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rpm_jo's review against another edition
challenging
funny
hopeful
lighthearted
reflective
slow-paced
4.0
jyanfr's review against another edition
4.0
pra mim, o livro mais hipnotizante do saramago até agora. a narrativa de deixou vermelho de alegria com Maria Sara e Raimundo Silva, além da força das histórias entrelaçadas: a desse casal, a de Mogueime e Ouroana e a da própria Lisboa; e além disso, o livro me conquistou a partir do estranho poder da negação: fabular uma nova história do cerco a partir de um simples "não" é de uma grandiosidade incomparável. muito amor para este aqui. ♥
elemmakil's review against another edition
4.0
Voihan Saramago! Odotin vaihtoehtoista historiakirjaa 1100-luvun Portugalista, sainkin nykyaikaan sijoittuvan rakkaustarinan saramagolaiseen tyyliin kerrottuna. Ja olihan siellä vähän sitä 1100-luvun Portugaliakin. Alku oli melko hidas, mutta luotin tuttuun kirjailijaan, ja se kannatti. Loistavaa dialogia sekä kaikenlaisten havaintojen ja ideoitten perinpohjaista tutkiskelua.
socorrobaptista's review against another edition
4.0
Imagine um revisor textual que resolve intervir non texto que revisa, alterando seu sentido. É isso que faz Raimundo Silva, o protagonista desta narrativa de Saramago, que, como sempre que o leio, me leva a um universo do realismo mágico sempre surpreendente.
isac's review against another edition
challenging
dark
funny
reflective
slow-paced
niecierpek's review against another edition
emotional
lighthearted
reflective
slow-paced
5.0
I had two failed attempts at it before travelling to Portugal and Lisbon, and picking it up again and loving it.
ileniazodiaco's review against another edition
4.0
“L’esperienza della comunicazione ha infine provato che questa abbondanza apparente di visualizzazioni non ha diminuito il bisogno delle parole. Ogni parola è un pericoloso apprendista stregone”.
Scrittori come Saramago riportano al centro la letteratura come arte unica, come esperienza diversa da tutto il resto, proprio nell’era della convergenza in cui tutti vogliono semplificare la prosa per renderla vicina alle sequenze delle serie tv o alla rapidità e all’istantaneità dei social. Al contrario, in questo Autore le parole non sono mai isolate, non c’è la ricerca a tutti i costi dell’immagine, della scena iconica. I suoi romanzi si avviluppano attorno a una cascata di parole, andando a formare testi che quasi non hanno pause, dialoghi senza virgolette, pagine che racchiudono pensieri, azioni, fantasie, presente, passato, futuro, tutto mescolato, tutto elevato a Letteratura.
Questa è la semplice storia di un revisore, Raimundo Silva: un tipo di mezz’età, magro e impettito, con i capelli malamente tinti, che vive chiuso in casa, triste come un cane senza padrone. A un certo punto Raimundo decide – mentre sta revisionando un romanzo storico sull’assedio di Lisbona che avrebbe portato alla cacciata dei Mori e al trono il primo re del Portogallo, Alfonso – di commettere deliberatamente un errore dov’era invece suo dovere correggerlo. Decide di aggiungere una sola parola, un “non” nel passaggio in cui si dice che i Crociati aiutarono i portoghesi nella liberazione della città. Ecco, allora che la Storia con la s maiuscola viene cambiata. I crociati non aiutarono i portoghesi. Ma perché? Questa è solo la prima di una delle tante domande che assediano il romanzo. Apparentemente il racconto iperbolico di un assurdo storico, nella sostanza una provocazione politica: un insolente attentato contro la solidità dei fatti storici che deve essere continuamente strombazzata e propagandata, difesa dagli eventi esterni, altrimenti si rischia di perdere il significato della nostra attualità con grave turbamento delle opinioni che ci guidano e delle convinzioni che sorreggono l’impalcatura sociale.
Ma c’è della nobiltà nel fatto che un uomo normale assurga al ruolo di oppositore e si metta nella posizione scomoda di mettere in dubbio ogni cosa e reinventare la realtà. Raimundo, un comune revisore, si prende la libertà di dire no, di resistere a una Realtà bigia e assediante. All’interno di questa storia di ribellione si innesta la storia reinventata dell’assedio di Lisbona, creando un intreccio fatto di corrispondenze continue tra presente e passato, un gioco di composizione, una storia nella storia. In nuce ci sarebbero tutti i temi presenti anche in un altro romanzo straordinario che celebra un singolo atto di ribellione, un canto di felicità e amore contro i compiti ottusi a cui ci piega l’omologante disciplina del Reale ovvero “Il Maestro e Margherita”. Anche qui, tra le righe di un racconto meraviglioso, leggiamo una riflessione metaletteraria sul perché si scrive: “Ogni romanzo consiste in questo, disperazione, tentativo frustrato che il passato non sia una cosa definitivamente perduta. L’unica cosa che non si è ancora appurata è se sia il romanzo che impedisce all’uomo di dimenticarsi, o se sia l’impossibilità dell’oblio che lo porta a scrivere romanzi”.
Scrittori come Saramago riportano al centro la letteratura come arte unica, come esperienza diversa da tutto il resto, proprio nell’era della convergenza in cui tutti vogliono semplificare la prosa per renderla vicina alle sequenze delle serie tv o alla rapidità e all’istantaneità dei social. Al contrario, in questo Autore le parole non sono mai isolate, non c’è la ricerca a tutti i costi dell’immagine, della scena iconica. I suoi romanzi si avviluppano attorno a una cascata di parole, andando a formare testi che quasi non hanno pause, dialoghi senza virgolette, pagine che racchiudono pensieri, azioni, fantasie, presente, passato, futuro, tutto mescolato, tutto elevato a Letteratura.
Questa è la semplice storia di un revisore, Raimundo Silva: un tipo di mezz’età, magro e impettito, con i capelli malamente tinti, che vive chiuso in casa, triste come un cane senza padrone. A un certo punto Raimundo decide – mentre sta revisionando un romanzo storico sull’assedio di Lisbona che avrebbe portato alla cacciata dei Mori e al trono il primo re del Portogallo, Alfonso – di commettere deliberatamente un errore dov’era invece suo dovere correggerlo. Decide di aggiungere una sola parola, un “non” nel passaggio in cui si dice che i Crociati aiutarono i portoghesi nella liberazione della città. Ecco, allora che la Storia con la s maiuscola viene cambiata. I crociati non aiutarono i portoghesi. Ma perché? Questa è solo la prima di una delle tante domande che assediano il romanzo. Apparentemente il racconto iperbolico di un assurdo storico, nella sostanza una provocazione politica: un insolente attentato contro la solidità dei fatti storici che deve essere continuamente strombazzata e propagandata, difesa dagli eventi esterni, altrimenti si rischia di perdere il significato della nostra attualità con grave turbamento delle opinioni che ci guidano e delle convinzioni che sorreggono l’impalcatura sociale.
Ma c’è della nobiltà nel fatto che un uomo normale assurga al ruolo di oppositore e si metta nella posizione scomoda di mettere in dubbio ogni cosa e reinventare la realtà. Raimundo, un comune revisore, si prende la libertà di dire no, di resistere a una Realtà bigia e assediante. All’interno di questa storia di ribellione si innesta la storia reinventata dell’assedio di Lisbona, creando un intreccio fatto di corrispondenze continue tra presente e passato, un gioco di composizione, una storia nella storia. In nuce ci sarebbero tutti i temi presenti anche in un altro romanzo straordinario che celebra un singolo atto di ribellione, un canto di felicità e amore contro i compiti ottusi a cui ci piega l’omologante disciplina del Reale ovvero “Il Maestro e Margherita”. Anche qui, tra le righe di un racconto meraviglioso, leggiamo una riflessione metaletteraria sul perché si scrive: “Ogni romanzo consiste in questo, disperazione, tentativo frustrato che il passato non sia una cosa definitivamente perduta. L’unica cosa che non si è ancora appurata è se sia il romanzo che impedisce all’uomo di dimenticarsi, o se sia l’impossibilità dell’oblio che lo porta a scrivere romanzi”.
toroyaguila's review against another edition
adventurous
challenging
emotional
funny
informative
reflective
sad
medium-paced
- Plot- or character-driven? A mix
- Strong character development? Yes
- Loveable characters? Yes
- Diverse cast of characters? Yes
- Flaws of characters a main focus? Yes
4.5
En un punto me costó terminar la novela, pero luego seguí ya hasta terminarla. Me inquieta la manera en que Saramago logra relatar y ficcionar (haciendo guiños a un modo de narrar al modo de una ucronía) un acontecimiento histórico con una romance de por medio. Todo eso desde el punto de vista de su protagonista: un corrector de estilo, y la ironía saramaguiana que lo mejora todo.
Disfruté leer esta novela.
Disfruté leer esta novela.
booksandnothingcels's review
challenging
reflective
slow-paced
- Plot- or character-driven? A mix
- Strong character development? Yes
- Loveable characters? Yes
- Diverse cast of characters? It's complicated
- Flaws of characters a main focus? It's complicated
4.0
anapatriciam's review against another edition
2.0
A escrita de duas historias em simultâneo que se intercalam uma na outra sem se confundirem ou atrapalharam mas antes como complemento demonstra o gênio que sempre foi Saramago. No entanto ficou a faltar algo nas personagens, especialmente na linha temporal "moderna", nenhuma das personagens era especialmente cativante. Na linha temporal medieval, a descrição não poupa nem mouros nem católicos, demonstra uma realidade em que se mascaram interesses políticos e pessoais com uma luta pela fé. Saramago demonstra algum orgulho no rei D. Afonso Henriques, sendo esta provavelmente a personagem com a descrição mais favorecida.
No geral, é um bom livro, não sendo um dos meus favoritos, tudo o que é de Saramago é bom.
No geral, é um bom livro, não sendo um dos meus favoritos, tudo o que é de Saramago é bom.