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A review by pino_sabatelli
Il cuore dell'uomo by Jón Kalman Stefánsson
4.0
Quattro stelle e mezza.
Ci sono libri per i quali è secondario esprimere un giudizio di valore, dire se sono belli o brutti. Sono i libri che definisco “necessari”, cioè quelli in cui si percepisce che l’autore non avrebbe potuto fare a meno di scriverli. Sono libri di cui si avverte l’urgenza, l’ineluttabilità, la sincerità.
A mio avviso la Trilogia del ragazzo di Stefánsson, è una di quelle opere.
Per la storia rimando alle sempre completissime note in quarta di copertina di Iperborea. Mi limiterò a dire che è ambientata in Islanda alla fine del XIX secolo e che inizia come la storia di un ventenne: il “ragazzo” (non se ne rivelerà mai il nome, quasi a non sminuirne la potenza archetipica). Ben presto, però, ci si trova proiettati in un romanzo a più voci, quasi un romanzo collettivo, anche se si sviluppa in uno spazio abbastanza limitato (il Villaggio – anch’esso mai nominato – e alcuni paesi vicini), spazio reso quasi asfittico e claustrofobico da una natura brutale, e in un tempo piuttosto breve, più o meno tre mesi.
La recensione completa su http://www.ifioridelpeggio.com/paradiso-inferno-e-quel-che-ce-nel-mezzo-la-trilogia-del-ragazzo-di-jon-kalman-stefansson/
Ci sono libri per i quali è secondario esprimere un giudizio di valore, dire se sono belli o brutti. Sono i libri che definisco “necessari”, cioè quelli in cui si percepisce che l’autore non avrebbe potuto fare a meno di scriverli. Sono libri di cui si avverte l’urgenza, l’ineluttabilità, la sincerità.
A mio avviso la Trilogia del ragazzo di Stefánsson, è una di quelle opere.
Per la storia rimando alle sempre completissime note in quarta di copertina di Iperborea. Mi limiterò a dire che è ambientata in Islanda alla fine del XIX secolo e che inizia come la storia di un ventenne: il “ragazzo” (non se ne rivelerà mai il nome, quasi a non sminuirne la potenza archetipica). Ben presto, però, ci si trova proiettati in un romanzo a più voci, quasi un romanzo collettivo, anche se si sviluppa in uno spazio abbastanza limitato (il Villaggio – anch’esso mai nominato – e alcuni paesi vicini), spazio reso quasi asfittico e claustrofobico da una natura brutale, e in un tempo piuttosto breve, più o meno tre mesi.
La recensione completa su http://www.ifioridelpeggio.com/paradiso-inferno-e-quel-che-ce-nel-mezzo-la-trilogia-del-ragazzo-di-jon-kalman-stefansson/