A review by natsilene
Ubik by Philip K. Dick

5.0

"Io sono UBIK. Prima ancora dell'Universo. Io sono. Io ho creato tutti i Soli .Io ho creato tutti i Pianeti. Io ho creato tutti gli Esseri viventi ed i luoghi in cui vivono; ed Io li comando a mio giudizio.Loro vanno dove Io dico, e fanno ciò che Io comando.Io sono la parola. Il mio Nome non è stato mai pronunciato, perché è il nome che nessuno conosce.Io sono chiamato UBIK, ma questo non è il mio Nome.Io sono. Io sarò Eterno" (Cap.17).
Sicuramente alla domanda: "Credi nella vita dopo la morte?" Dick avrebbe risposto :"Come fai a essere sicuro di non essere già morto?".
Ubik, ubiquità. Ubik è qualcosa di diverso in ogni capito, Ubik è reale e al tempo stesso non lo è. Ubik sfugge alle definizioni.
Precog (Precognitivi) e Teeps (e telepati) sono affrontati da un uomo che si serve di altri individui dai poteri Psi e viene consigliato da una moglie ibernata in uno stato di semi-vita in una clinica specializzata in Svizzera.Ibernato vicino a lei c'è un ragazzo che sottrae energia vitale ai suoi compagni in semi-vita. C'è una ragazza in grado di modificare il passato e c'è una trama che da fantascientifica finisce per essere...
A discapito di quello che si pensa, Philip K. Dick ha avuto poche esperienze con le droghe, ma dalle poche volte che ha preso LSD ha tratto ispirazione per la stesura di alcuni dei suoi romanzi più noti e apprezzati. Credo che Ubik sia uno di questi anche se non sono così sicuro.
Si fondono perfettamente paranormale e tecnologia, vita e non vita, tutto viene messo in dubbio, le certezze crollano insieme a tutto il resto. La decomposizione della mente non si riesce a distinguere da quella dell'universo.
Uno dei due piani di realtà è in continuo decadimento e si trasforma inesorabilmente, l'altro è ispirato allo stato di sospensione del Bardo Thodol.
Io sono vivo, voi siete morti