Scan barcode
A review by carmenna
The Life She Left Behind by Nicole Trope
3.0
La serena vita di Rachel sembra d'improvviso andare a rotoli: sua madre, a cui è legatissima, sta per morire di cancro; il lavoro di suo marito è in pericolo; la loro casa dei sogni, appena acquistata, è in un quartiere ancora disabitato e inquietante, e, quel che è peggio, l'incubo più spaventoso della donna, da cui era riuscita a sfuggire da bambina, si sta lentamente materializzando di nuovo davanti ai suoi occhi...
Blame, Forgotten e My daughter's secret, i romanzi di Nicole Trope che hanno preceduto The life she left behind, mi erano piaciuti moltissimo. Perciò, dopo un attimo di titubanza, ho scelto di leggere questo libro nonostante la trama poco convincente.
Purtroppo, però, ho riscontrato due problemi principali. Innanzitutto, la storia non è per niente originale e, mi duole scriverlo, anche abbastanza prevedibile. Inoltre, la tematica affrontata, ovvero la violenza domestica, è davvero pesante.
Ad essi si sono aggiunti una protagonista piuttosto piatta, per la quale ho provato solo indifferenza, ed un finale troppo frettoloso e buonista.
Ho spesso pensato di abbandonare il romanzo, e di sicuro non morivo dalla voglia di continuare a leggerlo.
Ciò che, nonostante tutto, non mi ha fatto mollare, è stata la prosa della scrittrice. Sempre eccellente, e, se possibile, anche migliorata rispetto ai romanzi precedenti.
Ho apprezzato inoltre il racconto secondo diversi punti di vista, l'impegno della Trope nel cercare di tenere celate le identità di Little bird e del narratore senza nome, l'uso delle bamboline troll per creare una tensione crescente nella protagonista (purtroppo non nel lettore) e, soprattutto, la riflessione sulla scelta compiuta dalla madre di Rachel.
I capitoli in cui è l'"uccellino" a parlare, rappresentano il racconto, da parte di una bambina di soli sei anni, delle reiterate violenze domestiche subite dalla mamma, a cui fa sempre male la testa a causa dei "fiori dolorosi" che il padre le fa sbocciare sul viso. Un padre spaventoso e crudele, a cui si aggiunge un fratello violento, che, piuttosto che essere un porto sicuro, diventa ben presto un'ulteriore fonte di paura.
Il palpabile timore della bimba, il suo vivere in uno stato di continua tensione, ne fanno i capitoli più potenti e devastanti.
The life she left behind è sicuramente una storia ben raccontata e ancor meglio scritta, che affronta tematiche importanti e che può di certo piacere, ma a cui manca quel qualcosa di speciale che aveva reso gli altri romanzi dell'autrice così accattivanti e impossibili da mettere giù.
http://iltesorodicarta.blogspot.com/2020/07/the-life-she-left-behind.html
Blame, Forgotten e My daughter's secret, i romanzi di Nicole Trope che hanno preceduto The life she left behind, mi erano piaciuti moltissimo. Perciò, dopo un attimo di titubanza, ho scelto di leggere questo libro nonostante la trama poco convincente.
Purtroppo, però, ho riscontrato due problemi principali. Innanzitutto, la storia non è per niente originale e, mi duole scriverlo, anche abbastanza prevedibile. Inoltre, la tematica affrontata, ovvero la violenza domestica, è davvero pesante.
Ad essi si sono aggiunti una protagonista piuttosto piatta, per la quale ho provato solo indifferenza, ed un finale troppo frettoloso e buonista.
Ho spesso pensato di abbandonare il romanzo, e di sicuro non morivo dalla voglia di continuare a leggerlo.
Ciò che, nonostante tutto, non mi ha fatto mollare, è stata la prosa della scrittrice. Sempre eccellente, e, se possibile, anche migliorata rispetto ai romanzi precedenti.
Ho apprezzato inoltre il racconto secondo diversi punti di vista, l'impegno della Trope nel cercare di tenere celate le identità di Little bird e del narratore senza nome, l'uso delle bamboline troll per creare una tensione crescente nella protagonista (purtroppo non nel lettore) e, soprattutto, la riflessione sulla scelta compiuta dalla madre di Rachel.
I capitoli in cui è l'"uccellino" a parlare, rappresentano il racconto, da parte di una bambina di soli sei anni, delle reiterate violenze domestiche subite dalla mamma, a cui fa sempre male la testa a causa dei "fiori dolorosi" che il padre le fa sbocciare sul viso. Un padre spaventoso e crudele, a cui si aggiunge un fratello violento, che, piuttosto che essere un porto sicuro, diventa ben presto un'ulteriore fonte di paura.
Il palpabile timore della bimba, il suo vivere in uno stato di continua tensione, ne fanno i capitoli più potenti e devastanti.
The life she left behind è sicuramente una storia ben raccontata e ancor meglio scritta, che affronta tematiche importanti e che può di certo piacere, ma a cui manca quel qualcosa di speciale che aveva reso gli altri romanzi dell'autrice così accattivanti e impossibili da mettere giù.
http://iltesorodicarta.blogspot.com/2020/07/the-life-she-left-behind.html