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dark
sad
slow-paced
Plot or Character Driven:
Character
Strong character development:
No
Loveable characters:
Complicated
Diverse cast of characters:
No
Flaws of characters a main focus:
Yes
The language in this book is so flowery and drawn out, it could have easily been half the length without losing any of the meaning. It was a good story but spoiled by the over the top writing. Reading it seems to take so long and is so laborious, but I found once you get used to the rythm of it you can really rattel through the pages. I put some long hours in reading this book but I am glad now to be reading something else.
adventurous
challenging
dark
mysterious
tense
fast-paced
Plot or Character Driven:
Plot
Strong character development:
No
Loveable characters:
No
Diverse cast of characters:
Yes
Flaws of characters a main focus:
No
challenging
funny
mysterious
reflective
medium-paced
Plot or Character Driven:
A mix
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
Complicated
Diverse cast of characters:
No
Flaws of characters a main focus:
Complicated
dark
emotional
funny
fast-paced
Plot or Character Driven:
Plot
Strong character development:
No
Loveable characters:
Complicated
Flaws of characters a main focus:
Yes
dark
mysterious
tense
medium-paced
dark
mysterious
reflective
medium-paced
Plot or Character Driven:
Character
Strong character development:
Yes
Loveable characters:
No
Flaws of characters a main focus:
Yes
challenging
dark
mysterious
slow-paced
dark
mysterious
fast-paced
Plot or Character Driven:
Character
Strong character development:
No
Loveable characters:
No
Diverse cast of characters:
No
Flaws of characters a main focus:
Yes
Il signor Verloc è un marito onesto e commerciante sfuggente nella Londra di inizio Novencento. Quello che tanti ignorano è che nel suo piccolo negozio un po’ dimesso lui offre asilo a un gruppo di anarchici che si riuniscono di sera per sognare attentati e rivoluzione.
Quello che pochissimi sanno è che lui fa il doppiogioco. In realtà è un agente segreto di una potenza straniera.
Il signor Verloc viene convocato dall’ambasciatore di questa potenza straniera dell’Est Europa. Se vorrà continuare a ricevere lo stipendio dovrà fare di più e meglio. Cosa? Organizzare un attentato, ma non contro le istituzioni politiche, né quelle religiose perché un simile atto al di là del clamore iniziale, finisce per essere inghiottito dalla noia e dall’indifferenza. L’attentato dovrà avere come oggetto la scienza. Per questo l’obiettivo sarà il parco di Greenwich, dove ha sede l’Osservatorio Reale.
Il nostro protagonista, oltre alla moglie e alla suocera, vive con il giovane cognato, un ragazzo con dei problemi mentali del tutto incapace di badare a sé stesso e facilmente impressionabile. Questo giovane col tempo ha sviluppato una sorta di timore reverenziale e ammirazione per Verloc, e fa tutto per lui. Proprio tutto.
Anche portare la bomba all’Osservatorio Reale di Greenwich; ma inciampa in una radice, cade, innesca la spoletta racchiusa in un contenitore, e muore dilaniato.
Credo che “L’agente segreto” sia tante cose; ma soprattutto rappresenti bene a cosa conduca l’eccessiva fiducia che si pone negli altri.
Stevie, il giovane cognato, si adegua, fa quello che gli dicono, la sorella innanzitutto, e poi proprio il signor Verloc, che lo trascinerà alla rovina, pur non volendolo.
Ma forse il vero regista di tutta questa storia non è l’ambasciatore della potenza straniera, che avvia tutto. Né la polizia che si mette sulle tracce degli anarchici. E nemmeno gli anarchici, che Conrad dipinge come parolai che vivono in un mondo ideologico sognando o di farsi esplodere, per rimarcare la loro superiorità su ogni legge o ordine; o di rendere migliore il mondo scrivendo la propria autobiografia.
No: forse il burattinaio inconsapevole è la signora Verloc...
Quello che pochissimi sanno è che lui fa il doppiogioco. In realtà è un agente segreto di una potenza straniera.
Il signor Verloc viene convocato dall’ambasciatore di questa potenza straniera dell’Est Europa. Se vorrà continuare a ricevere lo stipendio dovrà fare di più e meglio. Cosa? Organizzare un attentato, ma non contro le istituzioni politiche, né quelle religiose perché un simile atto al di là del clamore iniziale, finisce per essere inghiottito dalla noia e dall’indifferenza. L’attentato dovrà avere come oggetto la scienza. Per questo l’obiettivo sarà il parco di Greenwich, dove ha sede l’Osservatorio Reale.
Il nostro protagonista, oltre alla moglie e alla suocera, vive con il giovane cognato, un ragazzo con dei problemi mentali del tutto incapace di badare a sé stesso e facilmente impressionabile. Questo giovane col tempo ha sviluppato una sorta di timore reverenziale e ammirazione per Verloc, e fa tutto per lui. Proprio tutto.
Anche portare la bomba all’Osservatorio Reale di Greenwich; ma inciampa in una radice, cade, innesca la spoletta racchiusa in un contenitore, e muore dilaniato.
Credo che “L’agente segreto” sia tante cose; ma soprattutto rappresenti bene a cosa conduca l’eccessiva fiducia che si pone negli altri.
Stevie, il giovane cognato, si adegua, fa quello che gli dicono, la sorella innanzitutto, e poi proprio il signor Verloc, che lo trascinerà alla rovina, pur non volendolo.
Ma forse il vero regista di tutta questa storia non è l’ambasciatore della potenza straniera, che avvia tutto. Né la polizia che si mette sulle tracce degli anarchici. E nemmeno gli anarchici, che Conrad dipinge come parolai che vivono in un mondo ideologico sognando o di farsi esplodere, per rimarcare la loro superiorità su ogni legge o ordine; o di rendere migliore il mondo scrivendo la propria autobiografia.
No: forse il burattinaio inconsapevole è la signora Verloc...