A review by ilariam
La città di ottone by S.A. Chakraborty

5.0

Il 9 giugno 2020 arriva La città di Ottone, primo volume della trilogia The Daevabad di S. A. Chakraborty. Ringrazio Oscar Vault per aver avuto la possibilità di leggere in anteprima il romanzo.

Non sono un'esperta di fantasy, anche se ultimamente mi sono concessa qualche incursione nel genere. Sarà per questo che ogni volta che il viaggio in questi territori semi-sconosciuti mi appaga, i miei toni diventano piuttosto entusiasti: se una quasi neofita come me ha gradito, la storia ha un suo perché, e non si limita a soddisfare i soliti fan abituati ad un certo tipo di narrazione con tutte le sue convenzioni.

Nahri è una ragazza senza famiglia che vive di espedienti ne Il Cairo del XVIII secolo. Raggira sciocchi creduloni, propinando pozioni e amuleti, e arrotondando con qualche furterello. Eppure il suo non è tutto fumo: da che ne ha memoria, è sempre stata in grado di intuire lo stato di salute di una persona, diagnosticando istintivamente malattie, oltre ad avere la capacità di guarire con estrema rapidità. Il suo sogno è di riuscire a racimolare abbastanza soldi da poter andare ad Istanbul e farsi accettare come studentessa di medicina. Tutto cambia dopo una zār, l'esorcismo rituale femminile utilizzato per allontanare i jinn che hanno preso possesso di un individuo: avrebbero dovuto essere solo canti e danze volte ad assicurarle un pasto gratuito, eppure quella sera stessa si trova ad essere bersaglio di spiriti maligni, non certo armati di buone intenzioni. Probabilmente farebbe una brutta fine se non fosse per un jinn guerriero risvegliatosi insieme ai suoi nemici: Dara, incondizionatamente fedele all'antica dinastia Nahid, è pronto a tutto per difendere la strana ragazza che si trova di fronte, riconoscendo in lei l'ultima discendente della stirpe (anche se con il sangue un po' "annacquato" da frequentazioni umane). Volente o nolente, Nahir viene trascinata su un tappeto volante alla volta di Daevab, l'antica città di ottone fondata dai suoi antenati, una città magica, nascosta agli occhi degli uomini, dove verrà coinvolta suo malgrado nella lotta tra le varie tribù jinn, e tra questi e gli shafit (il frutto dell'unione tra un un jinn e un essere umano). 

Ho apprezzato moltissimo l'ambientazione araba e i riferimenti a leggende come quelle dei "geni", con tanto di tappeti volanti. Il mondo fantastico creato da S. A. Chakraborty è estremamente affascinante, ed è davvero difficile non farsi coinvolgere. 

Nonostante qualche piccola ingenuità (principalmente nella sottotrama romantica dagli sviluppi alquanto prevedibili), la storia è senza dubbio molto solida, in grado di tenere il lettore incollato alla pagina.

Abbiamo davvero un po' di tutto:  c'è un'eroina alla ricerca di se stessa e del suo posto nel mondo, che non è esattamente un'anima candida; d'altra parte c'è pure chi vive seguendo rigidamente la morale, come il principe Ali, e finisce per essere vittima della propria ingenuità, costretto a capire il prima possibile che non è possibile oscillare tra due fazioni: prima o poi bisogna schierarsi, anche sporcandosi le mani. C'è poi chi come Dara è per alcuni un eroe e per altri un mostro sanguinario, ed in fondo è così in ogni guerra: a seconda da che parte ci si trova, la prospettiva varia completamente, e si può essere contemporaneamente sia vittime sia aguzzini.

Il continuo alternarsi di luci e ombre nella caratterizzazione psicologica del terzetto protagonista offre grande dinamismo, con un risultato che è tutt'altro che banale, e a cui fa eco la conflittualità sociale che caratterizza Daevabad e tutto il mondo jinn: ci sono gli oppressi e gli oppressori, e non è detto che i ruoli non siano destinati a scambiarsi come già successo in passato. Il male viene subito, ma anche inflitto, e non c'è nessuno davvero innocente. 

Se ancora non fossimo soddisfatti, aggiungiamo una serie di domande per il momento senza risposta, una buona dose di intrighi di corte e il gioco è fatto: La città di ottone è ottimo romanzo fantasy, con un'ambientazione intrigante, ricco di spunti di riflessione sotto diversi punti di vista. Se si comincia a leggere, difficilmente si smetterà prima di arrivare alla fine.