A review by francescadececchi
Il re delle cicatrici by Leigh Bardugo

4.0

Ho veramente iniziato questo libro con aspettative molto basse perché avevo sentito ogni genere di insulto. Invece, stranamente, mi è piaciuto.
Di sicuro non è all'altezza della dilogia di Sei di Corvi, e neanche del solo libro di Sei di Corvi, ma credo che difficilmente riusciremo a superarlo (perché in tutta onestà lo considero uno dei più bei libri mai letti, insieme al suo sequel, fantasy o non fantasy), ma ha confermato che il vero problema di Tenebre e Ossa, per me almeno, erano proprio Alina (e Mal, ovviamente, non serve che lo dica).
I personaggi secondari di Tenebre e Ossa sono quello che mi ha portato a finire – con somma, immensa, fatica – la trilogia, e ritrovarli qui non ha fatto altro che rinnovare il mio amore per loro (Nikolai in primis, ma anche Zoya e Genya). Sono riuscita a farmi piacere anche i personaggi nuovi, a piangere sui capitoli di Nina (damn Bardugo, that was so unnecessary), a pensare “Oh, ehi! Deve essere questo il plot twist. Ci sono arrivata a metà libro circa, I'm a genius” e a ricredermi nelle ultime, maledette pagine (damn, Bardugo, what in the Harry Potter and the Goblet of Fire was that?), a parlare di questo libro con una persona che ha idea di cosa sia il Grishaverse se non che c'è una serie Netflix che probabilmente non vedrà mai.
Quindi sì, mi è piaciuto, un bel cliffhanger finale, non vedo l'ora di scoprire come al Bardugo possa rovinare tutto nel prossimo libro (sempre ammesso che lo faccia davvero).