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A review by kat1a_5
L'assassinio del Commendatore. Libro secondo: Metafore che si trasformano by Haruki Murakami
3.0
Caro Murakami Haruki, io ti voglio tanto bene, lo sai, da quando ti ho scoperto con Tokyo blues che ancora rimane il mio libro preferito tra quelli scritti da te. Quello è stato il tuo romanzo più realistico: niente gatti parlanti, niente little people, niente mondi paralleli nascosti sotto una pietra. Ho comunque accolto con curiosità la tua evoluzione, il tuo cercare di raccontare la realtà affiancandola a qualcos'altro, una dimensione invisibile dell'esistenza che per qualche motivo si apre ai tuoi protagonisti, spettinandogli le vite per poi, alla fine, ricompattarli. A volte questa cosa ti è riuscita un po' meglio (come in Kafka sulla spiaggia, o 1Q84), a volte invece meh.
Nell'assassinio del Commendatore, che ho aspettato parecchio prima di leggere perché boh, forse inconsciamente temevo la sòla, il gioco regge fino ad un certo punto. Perché ok, mi sta bene che i personaggi del quadro si manifestino nella vita reale, mi sta bene (anzi, da quando ha fatto la sua comparsa mi aspetto) che la buca nel bosco conduca altrove, però:
- però se devi chiudere il cerchio lo fai, e quindi l'uomo senza volto che compare all'inizio del primo romanzo (e si capisce che siamo in un dopo) e ad un certo punto durante la traversata nel "sottosuolo" (e si capisce che siamo in un prima), insomma, dovevi spiegare come si palesi al pittore per farsi ritrarre nel mondo reale!
- a me piaceva tanto quando i tuoi personaggi mangiavano cibo giapponese. Mi hai fatto scoprire i cetrioli con la salsa di soia ❤ e per questo ti ringrazio. Però adesso pasta al pomodoro, cracker col ketchup... e che è!?
- la ragazzina che si fa ritrarre dal pittore e per prima cosa gli parla della preoccupazione per la grandezza dei suoi seni, argomento su cui si insisterà per pagine e pagine e pagine...
- l'immacolata concezione onirico-pornografica di Yuzu
Nell'assassinio del Commendatore, che ho aspettato parecchio prima di leggere perché boh, forse inconsciamente temevo la sòla, il gioco regge fino ad un certo punto. Perché ok, mi sta bene che i personaggi del quadro si manifestino nella vita reale, mi sta bene (anzi, da quando ha fatto la sua comparsa mi aspetto) che la buca nel bosco conduca altrove, però:
- però se devi chiudere il cerchio lo fai, e quindi l'uomo senza volto che compare all'inizio del primo romanzo (e si capisce che siamo in un dopo) e ad un certo punto durante la traversata nel "sottosuolo" (e si capisce che siamo in un prima), insomma, dovevi spiegare come si palesi al pittore per farsi ritrarre nel mondo reale!
- a me piaceva tanto quando i tuoi personaggi mangiavano cibo giapponese. Mi hai fatto scoprire i cetrioli con la salsa di soia ❤ e per questo ti ringrazio. Però adesso pasta al pomodoro, cracker col ketchup... e che è!?
- la ragazzina che si fa ritrarre dal pittore e per prima cosa gli parla della preoccupazione per la grandezza dei suoi seni, argomento su cui si insisterà per pagine e pagine e pagine...
- l'immacolata concezione onirico-pornografica di Yuzu