A review by matfromthebooks
The Ninth Rain by Jen Williams

4.0

La città di Ebora, un tempo sede di un rigoglioso e potente impero, è ormai l’ombra di sé stessa. Ridotta in rovina in seguito alla morte dell’Albero Dio, guida spirituale e origine di una linfa in grado di donare una vita immortale, è il rifugio di un popolo perduto, prossimo all’estinzione.
Tormalin rifiuta questa condizione, rifugge la rassegnazione della sua gente, e decide di lasciare la patria nel tentativo di trovare una cura, una possibilità di rivalsa. Ad accompagnarlo nella sua cerca, Vincenza de Grazon, esploratrice e studiosa degli Jure’lia, esseri venuti dal cielo, acerrimi nemici deli Eboriani.
 
Non desidero dilungarmi oltre nella presentazione della trama di The Ninth Rain, perché uno dei piaceri del libro è stato scoprirne gli elementi, inaspettati, un poco per volta: gli accenni delle prime pagine non lasciano intuire la portata di una vicenda che è in realtà ampia e complessa, costruita mediante un worldbuilding affascinante e ingegnoso, per molti versi originale.
Partiamo da un mondo dai caratteri medievaleggianti, ma poi ci apriamo a situazioni che sfiorano il fantascientifico, tra creature insettoidi, navi volanti e camminatori dei sogni.
 
Dotata di uno stile scorrevole e accessibile anche ai meno avvezzi alla lingua – se escludiamo alcune, rapide parentesi dedicate proprio alla generazione del mondo – Jen Williams architetta una storia dal ritmo sostenuto, con personaggi che la reggono degnamente. Dal guerriero redento alla ragazza dotata di un potere misterioso, fino al sicario ricattato e costretto a uccidere, alcune figure potranno apparire, di primo acchito, molto simili ad altre già viste, ma basterà poco per capire che, tra i pregi dell’autrice, vi è un’attenta caratterizzazione.
 
The Ninth Rain è una piacevole avventura, un viaggio curioso fatto di scoperte e dialoghi arguti e frizzanti, arricchito da un finale epico in grado di lasciare una curiosità enorme per ciò che potrà accadere nel secondo volume.