Reviews tagging 'Sexual assault'

High-Rise by J.G. Ballard

15 reviews

ewwa18's review against another edition

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challenging tense medium-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? No
  • Loveable characters? No
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

2.0


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hollywatson's review against another edition

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challenging dark mysterious tense medium-paced
  • Plot- or character-driven? A mix
  • Strong character development? No
  • Loveable characters? No
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

2.5


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nedens's review against another edition

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dark emotional tense medium-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? No
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? Yes

4.5

 "High-Rise," penned by the ever-intriguing J.G. Ballard, is a dystopian exploration of urban life and its psychological underpinnings. On the surface, it presents the descent into chaos of a luxury apartment complex's residents. However, deeper introspection reveals a thought-provoking critique of modern societal structures, human nature, and the potential consequences of unchecked primal instincts.

One of the most compelling facets of "High-Rise" is its setting: a modern, high-tech building that represents the epitome of urban sophistication. Yet, Ballard masterfully peels back the layers of this facade, hinting at the fragility of the societal constructs we take for granted. Unlike novels like "Lord of the Flies," where external circumstances force characters into chaos, Ballard's characters in "High-Rise" plunge into the abyss by choice. Their voluntary participation in the escalating anarchy, even when they have the option to leave, serves as a stark reminder of humanity's innate leanings towards tribalism and territoriality.

The dark journey through the high-rise's floors, rife with class struggles and factional feuds, is intensified by the characters' aversion to the outside world. As the narrative unfolds, the building becomes an ever-encroaching entity, and the residents' world shrinks, enveloping them in its claustrophobic grasp. This aspect of the story is especially striking as it juxtaposes the allure of modern urban life with its potential to isolate, emphasizing the paradoxical nature of human existence in such environments.


Within the layered narrative of "High-Rise," the portrayal of women and their struggle for survival offers an especially compelling commentary on gender dynamics in times of societal breakdown. Ballard showcases the lengths to which some women in the high-rise go to ensure their safety, with many resorting to using sex as a means of protection. This disturbing manifestation of gender politics is reminiscent of Margaret Atwood's "The Handmaid's Tale," where women are commodified and their roles rigidly defined by a patriarchal system. However, as the chaos in the high-rise deepens, an empowering counter-narrative emerges.
By the end, the women from the upper floors coalesce, forming a unified front, and in doing so, they carve out a space that, from their perspective, could be seen as utopian. In this space, absent of male influence and control, they defy the established norms and hint at a reimagined societal structure.
Ballard's narrative, much like Atwood's, delves into the intricacies of gender roles, particularly in extreme situations, echoing the ways women have been used and marginalized in various societies throughout history. 

Ballard's nuanced take on modern civilization vs. primal instinct stands out in the narrative. Through the high-rise's microcosm, he suggests that our urban havens, designed for comfort and luxury, might just be a tinderbox, with societal tensions simmering beneath the surface, waiting for a spark.

In conclusion, "High-Rise" is a literary masterpiece that lingers long after the final page is turned. Its strength lies not just in its compelling storyline but in its ability to provoke thought, forcing readers to confront the complexities and vulnerabilities inherent in our modern societal constructs. It's a novel that merits contemplation, revealing deeper layers with each pondering. A solid 4.5 out of 5 stars for a book that challenges perceptions and pushes boundaries. 


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hkas's review against another edition

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dark tense slow-paced
  • Plot- or character-driven? Plot
  • Loveable characters? No
  • Diverse cast of characters? No

2.0


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thet0meraider's review against another edition

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challenging dark reflective tense medium-paced

4.0

Primo incontro con l'autore: un successo! Anche se con riserve basate sul gusto personale. E' difficile per me dare una valutazione in stelline a questo romanzo. La violenza la fa da padrone e molte scene mi hanno fatto un po' girare lo stomaco, le ho trovate un po' too much per i miei gusti. Inoltre, la brillante analisi quasi-scientifica della costruzione e della rottura della micro-società nel condominio è stata ristretta in meno di 200 pagine, fatto che forse ha inficiato sulla tridimensionalità dei personaggi.

Aprirei questa recensione riportando uno dei mantra di Ballard: "In una società completamente sana, l'unica libertà è la follia". Una frase capace di descrivere il libro in esame nella sua essenza.

In questa apologia degli spazi chiusi, Ballard condensa la sua peculiare visione del genere fantascientifico e distopico. L'autore dipana qui un'esplorazione delle comunità chiuse, tanto a livello mentale quanto fisico.

Fatto interessante: a rendergli caro questo tema è il fatto che, negli anni '40, Ballard è stato internato in un campo giapponese per prigionieri di guerra alla periferia di Shanghai. (fact ancora più fun: Ballard ha sempre detto di aver particolarmente apprezzato quell'esperienza)

In questo breve romanzo, il condominio non è lo sfondo o la semplice ambientazione in cui si sviluppano gli eventi; al contrario, come suggerito dall'importanza datagli dalla scelta del titolo, il condominio è il vero protagonista di questa strana storia di violenza. Il condominio, il suo splendore e il suo decadimento, l'effetto che il palazzo ha sulla psiche labile dei suoi abitanti: questi i punti focali del libro.

La violenza di cui Ballard imbeve romanzo e personaggi è un espediente necessario per "svegliare" gli abitanti di questa comunità chiusa dal torpore indotto dal capitalismo del consumo. Questo è quello che più mi ha spaventata di questa distopia: la vicinanza di questi concetti con la vita vera in cui viviamo al giorno d'oggi. Il capitalismo dei consumi c'è, il modo di vivere blando, senza fuoco né interesse per le questioni di interesse comune pure. In un mondo in cui siamo costretti (e desideriamo) curare apparenza e immagine personale in ogni istante, la regressione agli istinti primordiali (violenza, devianza sessuale) diventa una valvola di sfogo sin troppo allettante.

In breve: ne "Il Condominio" seguiamo l'involuzione dei 2000 inquilini di un funzionalissimo palazzo di 40 piani che, nel corso di soli tre mesi, passano da uno stato di perfetta civiltà al tribalismo, per poi decadere in una condizione di barbarie tipica (se non esagerata) dei cacciatori-raccoglitori. Gli abitanti, il cui declino ha inizio dopo che l'edificio registra le prime disfunzionalità, godono tanto del decadimento fisico del condominio quanto delle crescenti tensioni fra di loro. E non si tratta di una guerra di classe: i residenti, tutti professionisti della classe media, costruiscono la loro guerriglia atavica, primordiale, su base territoriale. E' una guerra di conquista degli spazi dell'edificio stesso, perpetrata nella protezione delle sue impenetrabili mura, che chiudono tutti dentro, ma, in modo ancor più rilevante, tagliano fuori il resto del mondo.

Nella visione di Ballard, spazi dati per scontati (come quelli degli appartamenti di un condominio di lusso) divengono metafore di quelle aree di noi stessi che tendiamo a ignorare o a disconoscere; i suoi personaggi, nel valutare gli spazi in cui si muovono, finiscono inevitabilmente per ri-valutare anche sé stessi, i propri valori e i propri sovversivi desideri. E non è tutto: in questo processo di inesorabile riscoperta di sé, i personaggi si fondono con lo spazio in cui sono immersi, ne abbracciano il disfacimento sino a farne una caratteristica propria. Nel romanzo, infatti, i benestanti inquilini delle prime pagine regrediscono prima della fine allo stadio di bruti, incapaci di vivere in società.

Altro aspetto interessante, che ho scoperto dopo aver fatto delle ricerche online, riguarda l'inserimento della teoria Freudiana nella caratterizzazione dei tre protagonisti: Richard Wilder (l'id, la parte primitiva e istintiva del singolo che contiene gli impulsi sessuali e aggressivi), Robert Laing - il cui nome è un richiamo aperto a RD Laing, autore di The Divided Self: An Existential Study in Sanity and Madness - (ego, la parte realistica che media fra i desideri di id e superego), e Anthony Royal (superego, la coscienza morale dell'individuo). Anche la loro disposizione nel palazzo, che è concepito come un organismo vivente dotato di coscienza propria, non è casuale: Wilder (anche qua nome allusivo) nella parte bassa, Laing nello stomaco e Royal nel cervello dell'edificio. 
"Come un malfattore grande e aggressivo, il condominio era determinato a infliggere ogni possibile ostilità sui [suoi abitanti]".

Vorrei riportare una citazione di Ballard alla fine di questa recensione: "Le persone non si trasferiscono nelle comunità chiuse per evitare ladri e borseggiatori; vi si trasferiscono...per fuggire dalle altre persone. Anche quelli come loro". Nell'ambiente disegnato da Ballard, quindi, solo inquilini con determinate caratteristiche mentali possono entrare, in una sorta di processo selettivo che porta all'unione sotto uno stesso tetto di gente psicopatica ed egocentrica, proprio come il nostro Robert Laing. Non a caso Laing è in grado di sopportare la crescente violenza, i disordini, l'assenza di cibo e servizi: vi trova un suo equilibro, tanto da sentirsi in pace con sé stesso e col mondo che lo circonda; tanto che, in chiusura, mentre nel condominio di fronte al suo iniziano a spegnersi le luci, è "pronto ad accogliere [i suoi vicini] nel loro nuovo mondo".

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Altro fun fact: Ballard è stato ispirato in particolare dalla Balfron Tower (east London, oggi Canary Wharf)



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hippiekender's review

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challenging dark emotional reflective
  • Loveable characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

3.5

I listened to this book almost entirely because Tom Hiddleston narrated it. It’s absolutely true that I will listen to anything that comes out of that man’s mouth! High Rise was a disturbing, very dark story. I felt compelled to listen to this story in the same way people feel compelled to look at a train wreck. I felt pulled into the absolute collapse and disaster that happened in the high rise, but I don’t think I actually enjoyed it?  Am thankful that the SA scenes were not described in detail. 

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richardw2024's review against another edition

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challenging dark emotional mysterious reflective slow-paced
  • Plot- or character-driven? A mix
  • Strong character development? No
  • Loveable characters? No
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

3.0

I'm not really sure what I just read or if I enjoyed it. This book is incredibly clever and well written, it describes the residents of a new luxury tower block and the "high rise" was an allegory for society in general. Like "Lord Of The Flies", it describes the descent of humans that are confined in an artificial society.

This felt like the kind of book that needs to be studied. I think you could study every page of this book and draw conclusions about everything - the choice of words, the imagery... Even from the main characters being called Wilder (who lives on the lower levels) and Royal (who lives on the top) - I think there is so much you could explore within this book if you wanted to.

There were a lot of parts of this book I didn't enjoy though and often found it heavy going. Some of it is quite disturbing. One relief is that the book itself is quite short.

It's a book I respect, and I think it achieved what the author wanted it to achieve, but I don't think that I would say I particularly enjoyed it. I wouldn't recommend it if you are looking for a light read though.

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domreadsb00ks's review against another edition

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adventurous dark tense fast-paced
  • Plot- or character-driven? A mix
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? No
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

3.5

Society collapses and pure prinal urges reign in the crumbling remains of a once promising new skyscraper. While Ballard provided an interesting prediction on how quickly people crumble in the face of their reality collapsing, his chaotic writing style threw me off, and the constant dehumanisation of the female characters stopped me from enjoying it that much.

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lars702's review against another edition

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challenging dark fast-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? It's complicated
  • Loveable characters? No
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

4.25


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wcked's review against another edition

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dark reflective tense medium-paced
  • Plot- or character-driven? Plot
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? No

4.0

The audiobook was great. The changes that the people in the building go through is unsettling, especially as the author gives us access to the minds of the three male leads. What most disturbed me was the way the women changed, because it really showed how the values of this new society differed from ours, and how easy it would be for us to become numb to depravity.
I was hoping for no animal violence, but alas.

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