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tizianabooks's review against another edition
5.0
Saggio di 300 pagine, diviso in tre parti – figlie, mogli, madri – analizza millenni di idea del femminile e del femminile “mostruoso”.
E quando parlo di mostruoso intendo un concetto derivativo da quell’idea che gli uomini hanno o hanno avuto delle donne nel momento in cui hanno dovuto descriverle e hanno voluto ridurle in qualche archetipo sempre negativo.
Gli esempi si sprecano, tra i fatti di cronaca sparsi in varie età della razza umana, passando poi per le credenze legate a varie mitologie o pantheon, fino ad arrivare ai moderni mezzi di intrattenimento come i film più o meno di successo, in una continua commistione tra realtà e fantasia in cui questi due aspetti si influenzano vicendevolmente per andare a creare una figura femminile sempre sbagliata, sempre mostruosa in ogni sua accezione non appena è fuori dal controllo dell’uomo o comunque dai paradigmi che ha creato l’uomo e vedono l’uomo al centro.
E, a proposito di quest’ultima cosa e del togliere l’uomo dal centro dei nostri pensieri, l’autrice fa giustamente notare come le relazioni tra donne siano viste come parte del mostruoso anche (ma non solo) perché vedono l’esclusione dell’uomo e se lui non c’è non può esercitare controllo.
So che magari la saggistica non è il genere preferito di molti e di molte perché spesso fa di tutto per essere meno attraente possibile, ma se vi interessa l’argomento o anche solo vi incuriosisce, leggete il Mostruoso femminile perché non ha la forma tradizionale del saggio. Ci sono fonti, note a margine, quote virgolettate e tutto il resto, sì, ma lo stile di scrittura è carico di ironia sferzante oltre che di una sana dose di cinismo.
Un lato positivo di questo libro, per quanto mi riguarda, è l’inclusione delle donne trans all’interno della sfera femminile e femminista. Dovrebbe essere il minimo indispensabile, ma purtroppo non è sempre così – qui invece si sottolinea come, al fulcro, donne trans e donne cis siano vittime delle stesse narrative che le colpevolizzano, anche se in misure o sfumature differenti.
La matrice della discriminazione e delle violenze è essenzialmente la medesima: il controllo che il patriarcato vuole esercitare secondo i suoi paradigmi – se non si ricade in quel controllo, allora sarà creata ad arte una storia (o si attingerà al già vasto repertorio) per giustificare la violenza dell’uomo contro la donna, sia essa trans o cisgender, queer o etero.
Altra punta di diamante è l’intersezionalità: questo libro non rifugge da quelle pillole difficili da buttar giù che fanno notare come il colore della pelle o lo status sociale possano avvantaggiare le donne bianche benestanti o ricche rispetto alle donne di colore e meno abbienti, anzi. In un capitolo della terza parte riguardante la maternità, si parla apertamente e senza nascondersi di come le donne bianche ricche negli stati uniti possano esercitare un controllo patriarcale su donne meno abbienti e di colore.
Consigliatissimo!
E quando parlo di mostruoso intendo un concetto derivativo da quell’idea che gli uomini hanno o hanno avuto delle donne nel momento in cui hanno dovuto descriverle e hanno voluto ridurle in qualche archetipo sempre negativo.
Gli esempi si sprecano, tra i fatti di cronaca sparsi in varie età della razza umana, passando poi per le credenze legate a varie mitologie o pantheon, fino ad arrivare ai moderni mezzi di intrattenimento come i film più o meno di successo, in una continua commistione tra realtà e fantasia in cui questi due aspetti si influenzano vicendevolmente per andare a creare una figura femminile sempre sbagliata, sempre mostruosa in ogni sua accezione non appena è fuori dal controllo dell’uomo o comunque dai paradigmi che ha creato l’uomo e vedono l’uomo al centro.
E, a proposito di quest’ultima cosa e del togliere l’uomo dal centro dei nostri pensieri, l’autrice fa giustamente notare come le relazioni tra donne siano viste come parte del mostruoso anche (ma non solo) perché vedono l’esclusione dell’uomo e se lui non c’è non può esercitare controllo.
So che magari la saggistica non è il genere preferito di molti e di molte perché spesso fa di tutto per essere meno attraente possibile, ma se vi interessa l’argomento o anche solo vi incuriosisce, leggete il Mostruoso femminile perché non ha la forma tradizionale del saggio. Ci sono fonti, note a margine, quote virgolettate e tutto il resto, sì, ma lo stile di scrittura è carico di ironia sferzante oltre che di una sana dose di cinismo.
Un lato positivo di questo libro, per quanto mi riguarda, è l’inclusione delle donne trans all’interno della sfera femminile e femminista. Dovrebbe essere il minimo indispensabile, ma purtroppo non è sempre così – qui invece si sottolinea come, al fulcro, donne trans e donne cis siano vittime delle stesse narrative che le colpevolizzano, anche se in misure o sfumature differenti.
La matrice della discriminazione e delle violenze è essenzialmente la medesima: il controllo che il patriarcato vuole esercitare secondo i suoi paradigmi – se non si ricade in quel controllo, allora sarà creata ad arte una storia (o si attingerà al già vasto repertorio) per giustificare la violenza dell’uomo contro la donna, sia essa trans o cisgender, queer o etero.
Altra punta di diamante è l’intersezionalità: questo libro non rifugge da quelle pillole difficili da buttar giù che fanno notare come il colore della pelle o lo status sociale possano avvantaggiare le donne bianche benestanti o ricche rispetto alle donne di colore e meno abbienti, anzi. In un capitolo della terza parte riguardante la maternità, si parla apertamente e senza nascondersi di come le donne bianche ricche negli stati uniti possano esercitare un controllo patriarcale su donne meno abbienti e di colore.
Consigliatissimo!
ulvhud's review against another edition
3.0
Molto scorrevole, personalmente ho apprezzato le digressioni verso figure femminile mitologiche. Un po' meno alcune conclusioni affrettate proposte dall'autrice. Resta comunque un libro consigliato, capace di intrattenere ed incuriosire.
llohman3's review against another edition
reflective
fast-paced
2.0
Kind of a real fucking bummer. It falls into the category of feminist books that, by it's very nature and subject matter, have to tell you, and lay in full detail, the shitty things that men and those conforming to the patriarchy have done to women FOR CENTURIES. It then tries to round out the tone on a high note with a "here's what the future could be" conclusion.
toc's review against another edition
1.0
I really did not enjoy this book. Tho' "enjoy" is probably not what Ms. Doyle was after. And to paraphrase Dr. Frank-N-Furter "She didn't write it for me."
It starts out OK but quickly devolves into repetitive themes of mass murder, horror stories, and slasher flicks. She uses these to support her main thesis that "Men fear Female Creative Power". Meh. I'm a man and I don't. And my (non-expert) view of history doesn't support that thesis. Now, if you're going to take all of your examples from psychopaths and slasher flicks then perhaps you have something to say. But to me the real world doesn't work that way and this book is way off the mark.
It starts out OK but quickly devolves into repetitive themes of mass murder, horror stories, and slasher flicks. She uses these to support her main thesis that "Men fear Female Creative Power". Meh. I'm a man and I don't. And my (non-expert) view of history doesn't support that thesis. Now, if you're going to take all of your examples from psychopaths and slasher flicks then perhaps you have something to say. But to me the real world doesn't work that way and this book is way off the mark.