A review by dajna
Canne al vento by Grazia Deledda

3.0

Della Deledda mi porto dietro, fin dai tempi del liceo, una sensazione di pesantezza e lungaggine. Perché? Non lo so: non abbiamo letto niente di suo. Forse è stato il modo con cui il professore l'ha citata, sbrigativo. Peccato, perché a me il verismo e i suoi sviluppi piacciono. Da un altro punto di vista invece meglio così, perché mi sono tenuta da parte questa storia fino ad adesso.
La famiglia Pintor, i nobili, si disfa quando una delle figlie scappa a Civitavecchia. Ora rimangono solo tre sorelle che vivono semirecluse, assistite dal servo Efix che ne diventa l'angelo custode. Lo diventa a suo modo, roso dal senso di colpa che lo porterà a mendicare per la Sardegna nel tentativo di espiare un peccato che lo tormenta, e che lo terrà in vita fino a vedere realizzato lo scopo della vita: il matrimonio tra la sorella minore e un parente ricco, in modo da togliere le donne da quella povertà in cui eran scivolate giorno dopo giorno. Bello poi l'elemento di folklore sparso qua e là per il romanzo, con donne che rimangono in casa per evitare che i folletti gliele occupino in loro assenza e altre che non filano di giovedì per non irritare uno spirito locale.
L'inizio è tranquillo, con le sorelle che tirano a campare ed il vecchio servo che coltiva il poderetto loro rimasto. Sono a cambiamenti a creare problemi, e credo anche che Efix abbia peccato di hubris nel volersi ergere a protettore delle sue padrone, influenzandone le decisioni. Alla fine riuscirà ad ottenere il matrimonio voluto, a prezzo alto. Non ci è dato sapere se questo matrimonio sarà risolutore come Efix pensa.