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A review by fedelikeslego
La Grande Casa by Marco Bullita
medium-paced
- Plot- or character-driven? Plot
- Strong character development? No
- Loveable characters? No
- Diverse cast of characters? No
- Flaws of characters a main focus? No
1.0
Cerco di essere buona. Mi aspettavo molto meglio per essere stato scritto da un ragazzo di 16 anni, avrei capito il caos se ne avesse avuti 12, 14, ma non 16, certe cose non si potevano proprio sentire: "Insegno presso l'università del Brasile", non vuol dire niente, perché nessuno ti ha detto che non vuol dire niente. Sono successe 1000 cose a caso, l'unione più random ma uscita male di tutti i film horror e qualche Indiana Jones, cose che non portavano da nessuna parte (vado a destra, a destra c'è solo un muro quindi torno indietro e vado a sinistra, tanto vale che non lo mettevi). Le mie parti preferite perché erano davvero senza senso sono state: Insegno presso l'università del Brasile, Fabbrica di scarpe abbandonata con catapulta che lancia in una specie di forno, Jessica che non fa niente tutto il libro e poi compare per tradurre una frase in latino, i flashback che non portano da nessuna parte, letteralmente le decine di personaggi la cui utilità era mostrare che forte fosse il protagonista e che dopo essere state nominate morivano (non facevano nient'altro, comparivano e in 5 righe erano morte), collane con zaffiri di cui non si è capita l'utilità ma che venivano ripetute mille volte, lui che cerca Perù su quella che sembra Wikipedia e compare una foto delle sue scuole medie nella pagina (ma quando mai) e i messaggi criptati che vengono risolti da altri personaggi ma non si capisce come (semplicemente basta spostare qualche lettera e togliere i numeri ecco, questo detto in mezza frase, ma non metterlo direttamente, non ci sarebbe arrivato nessuno). Marco tutto il bene del mondo però davvero, se vuoi fare una bella storia, perché la scrittura non era troppo male, le cose devono avere uno scopo, se le cose non hanno senso non metterle, perché davvero, non ho capito un accidente di quello che sia successo se non che il protagonista sopravvive, troppi nomi, troppi luoghi (se vuoi mettere così tante ambientazioni e persone devi svilupparle, altrimenti non si capisce davvero niente). Altro consiglio! Presta attenzione alle nazionalità e ai nomi, falle combaciare, è improbabile che un Italiano nato da genitori italiani si chiami Kotaro o Rashad, allo stesso modo i peruviani avranno i loro nomi tipici, non chiamarli Jack, Jessica e Micheal.