Scan barcode
A review by capodoglio
La scimmia dell'assassino by Jakob Wegelius
4.0
Secondo volume delle (dis)avventure di Sally Jones, la scimmia antropomorfa più vagabonda (e ricercata) della letteratura svedese. *
Ed è un piacere poter tornare a questo universo narrativo, che è un grande, spassionato omaggio al romanzo d'avventura e al suo potere di coinvolgere e trascinare il lettore.
Gorilla operaie di tutto il mondo, unitevi!
Per l'occasione [a:Jakob Wegelius|3301186|Jakob Wegelius|https://images.gr-assets.com/authors/1421347938p2/3301186.jpg], che nella prima parte della carriera ha lavorato soprattutto come illustratore, decide di fare un salto di qualità: dopo la meraviglia grafica di [b:La leggenda di Sally Jones|35734872|La leggenda di Sally Jones|Jakob Wegelius|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1514496654l/35734872._SY75_.jpg|9735102], una graphic novel i cui testi erano racchiusi come didascalie nelle tavole a pagina intera, con [b:La scimmia dell'assassino|55142017|La scimmia dell'assassino|Jakob Wegelius|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1599600077l/55142017._SY75_.jpg|41192643] intraprende la via del più canonico romanzo illustrato.
Quello che si perde nel reparto grafico viene pertanto bilanciato da un impianto narrativo molto più ricco: nelle 500 corpose pagine trovano spazio, oltre a numerose nuove avventure, anche maggiori approfondimento e introspezione. Non è un caso che il punto di vista adottato per l'occasione sia proprio quello di Sally Jones, dando a lettrici e lettori la possibilità di scoprire direttamente pensieri ed emozioni di una protagonista che fra le tante doti non ha quella della parola. L'effetto è spesso di tenerezza o perfino commozione. È ovvio del resto che in cima alle prerogative di un romanzo che ancora una volta punta tutto sul rilancio del feuilleton ci sia il coinvolgimento anche emotivo del lettore, e che questo venga perseguito anche con mezzi meno tradizionali.
Parrebbe ad esempio che in questa occasione le ambientazioni siano state scelte con l'intento di suscitare affezione più che meraviglia, a scapito delle destinazioni esotiche che pure non mancano, com'è d'obbligo in un pronipote di Salgari. Non sembra un caso infatti che la vicenda si apra a Lisbona, estrema capitale del nostro continente, affaccio dell'oceano sull'Eurasia e quindi punto di partenza ideale per avventure marittime reali e fittizie; ma soprattutto città cara a molti che l'hanno visitata di persona o anche solo letterariamente. E di questa città il romanzo abita non i luoghi turistici ma quelli popolari: vicoli, giardini, tetti (in più d'una fuga memorabile), tram, carceri e cimiteri di periferia, ma anche fado, locande, e almeno cinque diversi modelli di fisarmonica.
Parlando della dimensione volutamente popolare, il sottotesto postcoloniale della saga acquista del resto un rinnovato spessore. Da macchinista di bordo di un capitano finlandese a ingegnere aeronautico di un maharajah, passando per un impiego come aiutante di un liutaio calabrese, Sally Jones prosegue la galleria di lavori gloriosamente proletari, scimmiesche mani sempre macchiate di grasso da motore e tuta da lavoro degna del miglior Thomas Milian; vederla vittima assieme al fido Koskela di un complotto oligarchico non può che suscitare il più sentito trasporto per la lotta di classe (dopotutto Marx fa parte della tradizione ottocentesca non meno di Verne, e i suoi libri prospettano avventure molto più radicali e, francamente, più appassionanti). Il vocabolario tecnico, nautico ma non solo, basterebbe a fare la felicità di ogni proletkult; il colpo di grazia è un'ambientazione smaccatamente dieselpunk.
Sarà peraltro chiaro, a questo punto, che la galleria di personaggi non mancherà di suscitare l'empatia di lettori grandi e piccoli; l'aspetto che potrebbe semmai lasciare interdetti è l'assenza di caratteristiche femminili nella protagonista (che è ammessa nell'harem del maharajah non perché femmina ma perché scimmia, e qui sarebbe possibile una riflessione tanto sul patriarcato quanto sulla segregazione), ma per rimanere sulla questione gender basterebbe chiedersi se il ruolo femminile è una cosa che si fa o si è.
Nel frattempo non ci resta che aspettare la prossima avventura di Sally Jones; oltre ovviamente alla fine del patriarcato capitalista.
[b:La scimmia dell'assassino|55142017|La scimmia dell'assassino|Jakob Wegelius|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1599600077l/55142017._SY75_.jpg|41192643] è in uscita per Iperborea giusto in tempo per Natale; a me ha ricordato l'estate in cui lessi Il giro del mondo in ottanta giorni alternato allo Spiderman di Todd McFarlane; ma sono convinto che sarà anche una perfetta lettura invernale.
* A questo punto le conferme sono superflue.
Ed è un piacere poter tornare a questo universo narrativo, che è un grande, spassionato omaggio al romanzo d'avventura e al suo potere di coinvolgere e trascinare il lettore.
Gorilla operaie di tutto il mondo, unitevi!
Per l'occasione [a:Jakob Wegelius|3301186|Jakob Wegelius|https://images.gr-assets.com/authors/1421347938p2/3301186.jpg], che nella prima parte della carriera ha lavorato soprattutto come illustratore, decide di fare un salto di qualità: dopo la meraviglia grafica di [b:La leggenda di Sally Jones|35734872|La leggenda di Sally Jones|Jakob Wegelius|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1514496654l/35734872._SY75_.jpg|9735102], una graphic novel i cui testi erano racchiusi come didascalie nelle tavole a pagina intera, con [b:La scimmia dell'assassino|55142017|La scimmia dell'assassino|Jakob Wegelius|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1599600077l/55142017._SY75_.jpg|41192643] intraprende la via del più canonico romanzo illustrato.
Quello che si perde nel reparto grafico viene pertanto bilanciato da un impianto narrativo molto più ricco: nelle 500 corpose pagine trovano spazio, oltre a numerose nuove avventure, anche maggiori approfondimento e introspezione. Non è un caso che il punto di vista adottato per l'occasione sia proprio quello di Sally Jones, dando a lettrici e lettori la possibilità di scoprire direttamente pensieri ed emozioni di una protagonista che fra le tante doti non ha quella della parola. L'effetto è spesso di tenerezza o perfino commozione. È ovvio del resto che in cima alle prerogative di un romanzo che ancora una volta punta tutto sul rilancio del feuilleton ci sia il coinvolgimento anche emotivo del lettore, e che questo venga perseguito anche con mezzi meno tradizionali.
Parrebbe ad esempio che in questa occasione le ambientazioni siano state scelte con l'intento di suscitare affezione più che meraviglia, a scapito delle destinazioni esotiche che pure non mancano, com'è d'obbligo in un pronipote di Salgari. Non sembra un caso infatti che la vicenda si apra a Lisbona, estrema capitale del nostro continente, affaccio dell'oceano sull'Eurasia e quindi punto di partenza ideale per avventure marittime reali e fittizie; ma soprattutto città cara a molti che l'hanno visitata di persona o anche solo letterariamente. E di questa città il romanzo abita non i luoghi turistici ma quelli popolari: vicoli, giardini, tetti (in più d'una fuga memorabile), tram, carceri e cimiteri di periferia, ma anche fado, locande, e almeno cinque diversi modelli di fisarmonica.
Parlando della dimensione volutamente popolare, il sottotesto postcoloniale della saga acquista del resto un rinnovato spessore. Da macchinista di bordo di un capitano finlandese a ingegnere aeronautico di un maharajah, passando per un impiego come aiutante di un liutaio calabrese, Sally Jones prosegue la galleria di lavori gloriosamente proletari, scimmiesche mani sempre macchiate di grasso da motore e tuta da lavoro degna del miglior Thomas Milian; vederla vittima assieme al fido Koskela di un complotto oligarchico non può che suscitare il più sentito trasporto per la lotta di classe (dopotutto Marx fa parte della tradizione ottocentesca non meno di Verne, e i suoi libri prospettano avventure molto più radicali e, francamente, più appassionanti). Il vocabolario tecnico, nautico ma non solo, basterebbe a fare la felicità di ogni proletkult; il colpo di grazia è un'ambientazione smaccatamente dieselpunk.
Sarà peraltro chiaro, a questo punto, che la galleria di personaggi non mancherà di suscitare l'empatia di lettori grandi e piccoli; l'aspetto che potrebbe semmai lasciare interdetti è l'assenza di caratteristiche femminili nella protagonista (che è ammessa nell'harem del maharajah non perché femmina ma perché scimmia, e qui sarebbe possibile una riflessione tanto sul patriarcato quanto sulla segregazione), ma per rimanere sulla questione gender basterebbe chiedersi se il ruolo femminile è una cosa che si fa o si è.
Nel frattempo non ci resta che aspettare la prossima avventura di Sally Jones; oltre ovviamente alla fine del patriarcato capitalista.
[b:La scimmia dell'assassino|55142017|La scimmia dell'assassino|Jakob Wegelius|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1599600077l/55142017._SY75_.jpg|41192643] è in uscita per Iperborea giusto in tempo per Natale; a me ha ricordato l'estate in cui lessi Il giro del mondo in ottanta giorni alternato allo Spiderman di Todd McFarlane; ma sono convinto che sarà anche una perfetta lettura invernale.
* A questo punto le conferme sono superflue.