A review by makiavellico
Il trono di ghiaccio by Sarah J. Maas

1.0

Caelina, la protagonista di questo libro, è una rincoglionita patentata – questo purtroppo Sarah J. Maas non ce lo dice, lo dico io: e credetemi, è vero.
La storia ufficiale è che la Mary Sue di turno perde i genitori a otto anni, al che viene presa in custodia da un uomo che recluta ragazzi e ragazze per trasformarli in assassini. Dieci anni passano e Caelina è diventata l’assassina più nota e temuta del regno.
Cosa farà – vi chiederete – questa bravissima assassina?
Da brava cretina qual è, tutto tranne che fare l’assassina. Si prova vestitini, si lamenta delle domestiche, flirta con i figoni di turno (perché ogni Young Adult deve avere due boni che sbavano dietro alla Mary Sue, ovvio), mangia, legge, e giusto ogni tanto si ritrova a portare avanti la trama. Del resto questo libro è l’esempio perfetto di come molte autrici YA non abbiano proprio idea di cosa lo show, don’t tell: ti viene detto che Caelina è un’assassina abilissima, che ha traumi dovuti al suo passato, che è molto intelligente, che ama leggere, che s’intende di politica… peccato che niente, ma proprio niente, provi queste fantomatiche abilità, anzi vengono ripetutamente smentite. Quello che c’è sulla carta non corrisponde a quello che ci viene mostrato: lei e il principe (uno dei due figoni che le va dietro – e ci mancherebbe che non fosse un principe) discutono di libri e politica, ma questo viene solo accennato, mai mostrato nei dialoghi; ci viene detto che è la migliore degli assassini, e ciononostante passa tutto il tempo al castello a sbattersene delle prove perché è troppo impegnata a portare avanti un teatrino degno di una romcom con i due boni che le vanno dietro che per me poteva pure essere uno solo, tanto sono identici, cambia solo il fatto che lei sia palesemente attratta dal principe.
Quanto all’intelligenza, basti sapere che nonostante gli indizi per giungere alla soluzione di un mistero cardine della trama le vengano offerti su un piatto d’argento, Caelina ci arriva solo e soltanto quando becca il suddetto sulla scena del crimine. E qui due sono le cose: o Sarah J. Maas pensa che i lettori siano pirla come la protagonista, oppure non gliene frega un bel niente.
Vorrei quantomeno spendere parole positive per gli altri personaggi, ma in questo castello non c’è nessuno se non il re, che se ne va venti pagine dopo aver detto che ha indetto il torneo per suo divertimento (logico), il principe che va a scuola, una principessa a caso che ha mezzo neurone in più della protagonista (non che sia difficile), e una tipa del cui nome non ce ne frega una mazza perché tanto l’unica cosa che fa è drogare la protagonista perché gelosa del rapporto che ha con il principe.
Un libro che consiglio solo per farsi due risate.