A review by logolepsy_e
Una del giro by Sacha Rosel, Sara Gran

2.0

Una ex-tossica dalla vita modesta, che si mantiene facendo la ladruncola e che cerca disperatamente di non cascare di nuovo nel circolo vizioso della droga viene ingaggiata da un ricco avvocato per ritrovare la figlia che pare abbia iniziato a drogarsi.
Ecco la premessa di questo noir ambientato nella New York degli anni '50 dal quale, sinceramente mi aspettavo qualcosina in più. La storia in sè è buona e interessante e sicuramente è un romanzo coinvolgente che fa venire voglia di continuare a leggerlo, ma non ha assolutamente alcuno spessore.
I personaggi non sono minimamente caratterizzati, a partire dalla protagonista stessa che, spesso, ci accenna cose del suo passato da tossica che sarebbero interessanti da scoprire, ma che poi non vengono quasi mai sviluppate. Tutti gli altri personaggi che compaiono, fatta forse eccezione per la sorella Shelley, sono piccole comparse a cui viene data talmente poca importanza da scordarsi il nome subito dopo averlo letto.
Persino il tema della droga, che a mio avviso avrebbe dovuto essere predominante, stenta a venir fuori. Ogni cosa al riguardo viene appena accennata, nessuna introspezione, nessuna riflessione, anche pochissime spiegazioni. Solo nomi di spacciatori, qualche indizio sugli orrori che vivono i tossici e null'altro.
Tutto quello che c'è all'interno di questo romanzo è una trama lineare sviluppata in modo rapido e approssimativo, sviluppando unicamente i fatti, incastrati uno dietro l'altro in rapidissima successione. In questo modo il libro si legge parecchio in fretta, ma purtroppo, a fine lettura, rimane ben poco (se non l'amaro in bocca per la conclusione).