A review by itsgiuliabtw
Il suggeritore by Donato Carrisi

2.0

⭐️ ½

Molti scrittori di thriller cadono in una trappola molto comune: credere che più un libro è raccapricciante, più è degno di nota. Carrisi è, o almeno lo era al tempo del suo debutto, uno di quelli.

Ma “Il suggeritore” è raccapricciante? Ti farà rigirare nel letto con il terrore del buio? Dopo averlo letto ti ritroverai a guardarti alle spalle ogni due metri?

No. Se riesci a guardarti una puntata di NCIS senza coprirti gli occhi (alquanto semplice per una persona che ha superato i dieci anni), l’unica cosa in cui riuscirà “Il suggeritore” è farti storcere il naso. Tenta di essere Criminal Minds, con il pizzico di pepe in più aggiunto dal fatto che le vittime sono bambine, ma fallisce miseramente. Persino Bones, la serie tv, è più impressionante.

Suddividerò la recensione in due: THE GOOD e THE BAD.

THE GOOD

Carrisi ha una penna niente male. Già in questo primo libro, Carrisi dimostra di essere un discreto scrittore. Apprezzo quando uno scrittore riesce a dar vita ai luoghi in cui si svolge la storia. Ma più sullo stile dopo.

THE BAD

Si, lo so, anche io mi sarei aspettata più punti positivi ma non posso mentire a me stessa.

Partiamo dai personaggi: qualcuno nelle recensioni li ha definiti “flat as a pancake”, ovvero “piatti come un pancake”. Concordo appieno, forse per gentilezza potrei osar dire che non sono i classici pancake americani ma bensì i “fluffy pancake” giapponesi, quelli alti e soffici.

Un elogio a Carrisi per essere riuscito a farmi provare qualcosa di intenso nei confronti di uno dei suoi pancakes: Mila Valasquez. Raramente ho desiderato stringere le dita attorno alla gola di un personaggio e osservare la vita che lascia i suoi occhi: con Mila è successo. Al contempo avrei voluto prenderla a schiaffi nella speranza che accendesse il cervello, sbatterle la testa al muro così magari avrebbe smesso di fare la emo, e ancora investirla con un tir con la patente che non possiedo perché chiudesse quella dannata bocca.

Mila, come ha detto un’altro recensioni ancora, “it’s not like other girls”. Lei è diversa, è unica. Carrisi ci prova a renderla interessante e apprezzo il suo sforzo. Purtroppo però non è stato sufficiente, 5+ per l’impegno ci rivediamo a settembre.

Stupidaggini a parte, Mila è incapace di provare empatia per gli altri. Mila ne è consapevole ed è amareggiata da questa sua incapacità. Questo dettaglio potrebbe rendere il personaggio di Mila interessante, una protagonista ambigua con una giustificazione per i suoi pensieri spesso ridicoli (es."tutto ciò che le restava era la rabbia" cos'è, una ragazzina?) e invece... no. Mila non prova empatia, punto e fine della storia. Non chiedetemi come questo influenzi la sua vita, non ne ho la minima idea. Nessuno lo sa, ogni tanto ci viene ricordata questa sua particolarità con qualche frase come "guardai le sue lacrime e non provai nulla" o la sua attitudine a tagliarsi le cosce ogni volta che si sente leggermente in colpa per la sua mancanza di empatia (cosa insensata). Perché una persona che non prova empatia dovrebbe preoccuparsene? Molti non provano empatia e non si pongono alcun problema, perché Mila si? Come questa cosa influisce sul suo modo di pensare e comportarsi - oltre l’autolesionismo?Bella domanda, senza risposta.

Gli altri personaggi sono tutti delle cartoline con poca personalità, privi di una vera importanza per la trama.

Non mi esprimerò sulla scena di sesso a mio avviso patetica è inutile tra Goran e Mila. O in generale sul personaggio di Goran, il classico criminologo affascinante, capace di entrare nella mente dei serial killer e nelle mutande della protagonista- okay la smetto.

Carrisi ci prova a rendere questi personaggi interessanti con un divorzio qua, un complice là, ma fallisce miseramente. Basti vedere anche l’esempio di Mila di poche righe prima: è “speciale” perché ci viene detto ma le azioni non rispecchiano questa sua caratteristica.

Peccato, diverse occasioni sprecate.

La mia critica allo stile è una: Carrisi ogni tanto si fa prendere troppo la mano e risulta goffo nel tentativo di scrivere in maniera più elevata.

La trama. Oh, la trama. Un insieme di coincidenze, cazzate e… cazzate. Quando si scopre che due dei poliziotti hanno fatto qualcosa di inaspettato e criminale, sono tutti scioccati fino a quando arriva una spiegazione fondamentalmente idiota e insensata.

Ogni scoperta avviene grazie a fortuite coincidenze. I protagonisti sono privi di qualsiasi capacità investigativa. E se per metà libro un fan qualunque di Criminal Minds è capace di unire i puntini prima di questi esperti bravissimi nel loro lavoro, dalla metà in poi non ci sono più indizi utili e tutto viene scoperto così, grazie a conigli tirati fuori dal cilindro per farti dire “no vabbè, ma come hanno fatto ad arrivare a questa conclusione???”.

Poi dirò solo: a un certo punto arriva una suora psichica. Basta, credo che queste due parole siano abbastanza.




GRANDE SPOILER DI SEGUITO

A un certo punto viene rivelato che Goran ha ucciso sua moglie e suo figlio quando sua moglie lo ha lasciato e poi è tornata a prendere il figlio, che voleva seguirla. Per tutto il libro, ha semplicemente immaginato che suo figlio fosse vivo e presente. Il lettore quindi si chiede cosa porti un uomo teoricamente sani mentalmente a uccidere la moglie e il figlio - no l’evento triste non è una giustificazione? E che dire, qui Carrisi da il meglio di sè: Goran aveva ascoltato le registrazioni delle folli divagazioni di un prigioniero a se stesso. Il criminale ripeteva ossessivamente la parola "uccidere".

E voi ora giustamente vi starete chiedendo: e quindi?

E quindi questo criminale è in realtà il nostro assassino, il “suggeritore” che già sapeva che sarebbe stato spiato e che Goran sarebbe stato assegnato ad ascoltarlo. E quindi Goran ha ucciso la famiglia “perché li amavo” dopo che le registrazioni gli han fatto il lavaggio del cervello. E si è lanciato dalla finestra finendo in coma.

Va beneeee.

Non fatemi esprimere sul killer che ha influenzato colui che ha rapito Mila e tutta sta roba quindi era un piano assurdo per arrivare a lei, tutto sto ambaradan era per lei.



Stendiamo un velo pietoso su questa grande delusione.