A review by printempsdesens
Una donna by Sibilla Aleramo

4.0

“Un'altra contraddizione, tutta italiana, era il sentimento quasi mistico che gli uomini hanno verso la propria madre, mentre così poco stimano tutte le altre donne.” Scrive con un piglio di ironia Sibilla Aleramo in Una Donna, il suo romanzo d’esordio nonché storia di formazione di stampo autobiografico. Il motore è dato dall’esigenza di scrivere proprio per questo un po’ acerbo in alcuni punti ma molto maturo sul contenuto perché troviamo il ritratto di un’epoca dalla vita in provincia con la sua ipocrisia, la sua ignoranza, le eredità familiari e le superstizioni che tanto sbeffeggia, e della condizione della donna sull’inizio del 900 tra i primi fermenti socialisti, gli intellettuali progressisti con le loro contraddizioni e i primi periodici femministi. Con tutte le riserve dell’epoca una donna che nel 1906 scrive “Ed ero più che mai persuasa che spetta alla donna di rivendicare sé stessa, ch'ella sola può rivelar l'essenza vera della propria psiche, composta, sì, d'amore e di maternità e di pietà, ma anche, anche di dignità umana!” è una rivoluzione. Alreamo mette in dubbio il ruolo che la donna ha nella società “In realtà la donna è una cosa che esiste solo nella fantasia degli uomini: ci sono delle donne, ecco tutto"
 e tutte le sue implicazioni. “E incominciai a pensare se alla donna non vada attribuita una parte non lieve del male sociale. Come può un uomo che abbia avuto una buona madre divenir crudele verso i deboli, sleale verso una donna a cui dà il suo amore, tiranno verso i figli? Ma la buona madre non deve essere, come la mia, una semplice creatura di sacrificio e deve essere una donna, una persona umana. E come può diventare una donna, se i parenti la dànno, ignara, debole, incompleta, a un uomo che non la riceve come sua eguale; ne usa come d'un oggetto di proprietà; le dà dei figli coi quali l'abbandona sola, mentr'egli compie i suoi doveri sociali, affinché continui a baloccarsi come nell'infanzia?” 
Concludendo con un’esortazione che rimane più che attuale “Femminismo!" esclamava ella. "Organizzazione di operaie, legislazione del lavoro, emancipazione legale, divorzio, voto amministrativo e politico... Tutto questo, sì, è un compito immenso, eppure non è che la superticie: bisogna riformare la coscienza dell'uomo, creare quella della donna!"