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A review by kelanth
Il sepolto vivo by Patricia Highsmith
3.0
Secondo libro della serie con protagonista il cinico assassino Tom Ripley, perchè questo è. Scritto da Patricia Highsmith nel 1970, autrice che sta diventando per me, di culto, e che riesce a ribaltare le linee del giallo classico. Nei suoi romanzi, il delitto e il colpevole sono davanti agli occhi del lettore, mai nascosti o velati da enigmi con cui il lettore deve lambiccarsi e l'investigatore vero e proprio non esiste. L'autrice si avvale della colpa che sa scviscerare in maniera sublime e della banalità con cui si può fare del male al prossimo.
In questo secondo episodio della vita di Tom è trascorso qualche anno dall'omicidio di Dickie, che grazie ai soldi dei Greenleaaf, conduce una vita da benestante, quello che aveva sempre desiderato: ha una bella villa a Fontainebleau, dove vive insieme a sua moglie Heloise.
Non ha fonte di reddito, non lavora, passa il tempo a istruirsi leggendo storia e imparando le lingue, fa giardinaggio; i soldi vengono dalla famiglia della moglie molto ricca e da un'organizzazione, nata da una sua idea, che falsifica quadri d'autore. Quando però un collezionista, Mr. Murchison, decide di far sottoporre a verifica un dipinto in suo possesso sulla cui autenticità nutre molti dubbi, e il falsario cade in depressione e decide di confessare tutto, Tom dovrà intervenire per evitare che il suo gioco venga scoperto... e ovviamente lo farà a suo modo, cioè uccidendo alla prima occasione buona.
Anche questa volta riuscirà a farla franca! Ripley, è un eroe fra i più atipici del noir che abbia mai letto. Costruito magistralmente. E' bello, cinico e uomo di mondo. E' un avventuriero e un assassino. Al cinema ha avuto le sembianze di Alin Delon, di Dennis Hopper e di Matt Damon (questo, quello che secondo me, lo ha interpretato meglio).
Quello che non riesco a capire è che sebbene in questo secondo volume molto spesso si pecca di ingenuità, più che nel primo, vedi improbabili maneggi dei cadaveri, le troppo fortuite coincidenze a favore dell'assassino, i poliziotti che sono troppo distratti e molto poco intuitivi, l'eccessiva facilità della trama, questo personaggio maneggia il lettore come le sue vittime e non si riesce a non restarne ammaliati, conquistati, completamente annichiliti da questa figura.
Un metricino scarso sotto terra, tanto per evocarne il titolo, rispetto al primo, ma veramente godibile, al punto di indurmi a leggermi subito il terzo.
In questo secondo episodio della vita di Tom è trascorso qualche anno dall'omicidio di Dickie, che grazie ai soldi dei Greenleaaf, conduce una vita da benestante, quello che aveva sempre desiderato: ha una bella villa a Fontainebleau, dove vive insieme a sua moglie Heloise.
Non ha fonte di reddito, non lavora, passa il tempo a istruirsi leggendo storia e imparando le lingue, fa giardinaggio; i soldi vengono dalla famiglia della moglie molto ricca e da un'organizzazione, nata da una sua idea, che falsifica quadri d'autore. Quando però un collezionista, Mr. Murchison, decide di far sottoporre a verifica un dipinto in suo possesso sulla cui autenticità nutre molti dubbi, e il falsario cade in depressione e decide di confessare tutto, Tom dovrà intervenire per evitare che il suo gioco venga scoperto... e ovviamente lo farà a suo modo, cioè uccidendo alla prima occasione buona.
Anche questa volta riuscirà a farla franca! Ripley, è un eroe fra i più atipici del noir che abbia mai letto. Costruito magistralmente. E' bello, cinico e uomo di mondo. E' un avventuriero e un assassino. Al cinema ha avuto le sembianze di Alin Delon, di Dennis Hopper e di Matt Damon (questo, quello che secondo me, lo ha interpretato meglio).
Quello che non riesco a capire è che sebbene in questo secondo volume molto spesso si pecca di ingenuità, più che nel primo, vedi improbabili maneggi dei cadaveri, le troppo fortuite coincidenze a favore dell'assassino, i poliziotti che sono troppo distratti e molto poco intuitivi, l'eccessiva facilità della trama, questo personaggio maneggia il lettore come le sue vittime e non si riesce a non restarne ammaliati, conquistati, completamente annichiliti da questa figura.
Un metricino scarso sotto terra, tanto per evocarne il titolo, rispetto al primo, ma veramente godibile, al punto di indurmi a leggermi subito il terzo.