A review by dajna
Verranno dal mare by Zakes Mda

2.0

Non so che dire... di solito quando recensisco i libri prima ancora di finirli vuol dire che sono o pessimi, o meravigliosi.
Verranno dal mare non è pessimo, ma per me è dimenticabile. Ho faticato nei primi capitoli a collegare tra loro i personaggi e, non lo nego, forse ero un po' distratta, ma non c'è mai stato un passaggio in cui la mia attenzione sia stata davvero catturata.
Siamo in Sudafrica, tra una popolazione blandamente in conflitto per vecchie questioni religiose. Se a fine 800 gli avi si sono davvero presi a mazzate ora la fazione dei Credenti e quella dei Miscredenti si limitano a farsi dispetti. Pesanti, forse, ma pur sempre dispetti.
La vicenda va avanti a flashback di cui non sentivo l'esigenza: viviamo alcune pagine con i signori Twin e Twin-Twin del passato, ai tempi delle profetesse, e poi raggiungiamo i loro discendenti al tempo presente.
Secondo me la storia contemporanea era sufficiente, e arrivata a 50 pagine dalla fine si sta rivelando interessante. In sostanza la tribù nera e il territorio da loro occupato è minacciato dal progresso, sotto forma di un resort extra lusso con casinò e montagne russe che le persone moderne vorrebbero costruire sull'incontaminato bagnasciuga. In opposizione troviamo gli amanti della natura, che vorrebbero puntare su un turismo ecologico e sostenibile. Non so ancora chi vincerà, ma ovviamente spero sia la fazione pro-green. Sono nel mezzo di un'interessante discussione su come organizzare concretamente questo turismo costruttivo, ed è la parte più interessante di tutto il racconto. Peccato si svolga a pagina 298, su 342.
Ci sono anche delle storie d'amore in sottofondo, sia tra gli antenati che tra i moderni. Nel finale c'è un richiamo al colore rosso, tipico della cultura Xhosa e protagonista del titolo originale [b:The Heart of Redness|373967|The Heart of Redness|Zakes Mda|https://d.gr-assets.com/books/1401575209s/373967.jpg|363868].
Discorso a parte meriterebbe l'intreccio delle varie frange religiose, compreso il cristianesimo coloniale, ma è una delle parti più interessanti del libro e vorrei consegnarla intonsa al prossimo lettore.