A review by thelibraryduck
Playing for the Ashes by Elizabeth George

4.0

La George s'è ripresa. Meno male, ero sinceramente preoccupata.
In questo libro le vette di patema d'animo si fanno quasi insopportabili. Succede di tutto: dal wannabe incesto al fallimento personale, alla sessualità frustrata, ai conflitti familiari, all'omicidio (naturalmente).
Linley e Helen continuano con le loro scenette Harmony. In teoria dovrei odiare Helen, ma è troppo simpatica persino per il mio nero e malvagio cuore; inoltre, forse il fatto che le oche siano obbligatoriamente odiose ha un che di leggenda urbana.
Havers fa amicizia con i nuovi vicini di casa: un pakistano azzimato e la sua bambina, una peste intraprendente. Posso forse sperare in un seguito tra il sergente Havers e Taymullah Comesichiamah? Sì, sì, sto acquisendo la mentalità Harmony che permea la serie. Non sono brava? Se continua così riuscirò persino a commuovermi, un giorno.
Stavolta ho molto apprezzato la costruzione dell'assassino e delle sue motivazioni. Ho anche un po' fatto il tifo per l'assassino, a dire il vero. Sarà che nemmeno io credo all'amore come cosa "senza causa", o alle coppie maleassortite (ne ho viste troppe spaccarsi tra lacrime e sangue). Sarà che anche io, se mi sposassi male, probabilmente mi ostinerei a mandare avanti la baracca contro ogni evidenza, annegando tutto nel lavoro (lo sto già facendo, anche se non con un matrimonio). Sarà che avrei messo anche io fuori i gattini, prima di appiccare l'incendio. Comunque boh, mi ha coinvolto.
C'è anche una tonnellata di psicoanalisi spicciola, del tipo "oh che gegno che è la mia amica psicoanalista con 'ste cose del fuoco e dei serpenti, aspetta che le metto nel libro". Il che, ovvio, mi diverte anche di più.