Reviews

Wie es Gott gefällt by Niccolò Ammaniti

kelanth's review against another edition

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5.0

Come si misura la bellezza di un libro? Certo ci sono molti modi: la storia, i personaggi, la scrittura, l'ambientazione e così via, tutte cose certo importanti... forse però basta un unico fattore che va a misurare esattamente la qualità di un libro: la voglia che si ha di riprendere la lettura dopo averla interrotta. Se il metro di valutazione che adottiamo è questo possiamo sicuramente affermare che questa storia da dipendenza, o per lo meno, questo è quello che è capitato a me. A parte i vari aspetti che abbiamo prima citato, è proprio la voglia della lettura che ti instilla questo libro che fa la differenza, la voglia di vedere come andrà a finire. Questo è il primo libro che leggo di Ammaniti e ultimamente scopro tra gli autori italiani delle vere chicche che fino ad ora mi ero perso; gli italiani e io per primo siamo un popolo di esterofili e cerchiamo sempre delle emozioni nelle letture tipicamente anglosassoni, ma forse dobbiamo proprio ricrederci, quando abbiamo in casa degli autori così bravi. Se poi vogliamo andare a considerare i vari aspetti di questo capolavoro possiamo dire che il libro è crudo, bello, intenso, duro e ben scritto, infarcito di brutture, violenza, solitudine, e disperato bisogno d'amore e di comprensione. Rino e Cristiano Zena, Quattro Formaggi, Danilo Aprea e Beppe Trecca, personaggi ai margini della società degradata, insensibile ed indifferente in una vita di provincia che non ha più valori in cui credere, in cui non esiste futuro, scenari cupi e opachi pennellati a tinte fosche. Terra di confine tra la povertà e la ricchezza, dove la violenza, i falsi miti della televisione, la droga, la bruttura, la cattiveria, la lotta per l’esistenza ne sono dominatrici. Il legame tra Rino e Cristiano, padre e figlio in una delle storie più belle e dure che abbia mai letto. Ogni personaggio un dramma atroce che ti colpisce allo stomaco e ti fa mancare il fiato. La narrazione è ricca di colpi di scena, il ritmo è incalzante, veloce e su tutto la sempre presente cupezza e drammaticità come un drappo steso su una macchina velocissima: psicolabili, adolescenti buttati, assistenti sociali in una vita troppo stretta e inadeguati, piccoli borghesi sventolanti Suv con mogli depresse imbottite di sonniferi e imbroglioni. Veramente un capolavoro, da leggere in un fiato. Seguiranno di sicuro gli altri libri di Ammaniti tra le mie letture. Un ultimo suggerimento doveroso, se finito il libro avete in mente di recuperarvi il film, non fatelo. Se avete visto il film e per questo avete deciso di non leggere il libro, ricredetevi.

marc129's review against another edition

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2.0

Ammaniti gives us a very raw picture of four people on the edge of contemporary Italian society: unemployed, addicted to alcohol, with radical (far right, racist) ideas about the world. The central focus is on a father-son story with a rather high level of cliché: despite their poverty and their sometimes fierce clashes they are very close to each other. The story line itself is about a crazy plan to do a robbery on a bancomat-device. Lots of predictable things happen in this book, but somehow it remains interesting. It gives the seamy side of our globalizing society a contemporary face. Not my cup of tea, but wel done. (read in Italian)

alx7p's review against another edition

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4.0

Anche se ho avuto difficoltà ad entrare nella storia, sono arrivato al punto (circa da pag.170-180) in cui l'ho praticamente divorato. La costruzione dei personaggi è perfetta, quasi maniacale nella sua realtà. La storia un pò eccessiva, ma è giusta per il fine della storia: perseguire nel bene e nel male la propria fede.

nenegattoli's review against another edition

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2.0

2.75 ⭐️

_anamarija_'s review against another edition

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4.0

"Non parlare di libertà. Tutti sono bravi a parlare di libertà. Libertà di qua, libertà di là. Ci si riempiono la bocca. Ma che diavolo te ne fai della libertà? Se non hai una lira, un lavoro, hai tutta la libertà del mondo ma non sai cosa fartene. Parti. E dove vai? E come ci vai? Sai chi sono gli unici ad averla? La gente coi soldi. Quelli sì..."


While reading this novel I could really feel the storm in which each of the characters found themselves in: the pace of reading it followed the actual storm which corresponded to the turmoil each and every one of the characters felt.

cicciapallaa's review against another edition

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5.0

Ammaniti non mi delude mai. Mi ha tenuta sveglia la notte e mi ha emozionata, uno dei migliori letti quest'anno.

andrew_j_r's review against another edition

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This book is brilliant, because from the outset you make certain assumptions about what is going to happen - the chapter list at the front helps you to do this, so when you read it it goes in a different direction, and how. A bit bleak, but believable. Will read more from this author.

lilbittybritty1's review against another edition

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2.0

This book was bizarre. It had no direction and was unnecessarily vulgar, like most of the Italian crime fiction books I have read. I just didn't see the point. The ending left everything open like a bad Hitchcock film. It might just be that this genre and Italian writers are not my cup of tea, and that I had to write a paper on this.

cwrong's review against another edition

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3.0

Sono strade di provincia spazzate di tanto in tanto dai fari di un'automobile: le esistenze vuote di perfetti perdenti e le piccole storie di ragazzini che giocano a fare i grandi. Cristiano, per sua natura fragile e sognatore, è l'unica luce nella vita buia di Rino Zena. Tra alcool, violenza, televendite, tra degrado e follia, i protagonisti di "Come Dio Comanda" sono ad ogni modo soli e svuotati, nella loro convivenza forzata e strenuante. Il romanzo corre veloce, procede per immagini e non si risparmia nulla; non ci sono parole di pietà. E' piuttosto un incastro crudele, un destino che non obbedisce alle regole che la buona coscienza vorrebbe affidargli. E' nell'indifferenza più totale, come una madre con i tappi nelle orecchie, che Ammaniti costruisce la sua storia: fino a due pagine dalla conclusione ci troviamo, senza riparo, sotto un cielo minaccioso e carico di pioggia - proprio come quello della notte che inghiotte i protagonisti.
Sappiamo con assoluta certezza dove andrà a finire, perché c'è un Dio pallido e collerico che tira le fila della trama, portandoci là dove è più buio e le speranze si assottigliano. C'è solo il tempo per il grido di un ragazzino, che innocente ed in balìa degli eventi, è il simbolo di una sconfitta già sancita.
Questa di Ammaniti è letteratura d'azione, debitrice di un certo cinema americano, con i ritmi serrati e i dialoghi affilati; una corsa in motocicletta in cui i lampioni si susseguono tutti uguali e sembra sempre di ritornare al punto di partenza.
E' una meravigliosa tragedia, in cui i goffi personaggi che la popolano si muovono, si gonfiano fino a scoppiare, s'illudono di aver rotto la staticità carica di attesa che precede i temporali estivi.
Credono d'essersi spostati, di aver trovato la luce, un riscatto: non ci si muove più d'un metro, proprio come Dio comanda.
Anche se laggiù la voce di Dio neanche ci arriva.

ilariarogers's review against another edition

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Quite hard going but interesting to have as main character a very unlikable and generally despicable man. Boy is very well drawn - Amanniti seems good at portrayal of children,s viewpoint