A review by l_ornitorinco
Lingua madre by Maddalena Fingerle

Paolo Prescher è nato a Bolzano. A Bolzano a diciott’anni devi fare la dichiarazione di appartenenza linguistica, mettendo una crocetta su italiano, tedesco, ladino o vattelappesca cos’altro.

A me la parola vattelappesca piace molto, ma non avrei mai il coraggio di pronunciarla in un discorso.

Vorrei sapere cosa ne pensa Paolo Prescher. Di vattelappesca non parla, ma so che fórmica è una parola che gli fa indolenzire le braccia, l’espressione vestirsi a cipolla gli fa lacrimare gli occhi, bambù è una parola che lo fa sorridere e lo mette di buon umore.

Il problema è che a Paolo Prescher, che non vuole decidere a che gruppo linguistico appartenere perché pensa che sia una stronzata, e sarebbe contento di sapere che ho scritto proprio "stronzata", gli sporcano le parole. Gliele sporcano sua madre, sua sorella, gli insegnanti. Il padre no, il padre non parla.

Prima di leggere Lingua Madre di Maddalena Fingerle non avevo mai pensato a tutte le parole che sono state sporcate anche a me.

“Le parole hanno un potere metamorfico sulle cose.”

Possono cambiare ogni cosa. Possono creare bellezza o distruggere, ma soprattutto ci aiutano a definirci, a definire il mondo intorno a noi, oppure a scegliere consapevolmente di non farlo, di non trovare definizioni se ci mancano le parole giuste. Le parole che scegliamo fanno la differenza, e questa differenza è tutto. Vorrei che questo “tutto” fosse pulito, invece mi rendo conto che è sporco anche lui, inflazionato, usato in decine di espressioni simili quando in verità non indicano davvero lo stesso “tutto”.

Quello che cerca Paolo, e che ho capito di cercare anch’io, sono parole pulite. “Le parole pulite sono così: dici una cosa e intendi quella cosa, sono vere e limpide, non ci sono associazioni mentali che le rovinano, che le macchiano o che le sporcano.”

E se le parole non sono pulite, cerchiamo qualcuno che ce le ripulisca. Come anni fa, quando qualcuno inaspettatamente mi ripulì il nome e io mi ci riconobbi per la prima volta, proprio come succederà a Paolo.

Perché una parola pulita (o ripulita) la riconosci subito: cambia i colori, dipana gomitoli, dirada la nebbia, lava via ogni male.