A review by giulia_c2001
Perduti nei Quartieri Spagnoli by Heddi Goodrich

4.0

Heddi è una ragazza americana trasferitasi a Napoli per studiare glottologia all'Orientale. Nel romanzo Heddi parla in prima persona e racconta dei suoi anni universitari e, soprattutto, della sua storia d'amore con Pietro.
Leggendo le pagine di questo romanzo mi sono sentita immergere nelle atmosfere dei miei anni universitari; gli amici, le serate a suonare la chitarra, a chiacchierare, a condividere momenti unici e irripetibili. Solo la città non è la stessa; qui siamo a Napoli e l'autrice la rende coprotagonista della storia. Descrive, in particolare, i Quartieri Spagnoli, i suoi abitanti, i suoi bassi, le sue palazzine pericolanti e i piani abusivi. E poi descrive la Napoli sotterranea, piena di mistero, rendendo la città una figura a sè e il Vesuvio suo fedele compagno.
Il racconto è, però, la narrazione della storia d'amore tra Heddi e Pietro, studente di geologia. Durante la lettura conosciamo bene i due ragazzi. Lei è dolce e sensibile, ma allo stesso tempo determinata e sicura di se. Lui è apparentemente forte e schietto, in realtà è succube dei genitori ed è fragile e insicuro. Pietro non mi è piaciuto affatto, né durante la relazione con Heddi, né dopo quando i due instaurano una fitta corrispondenza via email. Non mi è piaciuto per la sua continua indecisione e il suo essere inchiodato alle piccole realtà della sua terra, da cui non vuole distaccarsi, nemmeno per Heddi, nonostante con le parole affermi l'esatto contrario. Heddi, a sua volta, ne è succube e continua a credergli fino alla fine.
Fondamentalmente, si tratta del racconto di due giovani, con i loro sogni, le loro aspettative, con la loro volontà di emanciparsi da una realtà quotidiana che però li lega stretti.
Il linguaggio usato dall'autrice è superlativo. È uno dei romanzi più ben scritti che abbia mai letto, nonostante l'autrice non sia nemmeno italiana. È, però, da una parte un pregio, ma dall'altra mi è sembrato che volesse far sfoggio del suo italiano perfetto lasciandosi andare a considerazioni filosofiche troppo arzigogolate che rallentano moltissimo il ritmo di lettura.
Ciononostante si tratta di un romanzo interessante e gradevole, che si legge facilmente e che fa immergere in atmosfere leggere e sognanti proprie di chi è giovane fuori sede in una città universitaria.