amawomps's review
3.0
This was very interesting but all in all, I feel like I knew the answer to the question Lawrence was posing from the very beginning, that there will eventually be nowhere that nobody's seen before. It was a very interesting travelogue and it reminded me of how my dad would describe places he's been (which makes sense considering he's the one that gave it to me). I like the idea and the fact that Lawrence was simply a normal guy compared to his anthropologist peers on his journey, and that he was simply driven by boredom and curiosity, the privilege of many in America today. I do wish that the chapter on Papua itself was a bit longer, as most of the book was taken up by accounts of the lands leading up to it which to me wasn't the central part of the curiosity for me. I loved the ending though, it was very eloquent and left me thinking about my own travels and why I have the urge to travel more.
chyde's review against another edition
4.0
4th book of the year. A disappointment after BANGKOK DAYS. Some of it was very interesting, some of it repetitive after reading BANGKOK DAYS and some of it was just banal, done to death. Worth reading though, especially the last part, where he makes it to his final destination.
anfribogart's review against another edition
5.0
Bellissimo libro sul viaggio come elemento peculiare della cultura occidentale.
L'autore racconta di un suo viaggio con destinazione Papua Nuova Guinea (forse l'ultima regione del pianeta dove esistono ancora popolazioni e territori non censiti) e lunghe tappe intermedie a Dubai, Calcutta, Isole Andamane, Bangkok, Bali e ragiona sui vari modi di recarsi altrove, che potremmo riassumere nella parola "turismo". Con molte incursioni nell'antropologia, Osborne si racconta nelle sue reazioni di fronte al mondo completamente artificiale di Dubai, a quello disintegrato di Calcutta, o anche di fronte alla finzione culturale di Bali. Si ragiona molto sull'interazione fra culture diverse, fra il visitatore e il visitato, su come giochino finzione e pregiudizi (da entrambi i lati), ma anche sull'irrefrenabile desiderio di raggiungere luoghi lontani che sembra appartenere alla nostra cultura.
Lo shock arriva a Papua, dove il turista (se possiamo ancora chiamarlo così) è costretto a deporre tutti i pregiudizi e le maschere per addentrarsi nella foresta ed entrare in contatto con un mondo assolutamente altro. Se le pagine che raccontano le mete intermedie sono interessanti e argute, la parte finale su Papua è abbastanza sconvolgente per il capovolgimento di tutti i riferimenti culturali e mentali a cui siamo abituati nel nostro concetto di turismo, ecco il senso del titolo.
L'autore racconta di un suo viaggio con destinazione Papua Nuova Guinea (forse l'ultima regione del pianeta dove esistono ancora popolazioni e territori non censiti) e lunghe tappe intermedie a Dubai, Calcutta, Isole Andamane, Bangkok, Bali e ragiona sui vari modi di recarsi altrove, che potremmo riassumere nella parola "turismo". Con molte incursioni nell'antropologia, Osborne si racconta nelle sue reazioni di fronte al mondo completamente artificiale di Dubai, a quello disintegrato di Calcutta, o anche di fronte alla finzione culturale di Bali. Si ragiona molto sull'interazione fra culture diverse, fra il visitatore e il visitato, su come giochino finzione e pregiudizi (da entrambi i lati), ma anche sull'irrefrenabile desiderio di raggiungere luoghi lontani che sembra appartenere alla nostra cultura.
Lo shock arriva a Papua, dove il turista (se possiamo ancora chiamarlo così) è costretto a deporre tutti i pregiudizi e le maschere per addentrarsi nella foresta ed entrare in contatto con un mondo assolutamente altro. Se le pagine che raccontano le mete intermedie sono interessanti e argute, la parte finale su Papua è abbastanza sconvolgente per il capovolgimento di tutti i riferimenti culturali e mentali a cui siamo abituati nel nostro concetto di turismo, ecco il senso del titolo.
debnanceatreaderbuzz's review
3.0
Ah, at last! I’m finished with reading children’s books and I’m back to reading whatever I wish. So for my first trip back into reading what I want I picked this book from my enormous TBR. Osborne is fed up with what he terms Whatever travel, travel that takes you to places that are as indistinguishable as bottled water. He decides to try Papua New Guinea. It’s an excellent choice for someone jaded to travel. If you are seeking being shot at with arrows, swimming with crocodiles, visiting with indigenous people wearing nothing but a shell, then this book might be a good destination for you.
beedoc's review
4.0
The author is my hero. I want to be like him when I grow up.
The coffee enema scene has to be the funniest thing I've read this year. His encounter with the isolated tribe in Papua was quite moving. "Come back again, Lorry. Come back."
The coffee enema scene has to be the funniest thing I've read this year. His encounter with the isolated tribe in Papua was quite moving. "Come back again, Lorry. Come back."
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