Reviews

Le Manuscrit inachevé by Franck Thilliez

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alx7p's review against another edition

4.0

Davvero un bel thriller. Un continuo di colpi di scena, capitolo dopo capitolo, mi hanno tenuto incollato alle pagine. Bello il finale, non ci ero arrivato!

vipersephone's review against another edition

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adventurous challenging dark emotional mysterious sad tense slow-paced

Plot- or character-driven? A mix
Loveable characters? It's complicated
Flaws of characters a main focus? Yes

4.0

libriny's review against another edition

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4.0

Ero convinta a dare 5 stelle fino agli ultimi due capitoli, il finale non mi ha soddisfatta per niente, credo che sia un 4 scarso, un vero peccato perché tutto il resto del romanzo ti tiene incollata
Come ormai potete aver capito:
il plot twist finale non mi ha colpito
i gemelli vengono utilizzati troppo spesso e onestamente non mi soddisfa ne entusiasma, non mi sembra sconvolgente ma solo comodo (quando non sai come uscirne)
A proposito di questo, perdono il finale scadente solo per via della prefazione: vista quest'ultima, il finale ci può anche star bene con la storia (senza ombra di dubbio il padre sapeva come sorprendere il lettore, diversamente da questa "Evelyn" che ha trovato la "soluzione", aggiungo banalotta, per concluderlo) date le premesse ma l'ho trovato così tante volte che mi lascia un pò a bocca asciutta...
in ogni caso bellissima scrittura, idea fantastica, di per se mi è piaciuto un botto (finale a parte), l'ho divorato in due giorni! sicuramente leggerò altro dell'autore augurandomi di non trovare piu gemelli da nessuna parte

thewayfarer's review against another edition

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4.0

Ottimo thriller, tra i migliori che abbia mai letto.
La prosa di Thilliez è fantastica, perché sa essere estremamente coinvolgente e anche molto scorrevole. Durante la lettura sembra di tagliare del burro con un coltello e i capitoli si leggono quasi da soli.

Venendo al racconto, l’autore riesce a creare un grande puzzle e a seminare piccoli indizi in ogni pagina.
Il romanzo è ricco di dettagli, depistaggi, eventi e il ritmo è sempre incalzante.
Dopo il primo centinaio di pagine un po’ più posate, la storia esplode in un continuo susseguirsi di domande e risposte, scene macabre e colpi di scena.

Certo, la struttura e le premesse rimangono sostanzialmente quelle del più classico dei thriller, a cui si aggiungono i temi della memoria, dell’ossessione e del doppio.
Ma la realizzazione è talmente ponderata e ben dosata, che credo che qualunque amante di gialli (e non) non possa che amare questo libro.

Una parola sul finale.
Nel contesto del racconto, gli ultimi due capitoli sono posticci, un tentativo di conclusione del figlio dell’autore del romanzo nel romanzo.
Ecco, non l’ho apprezzato particolarmente perché si limita a spiegare alla rinfusa e a conciliare tutti i punti rimasti aperti.

Nel sequel, “C’era due volte”, sono presenti le ultime pagine “originali” del Manoscritto scritte da Caleb Truskman (sempre nella finzione del racconto).
Questo finale è, secondo me, molto più interessante e coerente con il resto del romanzo, pur mantenendo la sostanziale soluzione dell’enigma.
E per quanto la soluzione sia un po’ troppo fantasiosa per i miei gusti, ho sicuramente apprezzato se sia arrivata inaspettata.

Insomma, un thriller imperdibile, che inevitabilmente impedisce ogni tentativo di moderare la lettura.
L’ho divorato in quattro giorni e solo perché il resto del tempo dovevo studiare.
Ora sotto con il prossimo.