A review by francescomartini
Il trono di spade by George R.R. Martin

5.0

Che dire? Una grande scoperta. Di solito tendo a diffidare delle cosiddette letture "mainstream", ma questo libro è stato una piacevole eccezione. E' un po' difficile, ad ogni modo, stilare un'analisi tecnica di cosa ho apprezzato, anche se alcune osservazioni su tutte mi vengono alla mente.
Si tratta, è bene precisarlo, di quello che è noto come low fantasy, pertanto qualcosa che ho trovato piuttosto lontano dalla mia esperienza con Tolkien (il cui paragone mi appare, forse per la mia giovinezza nel genere, inevitabile). Scordatevi il linguaggio aulico e altisonante di Elfi e Stregoni, qui si parla come nelle più burbere sagre di paese (e si mangia due volte tanto), scordatevi gli eroi limpidi e immacolati del mondo di Arda, qui abbiamo puttane e figli bastardi, scordatevi la provvidenza salvifica delle battaglie tra bene e male, qui le morti arrivano improvvise, truci, insulse e soprattutto in grandi quantità.
Tuttavia, pur risultando così distante dal capolavoro di Tolkien, questo libro riesce, percorrendo un'altra via, a rasentare la perfezione. Perché? Per due motivi su tutti.
-L'intreccio
-Lo stile

Ecco fatto. Che cosa si chiede di più a un romanzo? Cosa altro si vuole quando sono gestiti al meglio questi due aspetti? L'intreccio è tessuto alla perfezione, con tutte le cose piazzate nel punto giusto per poter ritornare alla fine; lo stile è snello, agile, sorprendentemente scorrevole per un libro di questa mole. In particolare mi colpiscono i dialoghi: come diavolo farà a conciliare dialoghi degni del peggior pulp ad aforismi così provocanti?
Insomma, letteralmente un libro a cui vale la pena di dedicare il proprio tempo. Grazie a tutti quelli che, direttamente o indirettamente, me lo hanno consigliato.