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A review by desdemonavi
L'amica geniale by Elena Ferrante
5.0
Non posso dar meno di cinque stelle a un libro che parla della mia infanzia.
Pensavo di saltare il fenomeno "Ferrante", volevo evitare di leggere una storia che, immaginavo, mi avevano già raccontato le mie nonne con le loro vite. A poche settimane dall'uscita della quarta stagione, dopo aver visto le foto di Irene Maiorino nei panni di Lila, ho deciso di dare una possibilità a questo libro.
Abito in uno dei quartieri peggiori di una cittadina in provincia di Napoli, dove la camorra è parte integrante del rione: mi basta camminare nella strada, nel vicolo vicino casa mia per poter entrare in contatto con quelle persone, con cui durante l'infanzia ho condiviso i banchi di scuola. Ho visto con i miei occhi i ragazzi della mia famiglia salvarsi da questo ambiente trasferendosi in altre citta, o andando "al nord", mentre altri sono stati inglobati nella mentalità malsana di questo luogo, e che ormai non riconosco più: basta una semplice amicizia, una sola, per cambiare totalmente una persona.
Ho vissuto la mia infanzia cinquant'anni dopo gli avvenimenti descritti nel libro, ma questi luoghi sembrano come congelati, dove i cambiamenti arrivano con estremo ritardo, dove le mentalità non cambiano e restano salde alle vecchie radici di famiglie che hanno fatto cose terribili. Nonostante il mezzo secolo che separa i miei ricordi dalla storia, si è rivelata spaventosamente attuale.
Avevo paura di leggere una parodia, un racconto edulcorato di quegli anni scritto da una persona che non aveva mai messo piede nel rione, ma devo ricredermi. Chiunque sia Elena Ferrante, sa benissimo di cosa parla, di che realtà scrive, e lo fa con una prosa precisa, chirurgica, ogni frase sembra il taglio perfetto di un bisturi usato da una mano esperta.
È impossibile scrivere così bene di una realtà del genere solo basandosi sui racconti degli altri, la scrittrice dietro Elena Ferrante ha provato sulla sua pelle le esperienze di una realtà così piccola, di un capillare che fa parte dell'intero organismo-città, ma che può essere mortale.
Pensavo di saltare il fenomeno "Ferrante", volevo evitare di leggere una storia che, immaginavo, mi avevano già raccontato le mie nonne con le loro vite. A poche settimane dall'uscita della quarta stagione, dopo aver visto le foto di Irene Maiorino nei panni di Lila, ho deciso di dare una possibilità a questo libro.
Abito in uno dei quartieri peggiori di una cittadina in provincia di Napoli, dove la camorra è parte integrante del rione: mi basta camminare nella strada, nel vicolo vicino casa mia per poter entrare in contatto con quelle persone, con cui durante l'infanzia ho condiviso i banchi di scuola. Ho visto con i miei occhi i ragazzi della mia famiglia salvarsi da questo ambiente trasferendosi in altre citta, o andando "al nord", mentre altri sono stati inglobati nella mentalità malsana di questo luogo, e che ormai non riconosco più: basta una semplice amicizia, una sola, per cambiare totalmente una persona.
Ho vissuto la mia infanzia cinquant'anni dopo gli avvenimenti descritti nel libro, ma questi luoghi sembrano come congelati, dove i cambiamenti arrivano con estremo ritardo, dove le mentalità non cambiano e restano salde alle vecchie radici di famiglie che hanno fatto cose terribili. Nonostante il mezzo secolo che separa i miei ricordi dalla storia, si è rivelata spaventosamente attuale.
Avevo paura di leggere una parodia, un racconto edulcorato di quegli anni scritto da una persona che non aveva mai messo piede nel rione, ma devo ricredermi. Chiunque sia Elena Ferrante, sa benissimo di cosa parla, di che realtà scrive, e lo fa con una prosa precisa, chirurgica, ogni frase sembra il taglio perfetto di un bisturi usato da una mano esperta.
È impossibile scrivere così bene di una realtà del genere solo basandosi sui racconti degli altri, la scrittrice dietro Elena Ferrante ha provato sulla sua pelle le esperienze di una realtà così piccola, di un capillare che fa parte dell'intero organismo-città, ma che può essere mortale.