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A review by marcovaglica
Il mare non bagna Napoli by Anna Maria Ortese
3.0
Quando fu pubblicato nel 1953, “Il mare non bagna Napoli” fu subito giudicato un libro contro la città. Anna Maria Ortese - autrice della raccolta di racconti e reportage -, scrivendo non si era posta l’obiettivo di criticare Napoli, descrivendone la miseria. Ma piuttosto aveva scritto per placare una sua nevrosi, causata dalla realtà che detestava per il meccanismo delle cose che sorgono nel tempo e che dal tempo sono distrutte.
Il fil rouge che collega i racconti e i reportage è lo squallore dei luoghi e delle vicende descritti dall’autrice, come una Napoli che precipita addosso a Eugenia, protagonista del primo racconto, o come San Biagio dei Librai, via in cui i bambini sono lasciati a se stessi, oppure come il III e IV Granili, luogo dove abitano più di tremila persone.
Da ogni pagina si evincono una povertà assoluta e un senso totale di abbandono; come l’autrice stessa scrive: «Qui, il mare non bagnava Napoli. Ero sicura che nessuno lo avesse visto, e lo ricordava. In questa fossa oscurissima, non brillava che il fuoco del sesso, sotto il cielo nero del sovrannaturale».
Il fil rouge che collega i racconti e i reportage è lo squallore dei luoghi e delle vicende descritti dall’autrice, come una Napoli che precipita addosso a Eugenia, protagonista del primo racconto, o come San Biagio dei Librai, via in cui i bambini sono lasciati a se stessi, oppure come il III e IV Granili, luogo dove abitano più di tremila persone.
Da ogni pagina si evincono una povertà assoluta e un senso totale di abbandono; come l’autrice stessa scrive: «Qui, il mare non bagnava Napoli. Ero sicura che nessuno lo avesse visto, e lo ricordava. In questa fossa oscurissima, non brillava che il fuoco del sesso, sotto il cielo nero del sovrannaturale».