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A review by biondeletture
Lingua madre by Maddalena Fingerle
5.0
Se questo libro ha vinto il premio Italo Calvino 2020 un motivo ci sarà.
L'autrice propone una narrazione circolare e claustrofobica, posizionandoci all'interno della mente del protagonista. Seguiamo Paolo Prescher e con lui puliamo le parole, o almeno ci proviamo. Lo seguiamo nella nascita della sua piccola ossessione, lo vediamo schierarsi con la parte maschile della sua famiglia (forse per senso di appartenenza e riconoscimento? Forse per affinità ossessiva?), lo vediamo cambiare rotta e maturare, lo vediamo tornare a casa e lo vediamo esplodere. L'acqua, elemento fondamentale per Bolzano e per questo libro, rappresenta per me qui qualcosa di falso: Paolo cerca disperatamente di farsi pulire, ma si accorge troppo tardi di andare controcorrente. L'autrice riesce a toccare temi delicati mostrandoli direttamente, senza bisogno di troppe parole. E anche la scelta del punto di vista unico porta il lettore a conoscere solo una parte della storia, a fidarsi di quello che vede, delle parole di Paolo, ma non sempre le parole sono vere. E allora verso la fine mettiamo in discussione tutto, tutte le relazioni del protagonista. Il finale aperto l'ho trovato adatto a questa narrazione, così come i piccoli giochi nascosti all'interno del testo, che necessitano di un po' di attenzione, ma fanno sorridere. Un ottimo esordio, una grande capacità narrativa, una piacevolissima lettura.
L'autrice propone una narrazione circolare e claustrofobica, posizionandoci all'interno della mente del protagonista. Seguiamo Paolo Prescher e con lui puliamo le parole, o almeno ci proviamo. Lo seguiamo nella nascita della sua piccola ossessione, lo vediamo schierarsi con la parte maschile della sua famiglia (forse per senso di appartenenza e riconoscimento? Forse per affinità ossessiva?), lo vediamo cambiare rotta e maturare, lo vediamo tornare a casa e lo vediamo esplodere. L'acqua, elemento fondamentale per Bolzano e per questo libro, rappresenta per me qui qualcosa di falso: Paolo cerca disperatamente di farsi pulire, ma si accorge troppo tardi di andare controcorrente. L'autrice riesce a toccare temi delicati mostrandoli direttamente, senza bisogno di troppe parole. E anche la scelta del punto di vista unico porta il lettore a conoscere solo una parte della storia, a fidarsi di quello che vede, delle parole di Paolo, ma non sempre le parole sono vere. E allora verso la fine mettiamo in discussione tutto, tutte le relazioni del protagonista. Il finale aperto l'ho trovato adatto a questa narrazione, così come i piccoli giochi nascosti all'interno del testo, che necessitano di un po' di attenzione, ma fanno sorridere. Un ottimo esordio, una grande capacità narrativa, una piacevolissima lettura.