A review by sofiadegradabile
Das blaue Zimmer, by Georges Simenon, John Banville

2.0

*spoiler*
'La camera azzurra', romanzo del '63 che fa parte della serie dei 'romanzi duri', narra - attraverso gli interrogatori e i numerosi flashback di Tony - di una tragedia avvenuta in un piccolo borgo francese. Se si legge con attenzione il primo capitolo è già possibile dedurre chi perderà la vita e come andrà a finire il romanzo, ed è per questo che non è da considerare propriamente come un giallo.
Il protagonista, Tony, è una persona apatica che si fa scorrere gli eventi addosso in uno stato di perenne annebbiamento. Se a casa è quasi scontato che reciti una parte, quella del padre che deve portare a casa i soldi, meno scontato è il fatto che persino con l'amante, che considera una donna nuda e sensuale, nulla di più ,Tony pronunci parole tanto per dire, indossando l'ennesima maschera. Non c'è niente nella vita di quest'uomo che lo possa far scrollare dalla sua condizione atrofizzata, nemmeno la vista del cadavere della moglie. L'unica eccezione si trova in quelle poche righe in tribunale quando l'amante afferma che loro due si amano, ma Tony, che non ha mai amato nulla in vita sua, stringe i pugni e i poliziotti sono costretti a portarlo via. Questo personaggio inetto avrebbe funzionato se la penna di Simenon, ripetitiva ed estenuante nel rivangare gli stessi concetti, non lo avesse trasformato in un personaggio così spiacevole e soporifero.
Dunque abbiamo una storia semplice, resa inutilmente più complicata dall'intreccio in cui il lettore comunque non è mai in tensione e un protagonista scialbo con cui è impossibile empatizzare. Per me è insoddisfacente.