A review by walking_reader
Il cormorano by Stephen Gregory

4.0

Cominciamo con una premessa d’obbligo: un po’ ovunque (social, blog, ecc.) questo romanzo viene classificato come horror. Io sono notoriamente una fifona della peggior specie e questa definizione mi aveva portato a scartare il libro quando ne avevo sentito parlare per la prima volta alcuni mesi fa, nonostante la trama mi intrigasse. Fortunatamente tramite aNobii, che è sempre fonte di interessanti incontri, ho conosciuto una delle traduttrici (la quale ha anche accettato di rispondere ad un paio di domande che trovate sotto) che ha organizzato un gruppo di lettura e mi ha convinto a leggerlo superando la mia reticenza.

Quando una giovane coppia si trasferisce nel Galles con il figlio piccolo, nel cottage ereditato da uno zio defunto, si ritrova a dover accettare un accordo davvero particolare: l’abitazione e il denaro che compongono l’eredità potranno appartenergli solo se accetteranno di accogliere come un animale domestico un cormorano che lo zio aveva tempo addietro salvato da morte certa. Nonostante la peculiarità del compito e l’aggressività mostrata fin da subito dall’animale, i due decidono di accettare la clausola ma con il passare del tempo il cormorano inizia a mostra un comportamento strano che va al di là del suo brutto carattere.

Se dovessi scegliere un aggettivo con cui descrivere questo romanzo lo definirei senza alcuna esitazione equivoco e credo che questa caratteristica sia ciò che lo rende così particolare. Purtroppo mi è davvero impossibile dire anche una sola parola in più sulla trama perché il bello qui sta proprio in ciò che non deve essere raccontato: l’atmosfera che l’autore riesce a costruire, infatti, è tale che ci si ritrova in ogni momento a dubitare delle proprie capacità di intendere quello che stiamo leggendo. Ad una lettura asettica, infatti, sembra di trovarsi semplicemente di fronte alle inevitabili conseguenze della convivenza con un animale aggressivo, mentre piccoli dettagli, avvenimenti inquietanti, comportamenti per lo meno peculiari del cormorano e degli altri personaggi, portano ad avere costantemente la sensazione che ci sia qualcosa di più, qualcosa che ci sfugge ma che a conti fatti non sta girando per il verso giusto.

Ci sono un paio di scene abbastanza pesanti che riescono pienamente nel loro intento disturbante: nonostante questo, forse il fatto che sono molto lontane l’una dall’altra (la prima è proprio all’inizio del romanzo, la seconda nella parte finale) o che sono effettivamente gli unici due episodi “forti”, riescono a non essere fuori luogo ma anzi ad accrescere il senso di inquietudine e di smarrimento del lettore che fin dall’inizio della storia si trova a scivolare, lentamente ma senza riuscire mai a fermare la caduta, verso la conclusione inevitabile di cui tutto nel romanzo – col senno di poi – acquisisce i tratti del presagio.

Con una scrittura limpida e ricca di fascino (le descrizioni dei paesaggi in cui il romanzo è ambientato sono meravigliose e poetiche, il concatenarsi degli eventi ipnotico) Stephen Gregory ci cattura in un istante ed è impossibile non restare completamente invischiati nella sua trama.