It’s hard to fathom the life Kim has led, much less the ability to write about it. Kim (who obviously becomes a writer) puts it into a narrative that’s straight forward and stark. The only real exception, to me, is when Kim talks about her mother, and her life in Korea before. Her descriptions there are vibrant, warm, colorful, rich.
A heartbreaking read, to be sure, but an engaging overlay of so many topics: the relationship between mother and child, adoption, the social fallout of war, cross-cultural relationships, race, violence against women, healing, and memory.
I’m sure that review does it no justice. Just go read the book.
neasaos's review against another edition
4.0
This is a great book. Extremely heartbreaking but well worth the read.
hotkoolaidpotato's review against another edition
dark
emotional
hopeful
informative
inspiring
reflective
sad
fast-paced
5.0
Graphic: Domestic abuse, Emotional abuse, Mental illness, Physical abuse, Racism, Suicidal thoughts, Death of parent, and Murder
Moderate: Child abuse, Self harm, and Grief
Minor: Rape
slammy90's review against another edition
3.0
La "colpa" di Elizabeth è quella di essere una figlia illeggitma nella Corea degli anni '50.
La colpa effettiva dei parenti è quella di essere dei mostri.
La colpa dei genitori adottivi invece, è quella di essere stati ottusi e ciechi, incapaci (e non disposti) a comprendere una bambina traumatizzata sradicata a forza dal suo paese, dai suoi affetti e dal suo mondo.
Non so sinceramente chi volevo picchiare per prima e più duramente, giuro.. E' stata una bella lotta!
Elizabeth (nome che gli viene dato dai genitori adottivi in America) è figlia di una donna coreana e di un soldato americano che, fatto il danno e ingravidato la povera Omma, pensa bene di lavarsene le mani. Tornata al suo villaggio con la bambina, Omma subisce l'onta del disprezzo e della vergogna fino a che suo padre e suo fratello non commettono un "delitto d'onore" e la impiccano (con la povera creatura che guarda. No words). Alla bambina danno fuoco alle parti intime ma la graziano, portandola in orfanotrofio. Qui vive per qualche mese rinchiusa in un lettino minuscolo fino a che viene adottata da due americani.
Le cose sembrerebbero andare per il meglio, se non fosse che i due poveri cretini sono cristiani FONDAMENTALISTI, bigotti e accecati dalla fede e le faranno passare anni d'inferno.
Per capire di che personaggi parliamo, vi lascio alcuni spezzoni:
"Tutto il mio gridare e agitarmi perché Gesù non aveva scelto di salvare la vita di Omma equivaleva a commettere peccato, mi ripetevano. Se Omma era all'inferno era a causa della sua natura malvagia e io non potevo fare altro che accettare la volontà divina."
Al grande registratore a bobine dei miei genitori sono affidati molti momenti della mia infanzia. E molti di essi raccontano le punizioni che ho subìto. La storia era sempre la stessa: di solito il dramma nasceva dalla mia paura per qualcosa, paura che veniva prima sviscerata con ragionamenti e le discussioni; poi si passava alle lacrime e tutto si chiudeva con la punizione e il mio pentimento.
Il registratore era sempre pronto. Quando succedeva qualcosa papà si alzava e lo metteva in funzione. Andava avanti e indietro e mi parlava. Spesso papà mi schiaffeggiava. Ascoltando i nastri, tempo dopo, quei ceffoni si udivano distintamente, insieme ai miei singhiozzi. In sottofondo si sentiva mamma dire qualcosa come: "Non sei pentita di aver fatto la bambina cattiva? Non vuoi chiedere a Gesù di perdonarti?".
Mi facevano sempre risentire quei nastri: sedevamo nel soggiorno e li ascoltavamo. I miei genitori li adoravano. Ben presto quello divenne il divertimento principale della famiglia. Dopo cena mamma diceva: "Su, ascoltiamo uno di quei bei nastri di Elizabeth".
I miei genitori aggiunsero che, poiché la mia ossessione per i vestiti (Ovvero vestirsi come i suoi amici della sua età) era blasfema, meritavo una lezione di umiltà. "Tuo padre e io abbiamo pregato perché non desiderassi più cose superflue. Da ora in poi indosserai un abito a settimana. Puoi variare ogni sette giorni gli abiti, ma metterai sempre lo stesso dal lunedì al venerdì."
Prima che me ne potessi rendere conto, divenni la sguattera e la cuoca di famiglia. Le faccende di tutti i giorni - dal pulire i bagni a cucinare i pasti - erano mia incombenza.
Mentre leggevo ero SCANDALIZZATA. Ogni volta che si presentava un certo episodio ero lì a ripetermi "mantieni la calma Serena".. Ma si può? Non ho ben capito se i genitori dentro fossero cattivi, crudeli e con un sistema di pietà inesistente o fossero davvero convinti di agire per il meglio. I fanatici (di qualunque razza, religione, colore, pianeta e via discorrendo) mi mettono addosso sempre una gran rabbia, non sono riuscita a perdonarli nemmeno quando - in seguito - l'autrice ci parla del pentimento del padre per l'infanzia che le ha fatto passare e di come la madre le dica (sempre in seguito) di volerle bene e di essere fiera di lei.
Perché oltre a tutto, Elizabeth viene UMILIATA da quelle stesse persone che avrebbero dovuto darle tutto l'appoggio e l'incoraggiamento di questo mondo: in parte per i vestiti da pezzente che le fanno indossare, in parte per i continui commenti su quanto lei non sia americana, di come il suo aspetto non l'abbia aiutata e di come sua madre sia morta perché infedele (in quanto buddista). Insomma, passatemi il francesismo.. Due grandi pezzi di merda, ecco!!
Nonostante il pathos non sia alle stelle, numerose ripetizioni e il noto ordine temporale alla "Come vié vié" (avanti, indietro, indietro, avanti col turbo, indietro, avanti.. Da farsi venire il mal di mare XD), la prima metà del libro mi è molto piaciuta. Poi però c'è stata la disfatta totale nella seconda parte, quella della sua età adulta.
In una cosa come 3 pagine, alla povera Elizabeth succede il mondo. Pensate ad una cosa.. Bene le succede. Non c'è il minimo di trasporto né di coinvolgimento emotivo: sembrava quasi che l'autrice ci stesse raccontando la sua lista della spesa: ero povera, il matrimonio è andato male, mi hanno stuprata, ho avuto pensieri suicidi, IMPORTANTE: Cartigenica, è finita!
Notate la differenza in queste righe? Esattamente, non c'è. La piattezza infinita!!
Non so se si fosse scocciata a scrivere, se non fosse capace (qualche dubbio sulle sue doti da scrittrice mi è venuto.. E sì che dice che fa la giornalista.. mmmm..) o se il libro doveva essere breve. Vallo a capire.. Fatto sta che a volte è riuscita quasi ad innervosirmi XD Niente empatia per lei, solo uno sbuffo di irrequietezza.. E mi dispiace pure, mi sono sentita insensibile e senza cuore, ma lei non ha certo aiutato la causa.
Se le storie vere vi piacciono, io lo consiglio: la prima parte è meritevole e istruttiva, vi farà arrabbiare da matti e vorrete dare fuoco a qualcosa.. La seconda è un po' meh, come dicevo più su.. Ma non abbastanza da rovinare totalmente il romanzo, ecco! :D
La colpa effettiva dei parenti è quella di essere dei mostri.
La colpa dei genitori adottivi invece, è quella di essere stati ottusi e ciechi, incapaci (e non disposti) a comprendere una bambina traumatizzata sradicata a forza dal suo paese, dai suoi affetti e dal suo mondo.
Non so sinceramente chi volevo picchiare per prima e più duramente, giuro.. E' stata una bella lotta!
Elizabeth (nome che gli viene dato dai genitori adottivi in America) è figlia di una donna coreana e di un soldato americano che, fatto il danno e ingravidato la povera Omma, pensa bene di lavarsene le mani. Tornata al suo villaggio con la bambina, Omma subisce l'onta del disprezzo e della vergogna fino a che suo padre e suo fratello non commettono un "delitto d'onore" e la impiccano (con la povera creatura che guarda. No words). Alla bambina danno fuoco alle parti intime ma la graziano, portandola in orfanotrofio. Qui vive per qualche mese rinchiusa in un lettino minuscolo fino a che viene adottata da due americani.
Le cose sembrerebbero andare per il meglio, se non fosse che i due poveri cretini sono cristiani FONDAMENTALISTI, bigotti e accecati dalla fede e le faranno passare anni d'inferno.
Per capire di che personaggi parliamo, vi lascio alcuni spezzoni:
"Tutto il mio gridare e agitarmi perché Gesù non aveva scelto di salvare la vita di Omma equivaleva a commettere peccato, mi ripetevano. Se Omma era all'inferno era a causa della sua natura malvagia e io non potevo fare altro che accettare la volontà divina."
Al grande registratore a bobine dei miei genitori sono affidati molti momenti della mia infanzia. E molti di essi raccontano le punizioni che ho subìto. La storia era sempre la stessa: di solito il dramma nasceva dalla mia paura per qualcosa, paura che veniva prima sviscerata con ragionamenti e le discussioni; poi si passava alle lacrime e tutto si chiudeva con la punizione e il mio pentimento.
Il registratore era sempre pronto. Quando succedeva qualcosa papà si alzava e lo metteva in funzione. Andava avanti e indietro e mi parlava. Spesso papà mi schiaffeggiava. Ascoltando i nastri, tempo dopo, quei ceffoni si udivano distintamente, insieme ai miei singhiozzi. In sottofondo si sentiva mamma dire qualcosa come: "Non sei pentita di aver fatto la bambina cattiva? Non vuoi chiedere a Gesù di perdonarti?".
Mi facevano sempre risentire quei nastri: sedevamo nel soggiorno e li ascoltavamo. I miei genitori li adoravano. Ben presto quello divenne il divertimento principale della famiglia. Dopo cena mamma diceva: "Su, ascoltiamo uno di quei bei nastri di Elizabeth".
I miei genitori aggiunsero che, poiché la mia ossessione per i vestiti (Ovvero vestirsi come i suoi amici della sua età) era blasfema, meritavo una lezione di umiltà. "Tuo padre e io abbiamo pregato perché non desiderassi più cose superflue. Da ora in poi indosserai un abito a settimana. Puoi variare ogni sette giorni gli abiti, ma metterai sempre lo stesso dal lunedì al venerdì."
Prima che me ne potessi rendere conto, divenni la sguattera e la cuoca di famiglia. Le faccende di tutti i giorni - dal pulire i bagni a cucinare i pasti - erano mia incombenza.
Mentre leggevo ero SCANDALIZZATA. Ogni volta che si presentava un certo episodio ero lì a ripetermi "mantieni la calma Serena".. Ma si può? Non ho ben capito se i genitori dentro fossero cattivi, crudeli e con un sistema di pietà inesistente o fossero davvero convinti di agire per il meglio. I fanatici (di qualunque razza, religione, colore, pianeta e via discorrendo) mi mettono addosso sempre una gran rabbia, non sono riuscita a perdonarli nemmeno quando - in seguito - l'autrice ci parla del pentimento del padre per l'infanzia che le ha fatto passare e di come la madre le dica (sempre in seguito) di volerle bene e di essere fiera di lei.
Perché oltre a tutto, Elizabeth viene UMILIATA da quelle stesse persone che avrebbero dovuto darle tutto l'appoggio e l'incoraggiamento di questo mondo: in parte per i vestiti da pezzente che le fanno indossare, in parte per i continui commenti su quanto lei non sia americana, di come il suo aspetto non l'abbia aiutata e di come sua madre sia morta perché infedele (in quanto buddista). Insomma, passatemi il francesismo.. Due grandi pezzi di merda, ecco!!
Nonostante il pathos non sia alle stelle, numerose ripetizioni e il noto ordine temporale alla "Come vié vié" (avanti, indietro, indietro, avanti col turbo, indietro, avanti.. Da farsi venire il mal di mare XD), la prima metà del libro mi è molto piaciuta. Poi però c'è stata la disfatta totale nella seconda parte, quella della sua età adulta.
In una cosa come 3 pagine, alla povera Elizabeth succede il mondo. Pensate ad una cosa.. Bene le succede. Non c'è il minimo di trasporto né di coinvolgimento emotivo: sembrava quasi che l'autrice ci stesse raccontando la sua lista della spesa: ero povera, il matrimonio è andato male, mi hanno stuprata, ho avuto pensieri suicidi, IMPORTANTE: Cartigenica, è finita!
Notate la differenza in queste righe? Esattamente, non c'è. La piattezza infinita!!
Non so se si fosse scocciata a scrivere, se non fosse capace (qualche dubbio sulle sue doti da scrittrice mi è venuto.. E sì che dice che fa la giornalista.. mmmm..) o se il libro doveva essere breve. Vallo a capire.. Fatto sta che a volte è riuscita quasi ad innervosirmi XD Niente empatia per lei, solo uno sbuffo di irrequietezza.. E mi dispiace pure, mi sono sentita insensibile e senza cuore, ma lei non ha certo aiutato la causa.
Se le storie vere vi piacciono, io lo consiglio: la prima parte è meritevole e istruttiva, vi farà arrabbiare da matti e vorrete dare fuoco a qualcosa.. La seconda è un po' meh, come dicevo più su.. Ma non abbastanza da rovinare totalmente il romanzo, ecco! :D
whatjasread's review against another edition
4.0
Never before have I felt so blessed to have this life. I'm blessed that I have parents who love me, and who would do anything for me. I'm blessed that I've been taught to love myself when others don't. I'm blessed because I'm safe in a world full of rape, abuse and honour killings. My heart broke countless times after remembering that this is a memoir and not a work of fiction. Elizabeth Kim experienced all of this, and here she tells her story. My heart goes out to her, a brave woman who finally found the courage to tell her story. And my heart goes out to all the women who have gone through similar experiences. I pray everyday that I don't fall prey to such a life.
4 stars.
4 stars.