A review by akemichan
Jade War by Fonda Lee

4.0

Una volta mi avevano consigliato un libro dicendo "il protagonista è la peggior persona vivente però vi verrà da fare il tifo per lui". Purtroppo il libro in questione era una merda, ragion per cui sono stata davvero contenta di beccare Hilo in questo perché porca miseria se Hilo in questo libro fa un paio di cose veramente tremende per cui vorrei chiuderlo al gabbio prima di subito e invece siamo qui a sperare che vinca la guerra (per altro sono abbastanza certa che se vedessimo anche i POV di Ayt Mada ci verrebbe da fare il tifo per lei, già dal poco che si vede è difficile avercela con lei, Fonda Lee invece ha preferito evitare il conflitto di interessi e va bene così).

Il libro ha lo stesso problema del precedente per quanto riguarda il ritmo, ma il finale mi è sembrato un po' meno deus ex-machina rispetto al precedente, anche perché non chiude davvero la situazione, ne chiude un pezzettino e con meno decisione.

La cosa che però mi è piaciuta di più (oltre all'aspetto politico) è stata l'ambientazione keko-espeniana in cui Anden si trova a vivere (vabbè che l'Espenia è 100% ispirata all'USA). Forse perché ho proprio di recente letto un libro sull'immigrazione orientale in America (in questo caso giapponese) e mi ci sono proprio ritrovata in tante delle cose che vengono dette e fatte. Potrebbe essere in tante cose un libro ucronico, questo.