A review by dominil
L'ultima legione by Valerio Massimo Manfredi

1.0

Stranamente questo è uno di quei casi in cui il film è centomila volte meglio del libro.
Sono 448 pagine che nessuno mi restituirà più, sprecate per un libro non brutto ma assolutamente noioso e scritto male.

Partiamo dall'inizio.
Siamo alla fine dell'Impero romano, i barbari hanno praticamente il possesso della penisola, poiché sono loro a fornire le forze militari, ma nominalmente l'imperatore è quel ragazzetto viziato di Romolo Augustolo.
Se all'inizio avevo compassione di lui, perchè poverino non l'aveva chiesto lui di ricoprire quella posizione, dopo un po' ogni sentimento di questo genere verso di lui è svanito completamente perchè è insoffribile, oltre che noioso da morire.
Ma questo è un tratto comune a tutti i personaggi visto che non ce n'è uno che abbia un briciolo di personalità.
La situazione, come già accennato, non è delle più tranquilla e la Nona Invicta (hahah! Che ironia -.-) viene sconfitta da barbari e solo pochissimi si salvano.
Aurelio è tra questi e cerca di avvisare il padre di Romolo, che però viene ammazzato dai suoi alleati barbari (ma che sorpresa!) perchè secondo loro non è stato ai patti. Seguono varie avventure di cui francamente non mi ricordo essendo emozionanti come un cetriolo e si arriva a Capri, dove Romolo e il suo maestro sono imprigionati e dove vengono salvati in fretta dopo che oh là là si ritrova la spada di Giulio Cesare.
Perché Augustolo è il legittimo erede, ovviamente, altrimenti col piffero che una spada del genere si sarebbe mostrata a lui.
Altre avventure in giro per la penisola e finalmente si arriva in Britannia, dove viene ricostruita la legione e viene sconfitto quel povero cristo di Wulfia a cui va sempre tutto male.

Il difetto di questo libro è che è carta sprecata.
Non entusiasma, non scandalizza, annoia solamente e tutto (eventi storici, avventure, personaggi, ecc) è buttato lì.
La storia d'"amore" tra Livia Prisca e il legionario è terrificante, sembra sbocciare da non si sa dove e i sentimenti sono inesistenti, non si capisce perchè i due dovrebbero amarsi.
Inoltre il "misterioso" passato di Aurelio è stato inventato apposta per dare un'aurea di mistero al personaggio e per salvare capre e cavoli.
Sul serio, 'sto qui non si ricorda non si sa quanti anni del suo passato e non ci ha mai pensato prima di incontrare Livia Prisca?
Davvero?
Io sarei preoccupata se mi accorgessi che non so cosa ho fatto cinque anni fa.
Poi la super rivelazione finale che serve a scusare il povero piccino che altrimenti si sarebbe incolpato a morte per la sua scelta
Spoiler aprire le porte della città ai barbari per cercare di salvare la vita ai propri genitori
è stato l'espediente più imbarazzante di sempre.

Il libro poteva risultare interessante se fosse stato più corto di trecento pagine, se ci fossero state meno avventure inutili con conseguenti descrizioni, e se ci fosse stato un approfondimento psicologico dei personaggi, senza tagliare né inventare cose all'improvviso.
Non credo che leggerò nulla dell'autore perchè, a quanto pare, becco sempre i suoi peggiori e non ho nessuna voglia di continuare a fissare le pagine sperando che finisca tutto in fretta.