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A review by momotan
Sharpe's Prey by Bernard Cornwell
3.0
Finalmente Sharpe è arrivato nel suo nuovo battaglione, i nuovi Rifle, dopo aver marcato presenza a Trafalgar e aver lì conquistato la bella e nobile Grace.
Può ora godersi i suoi successi in santa pace, il povero Dick?
Ovviamente no.
E quindi lo ritroviamo senza soldi, alle strette con la sua Compagnia e incastrato nel ruolo di Quartiermastro, impossibilitato perfino a vendere il suo grado visto che non era stato comprato ma ottenuto come ricompensa.
E a questo si aggiunge il ricordo persistente di Grace, e indizio dopo indizio cominciamo a immaginare cosa sia successo tra i due al ritorno nel mondo civile, fino alla completa confessione di Sharpe.
In questo stato pietoso, cosa potrebbe mai fare il nostro eroe britannico?
Beh, per prima cosa regolare finalmente i conti col passato, come si riprometteva di fare da quattro libri. E poi incappare casualmente in una vecchia conoscenza che lo carica di peso in una nuova avventura, questa volta a Copenhagen.
Copenhagen, 1807, una città affascinante e ingenua, quasi ultraterrena.
Schiacciata però nella morsa tra la Francia di Napoleone e l'Inghilterra, con entrambe le potenze che puntano alla sua flotta. Napoleone per sostituire quella persa due anni prima e tentare di nuovo l'invasione dell'Inghilterra, i suoi avversari invece semplicemente per impedirglielo.
Il compito di Sharpe è quello di fare la guardia del corpo a un inviato del Duca di York, nativo danese, che sta andando dal principe della Danimarca per corromperlo con un forziere pieno di soldi e convincerlo a parcheggiare temporaneamente le sue navi in Gran Bretagna.
Non occorre dire che le cose volgeranno al peggio, ci sarà una guerra, Sharpe verrà tradito e tenterà con tutto sé stesso di vendicarsi, e incontrerà una bella ragazza di cui si innamorerà perdutamente, vero?
Occorre però dire che per quanto stavolta il terreno sia congeniale a Dick, e per quanto sia interessante vedere l'evoluzione psicologica del personaggio, il modo in cui Sharpe presenzia a questa battaglia sa di enorme forzatura.
Non so, non sono riuscito a rendermelo minimamente credibile, e purtroppo la cosa inficia tutta la storia per quanto mi riguarda.
Comunque si legge volentieri, scorre piacevolmente, e fa scoprire l'ennesima battaglia napoleonica di cui non ho mai saputo niente in precedenza.
Può ora godersi i suoi successi in santa pace, il povero Dick?
Ovviamente no.
E quindi lo ritroviamo senza soldi, alle strette con la sua Compagnia e incastrato nel ruolo di Quartiermastro, impossibilitato perfino a vendere il suo grado visto che non era stato comprato ma ottenuto come ricompensa.
E a questo si aggiunge il ricordo persistente di Grace, e indizio dopo indizio cominciamo a immaginare cosa sia successo tra i due al ritorno nel mondo civile, fino alla completa confessione di Sharpe.
In questo stato pietoso, cosa potrebbe mai fare il nostro eroe britannico?
Beh, per prima cosa regolare finalmente i conti col passato, come si riprometteva di fare da quattro libri. E poi incappare casualmente in una vecchia conoscenza che lo carica di peso in una nuova avventura, questa volta a Copenhagen.
Copenhagen, 1807, una città affascinante e ingenua, quasi ultraterrena.
Schiacciata però nella morsa tra la Francia di Napoleone e l'Inghilterra, con entrambe le potenze che puntano alla sua flotta. Napoleone per sostituire quella persa due anni prima e tentare di nuovo l'invasione dell'Inghilterra, i suoi avversari invece semplicemente per impedirglielo.
Il compito di Sharpe è quello di fare la guardia del corpo a un inviato del Duca di York, nativo danese, che sta andando dal principe della Danimarca per corromperlo con un forziere pieno di soldi e convincerlo a parcheggiare temporaneamente le sue navi in Gran Bretagna.
Non occorre dire che le cose volgeranno al peggio, ci sarà una guerra, Sharpe verrà tradito e tenterà con tutto sé stesso di vendicarsi, e incontrerà una bella ragazza di cui si innamorerà perdutamente, vero?
Occorre però dire che per quanto stavolta il terreno sia congeniale a Dick, e per quanto sia interessante vedere l'evoluzione psicologica del personaggio, il modo in cui Sharpe presenzia a questa battaglia sa di enorme forzatura.
Non so, non sono riuscito a rendermelo minimamente credibile, e purtroppo la cosa inficia tutta la storia per quanto mi riguarda.
Comunque si legge volentieri, scorre piacevolmente, e fa scoprire l'ennesima battaglia napoleonica di cui non ho mai saputo niente in precedenza.