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A review by aleamo99
Lettera al padre by Franz Kafka
dark
emotional
reflective
sad
fast-paced
4.25
Sento che chiunque sia, intenda essere o sia stato un genitore trarrebbe grande beneficio dalla lettura di questo. Non si parla di finzione, ancor di più perché la lettera non è mai stata inviata. La capacità di Kafka di esprimere emozioni così crude è inquietante, onesta, commovente: i sentimenti non dovrebbero mai essere proibiti.
Leggendo la lettera ci si sente un po' intrusi, perché si tratta di una lettera molto personale. Kafka può risultare rancoroso e insostenibile da digerire, ma credo che al tempo stesso sia un libro per tutti, anche per coloro - come il sottoscritto - che non hanno vissuto certe situazioni, ma sicuramente hanno sentito il gravare della paura, del fallimento e delle aspettative sulla schiena.
È impressionante come Kafka esponga i doppi vincoli in cui i narcisisti mettono le loro vittime, specialmente i bambini: se una vittima fa x, verrà attaccata, ma se la vittima fa l'opposto di x, verrà attaccata comunque. Le regole della "logica" perversa del narcisista vengono cambiate arbitrariamente, di momento in momento, per giustificare il bullismo, la rabbia, il gaslighting o la violenza del narcisista stesso. È difficile accettare il narcisismo se hai un genitore narcisista. Un genitore dovrebbe amarti, interessarsi ai tuoi sentimenti e convalidarli o aiutarti a gestirli, rassicurarti, incoraggiarti e sostenerti. Tuttavia, un narcisista non vede un bambino come una persona, ma come un possesso. Un bambino sensibile potrebbe soffrire per tutta la vita di depressione e ansia che si intensificano - peraltro non sopravvivendo al padre, come in questo caso - mentre il narcisista non solo non comprenderebbe questo, ma incolperebbe il bambino per una qualche debolezza intrinseca che macchia il nome della famiglia.
Tuttavia, e concludo, l'aspetto che mi ha maggiormente stupito è la precisione, quasi chirurgica, con la quale Kafka scomponga in piccole parti il rapporto col padre e proceda a descrivere le singole situazioni in miriadi di sfaccettature.
Leggendo la lettera ci si sente un po' intrusi, perché si tratta di una lettera molto personale. Kafka può risultare rancoroso e insostenibile da digerire, ma credo che al tempo stesso sia un libro per tutti, anche per coloro - come il sottoscritto - che non hanno vissuto certe situazioni, ma sicuramente hanno sentito il gravare della paura, del fallimento e delle aspettative sulla schiena.
È impressionante come Kafka esponga i doppi vincoli in cui i narcisisti mettono le loro vittime, specialmente i bambini: se una vittima fa x, verrà attaccata, ma se la vittima fa l'opposto di x, verrà attaccata comunque. Le regole della "logica" perversa del narcisista vengono cambiate arbitrariamente, di momento in momento, per giustificare il bullismo, la rabbia, il gaslighting o la violenza del narcisista stesso. È difficile accettare il narcisismo se hai un genitore narcisista. Un genitore dovrebbe amarti, interessarsi ai tuoi sentimenti e convalidarli o aiutarti a gestirli, rassicurarti, incoraggiarti e sostenerti. Tuttavia, un narcisista non vede un bambino come una persona, ma come un possesso. Un bambino sensibile potrebbe soffrire per tutta la vita di depressione e ansia che si intensificano - peraltro non sopravvivendo al padre, come in questo caso - mentre il narcisista non solo non comprenderebbe questo, ma incolperebbe il bambino per una qualche debolezza intrinseca che macchia il nome della famiglia.
Tuttavia, e concludo, l'aspetto che mi ha maggiormente stupito è la precisione, quasi chirurgica, con la quale Kafka scomponga in piccole parti il rapporto col padre e proceda a descrivere le singole situazioni in miriadi di sfaccettature.