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tcumplido's review against another edition
adventurous
mysterious
tense
fast-paced
- Plot- or character-driven? Plot
- Strong character development? No
- Loveable characters? No
- Diverse cast of characters? No
- Flaws of characters a main focus? No
4.25
greppel's review against another edition
3.0
Der Unbesiegbare war nach Solaris mein zweiter Roman von Stanislaw Lem, doch dieser konnte mich leider nicht in gleichem Maße begeistern. Der schwere Weltraumkreuzer mit dem Namen "Der Unbesiegbare" sucht und findet ein verschollenes Schwesterschiff. Bei der Bergung stehen die Insassen des Unbesiegbaren vor einem großen Rätsel. Die Besatzung des Schiffs ist tot, es gibt aber keine Spuren einer fremden Macht oder der Einwirkung von Gewalt.
Ich finde die teilweise philosophischen Gedankenspiele in diesem Buch sehr interessant und diese zeigen, dass Stanislaw Lem ohne Frage ein Visionär war, weit über das Science-Fiction Genre hinaus. Doch leider hat mir in diesem Roman die Spannung und der Anreiz zum Weiterlesen streckenweise sehr gefehlt. Lange Zeit plätschert die Handlung vor sich hin, überladen mit theoretischen Ausführungen über den fremden Planeten und den Funktionsweisen der eigenen Technologien. Dabei handelt es sich natürlich um einen elementaren Bestandteil des Genres. Aber im Falle des Unbesiegbaren standen für mich Theorie und Handlung in einem Missverhältnis, was das Lesen teilweise zum Kraftakt werden ließ.
Ich finde die teilweise philosophischen Gedankenspiele in diesem Buch sehr interessant und diese zeigen, dass Stanislaw Lem ohne Frage ein Visionär war, weit über das Science-Fiction Genre hinaus. Doch leider hat mir in diesem Roman die Spannung und der Anreiz zum Weiterlesen streckenweise sehr gefehlt. Lange Zeit plätschert die Handlung vor sich hin, überladen mit theoretischen Ausführungen über den fremden Planeten und den Funktionsweisen der eigenen Technologien. Dabei handelt es sich natürlich um einen elementaren Bestandteil des Genres. Aber im Falle des Unbesiegbaren standen für mich Theorie und Handlung in einem Missverhältnis, was das Lesen teilweise zum Kraftakt werden ließ.
pickleburns's review against another edition
adventurous
challenging
mysterious
reflective
fast-paced
- Plot- or character-driven? Plot
- Strong character development? No
- Loveable characters? It's complicated
- Diverse cast of characters? No
- Flaws of characters a main focus? No
4.0
Excellent science fiction from a master of the craft -- introspective without being ponderous, reflective without navel gazing, mysterious and grasping at the ineffable, as with the best science-fiction of Lem's era. A very fast read, and a worthwhile meditation on what it means to encounter a truly alien universe.
amberface's review against another edition
adventurous
informative
mysterious
tense
fast-paced
- Plot- or character-driven? Plot
- Strong character development? No
- Loveable characters? It's complicated
- Diverse cast of characters? No
- Flaws of characters a main focus? No
5.0
Do you want to read future astronauts argue about science to try to solve an alien mystery? I do. This was fantastic hard sci-fi.
olityr's review against another edition
mysterious
reflective
slow-paced
- Plot- or character-driven? Plot
- Strong character development? No
- Loveable characters? No
- Diverse cast of characters? No
- Flaws of characters a main focus? No
3.0
This book deals with the question of Machine Evolution by positing a planet where intelligent, self-replicating, machines and non-intelligent, but still self-replicating, machines were left alone for millennia on a habitable planet. Interesting conclusions. Unsatisfying ending.
safari's review against another edition
adventurous
challenging
mysterious
reflective
tense
fast-paced
- Plot- or character-driven? A mix
- Strong character development? It's complicated
- Loveable characters? Yes
- Diverse cast of characters? No
- Flaws of characters a main focus? It's complicated
5.0
tizianabooks's review against another edition
5.0
Il presupposto di trama è piuttosto semplice, come tutti i libri di Lem che ho letto fin’ora: l’incrociatore galattico chiamato Invincibile deve raggiungere il pianeta Regis III dove la stazione centrale ha perso il contatto con il gemello dell’Invincibile, Condor.
L’ultima trasmissione del Condor, infatti, altro non è che suoni senza senso.
Agli occhi dell’equipaggio dell’Invincibile si affaccia un paesaggio tutt’altro che confortante: il pianeta è desertico, non ci sono forme di vita terrestri, e nelle esplorazioni vengono trovate strane formazioni che sembrano costituire le rovine di una città.
Quindi cosa è successo all’equipaggio del Condor? Cosa si nasconde su Regis III?
Senza fare spoiler, dividerei questo libro in due parti.
La prima: Paura dell’ignoto.
Qualcosa ha neutralizzato il Condor – ed è qualcosa che non si vede. Tu sai che c’è, ma non sai di cosa potrebbe trattarsi, quindi il tuo cervello inizia a creare forme nei punti bui.
E queste forme sono sempre più inquietanti, più mostruose, e le senti sempre più vicine, alle tue spalle, però ti giri e non c’è nulla.
Ma la sensazione di pericolo incombente rimane.
La seconda la chiamiamo “L’umanità è un martello che crede che tutto sia un chiodo”.
Lo vediamo tutti i giorni sul nostro pianeta, non c’è bisogno di andare nello spazio; succede una catastrofe naturale e noi le diamo un nome come se cercassimo un nemico, perché non riusciamo davvero a ficcarci in testa che magari la natura e gli ecosistemi debbano fare il loro corso, e che noi siamo solo un granello di sabbia nell’enorme spiaggia che è l’universo.
Dobbiamo piegare sempre tutto al nostro volere, ne siamo ossessionati, e non riusciamo a pensare in altra maniera anche se tutto ci dice che forse dovremmo farlo.
Amo Lem, ho amato questo libro, e non lo vedrei sfigurare in una lista di libri da leggere per approcciarsi al genere fantascientifico.
Perchè le riflessioni che solleva trascendono il genere, e di termini fantascientifici ce ne sono relativamente pochi.
L’ultima trasmissione del Condor, infatti, altro non è che suoni senza senso.
Agli occhi dell’equipaggio dell’Invincibile si affaccia un paesaggio tutt’altro che confortante: il pianeta è desertico, non ci sono forme di vita terrestri, e nelle esplorazioni vengono trovate strane formazioni che sembrano costituire le rovine di una città.
Quindi cosa è successo all’equipaggio del Condor? Cosa si nasconde su Regis III?
Senza fare spoiler, dividerei questo libro in due parti.
La prima: Paura dell’ignoto.
Qualcosa ha neutralizzato il Condor – ed è qualcosa che non si vede. Tu sai che c’è, ma non sai di cosa potrebbe trattarsi, quindi il tuo cervello inizia a creare forme nei punti bui.
E queste forme sono sempre più inquietanti, più mostruose, e le senti sempre più vicine, alle tue spalle, però ti giri e non c’è nulla.
Ma la sensazione di pericolo incombente rimane.
La seconda la chiamiamo “L’umanità è un martello che crede che tutto sia un chiodo”.
Lo vediamo tutti i giorni sul nostro pianeta, non c’è bisogno di andare nello spazio; succede una catastrofe naturale e noi le diamo un nome come se cercassimo un nemico, perché non riusciamo davvero a ficcarci in testa che magari la natura e gli ecosistemi debbano fare il loro corso, e che noi siamo solo un granello di sabbia nell’enorme spiaggia che è l’universo.
Dobbiamo piegare sempre tutto al nostro volere, ne siamo ossessionati, e non riusciamo a pensare in altra maniera anche se tutto ci dice che forse dovremmo farlo.
Amo Lem, ho amato questo libro, e non lo vedrei sfigurare in una lista di libri da leggere per approcciarsi al genere fantascientifico.
Perchè le riflessioni che solleva trascendono il genere, e di termini fantascientifici ce ne sono relativamente pochi.
akshayps's review against another edition
mysterious
reflective
sad
slow-paced
- Plot- or character-driven? Plot
4.0