claundici's review
1.0
Commento breve: no.
Commento lungo: cazzo, no.
La questione è molto semplice: la qualità media dei racconti di quest'antologia è imbarazzante, e con imbarazzante intendo talmente infima che a 'sta gente andrebbe proibito l'accesso a qualsiasi strumento di espressione scritta. Persino tra le storie carine (Tempus Fugit, Recupero Intergalattico, Il bastoncino più corto, Flush, Me-book, Happy Days), nessuna riesce ad arrancare più in là di un tiratissimo sette. I guai sono così tanti che mi metterei le mani nei capelli, se me ne fossero rimasti dopo essermi sciroppata queste 200 pagine; il più eclatante dei quali, la banalità abissale che regna sulla quasi totalità dei racconti. Trito, ritrito, buttato in padella, soffritto, e bruciato. Ingenuità sconcertanti sia nella prosa che nell'architettura delle trame, personaggi che più che monodimensionali sono direttamente trasparenti, incapacità epidemica ad amministrare correttamente le virgole, fottuti errori di grammatica, gente che non è che sia incapace di raccontare—siamo a livelli di non essere in grado di scrivere e basta.
E mi sono appena ricordata del primo racconto, un tentativo di poema epico (quartine a rima alternata ma senza uno schema metrico fisso, piango) che oscilla tra il ridicolo, il grottesco e semplicemente la spazzatura, e, onestamente, voglio solo dimenticarmi di questa cosa. I Modà dello sci-fi, ho scritto su Twitter, agonizzante, mentre leggevo. Fessa io che mi sono fidata, suppongo.
(NB. Il rating ha una stella intera perché GR non contempla le mezze misure.)
Commento lungo: cazzo, no.
La questione è molto semplice: la qualità media dei racconti di quest'antologia è imbarazzante, e con imbarazzante intendo talmente infima che a 'sta gente andrebbe proibito l'accesso a qualsiasi strumento di espressione scritta. Persino tra le storie carine (Tempus Fugit, Recupero Intergalattico, Il bastoncino più corto, Flush, Me-book, Happy Days), nessuna riesce ad arrancare più in là di un tiratissimo sette. I guai sono così tanti che mi metterei le mani nei capelli, se me ne fossero rimasti dopo essermi sciroppata queste 200 pagine; il più eclatante dei quali, la banalità abissale che regna sulla quasi totalità dei racconti. Trito, ritrito, buttato in padella, soffritto, e bruciato. Ingenuità sconcertanti sia nella prosa che nell'architettura delle trame, personaggi che più che monodimensionali sono direttamente trasparenti, incapacità epidemica ad amministrare correttamente le virgole, fottuti errori di grammatica, gente che non è che sia incapace di raccontare—siamo a livelli di non essere in grado di scrivere e basta.
E mi sono appena ricordata del primo racconto, un tentativo di poema epico (quartine a rima alternata ma senza uno schema metrico fisso, piango) che oscilla tra il ridicolo, il grottesco e semplicemente la spazzatura, e, onestamente, voglio solo dimenticarmi di questa cosa. I Modà dello sci-fi, ho scritto su Twitter, agonizzante, mentre leggevo. Fessa io che mi sono fidata, suppongo.
(NB. Il rating ha una stella intera perché GR non contempla le mezze misure.)
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