Reviews tagging 'Vomit'

High-Rise by J.G. Ballard

4 reviews

thet0meraider's review against another edition

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challenging dark reflective tense medium-paced

4.0

Primo incontro con l'autore: un successo! Anche se con riserve basate sul gusto personale. E' difficile per me dare una valutazione in stelline a questo romanzo. La violenza la fa da padrone e molte scene mi hanno fatto un po' girare lo stomaco, le ho trovate un po' too much per i miei gusti. Inoltre, la brillante analisi quasi-scientifica della costruzione e della rottura della micro-società nel condominio è stata ristretta in meno di 200 pagine, fatto che forse ha inficiato sulla tridimensionalità dei personaggi.

Aprirei questa recensione riportando uno dei mantra di Ballard: "In una società completamente sana, l'unica libertà è la follia". Una frase capace di descrivere il libro in esame nella sua essenza.

In questa apologia degli spazi chiusi, Ballard condensa la sua peculiare visione del genere fantascientifico e distopico. L'autore dipana qui un'esplorazione delle comunità chiuse, tanto a livello mentale quanto fisico.

Fatto interessante: a rendergli caro questo tema è il fatto che, negli anni '40, Ballard è stato internato in un campo giapponese per prigionieri di guerra alla periferia di Shanghai. (fact ancora più fun: Ballard ha sempre detto di aver particolarmente apprezzato quell'esperienza)

In questo breve romanzo, il condominio non è lo sfondo o la semplice ambientazione in cui si sviluppano gli eventi; al contrario, come suggerito dall'importanza datagli dalla scelta del titolo, il condominio è il vero protagonista di questa strana storia di violenza. Il condominio, il suo splendore e il suo decadimento, l'effetto che il palazzo ha sulla psiche labile dei suoi abitanti: questi i punti focali del libro.

La violenza di cui Ballard imbeve romanzo e personaggi è un espediente necessario per "svegliare" gli abitanti di questa comunità chiusa dal torpore indotto dal capitalismo del consumo. Questo è quello che più mi ha spaventata di questa distopia: la vicinanza di questi concetti con la vita vera in cui viviamo al giorno d'oggi. Il capitalismo dei consumi c'è, il modo di vivere blando, senza fuoco né interesse per le questioni di interesse comune pure. In un mondo in cui siamo costretti (e desideriamo) curare apparenza e immagine personale in ogni istante, la regressione agli istinti primordiali (violenza, devianza sessuale) diventa una valvola di sfogo sin troppo allettante.

In breve: ne "Il Condominio" seguiamo l'involuzione dei 2000 inquilini di un funzionalissimo palazzo di 40 piani che, nel corso di soli tre mesi, passano da uno stato di perfetta civiltà al tribalismo, per poi decadere in una condizione di barbarie tipica (se non esagerata) dei cacciatori-raccoglitori. Gli abitanti, il cui declino ha inizio dopo che l'edificio registra le prime disfunzionalità, godono tanto del decadimento fisico del condominio quanto delle crescenti tensioni fra di loro. E non si tratta di una guerra di classe: i residenti, tutti professionisti della classe media, costruiscono la loro guerriglia atavica, primordiale, su base territoriale. E' una guerra di conquista degli spazi dell'edificio stesso, perpetrata nella protezione delle sue impenetrabili mura, che chiudono tutti dentro, ma, in modo ancor più rilevante, tagliano fuori il resto del mondo.

Nella visione di Ballard, spazi dati per scontati (come quelli degli appartamenti di un condominio di lusso) divengono metafore di quelle aree di noi stessi che tendiamo a ignorare o a disconoscere; i suoi personaggi, nel valutare gli spazi in cui si muovono, finiscono inevitabilmente per ri-valutare anche sé stessi, i propri valori e i propri sovversivi desideri. E non è tutto: in questo processo di inesorabile riscoperta di sé, i personaggi si fondono con lo spazio in cui sono immersi, ne abbracciano il disfacimento sino a farne una caratteristica propria. Nel romanzo, infatti, i benestanti inquilini delle prime pagine regrediscono prima della fine allo stadio di bruti, incapaci di vivere in società.

Altro aspetto interessante, che ho scoperto dopo aver fatto delle ricerche online, riguarda l'inserimento della teoria Freudiana nella caratterizzazione dei tre protagonisti: Richard Wilder (l'id, la parte primitiva e istintiva del singolo che contiene gli impulsi sessuali e aggressivi), Robert Laing - il cui nome è un richiamo aperto a RD Laing, autore di The Divided Self: An Existential Study in Sanity and Madness - (ego, la parte realistica che media fra i desideri di id e superego), e Anthony Royal (superego, la coscienza morale dell'individuo). Anche la loro disposizione nel palazzo, che è concepito come un organismo vivente dotato di coscienza propria, non è casuale: Wilder (anche qua nome allusivo) nella parte bassa, Laing nello stomaco e Royal nel cervello dell'edificio. 
"Come un malfattore grande e aggressivo, il condominio era determinato a infliggere ogni possibile ostilità sui [suoi abitanti]".

Vorrei riportare una citazione di Ballard alla fine di questa recensione: "Le persone non si trasferiscono nelle comunità chiuse per evitare ladri e borseggiatori; vi si trasferiscono...per fuggire dalle altre persone. Anche quelli come loro". Nell'ambiente disegnato da Ballard, quindi, solo inquilini con determinate caratteristiche mentali possono entrare, in una sorta di processo selettivo che porta all'unione sotto uno stesso tetto di gente psicopatica ed egocentrica, proprio come il nostro Robert Laing. Non a caso Laing è in grado di sopportare la crescente violenza, i disordini, l'assenza di cibo e servizi: vi trova un suo equilibro, tanto da sentirsi in pace con sé stesso e col mondo che lo circonda; tanto che, in chiusura, mentre nel condominio di fronte al suo iniziano a spegnersi le luci, è "pronto ad accogliere [i suoi vicini] nel loro nuovo mondo".

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Altro fun fact: Ballard è stato ispirato in particolare dalla Balfron Tower (east London, oggi Canary Wharf)



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mariska17's review against another edition

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challenging dark reflective sad tense medium-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? No
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

3.75


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heathermesley's review against another edition

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adventurous dark reflective fast-paced
  • Strong character development? No
  • Loveable characters? No
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

3.0


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annavonwillingh's review against another edition

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challenging dark mysterious medium-paced
  • Strong character development? It's complicated
  • Loveable characters? No
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

4.0


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