A review by piccola_el
L'estate che sciolse ogni cosa by Tiffany McDaniel

5.0

Ho deciso di leggere questo libro dopo averne sentito parlare in un podcast che ‘spaccia consigli di lettura’ e, per qualche motivo, mi ero convinta che vi avrei trovato una storia dalle tinte sovrannaturali, che forse mi avrebbe spaventata un po’; invece, vi ho trovato una storia dolorosamente umana, articolata in uno dei libri più belli ed evocativi che mi sia capitato di incrociare ultimamente.

È l’estate del 1984 quando Breathed, una piccola cittadina dell’Ohio, viene abbracciata da un’ondata di calore che non dà tregua e Fielding Bliss, voce narrante del romanzo, incontra per la prima volta il Diavolo, venuto in città a causa dell’invito a lui rivolto dal padre del ragazzo stesso. Privo di corna, zoccoli, o forcone, il Diavolo si presenta nei panni di un ragazzino smunto, dalla pelle nera e gli occhi verdi come foglie estive, in grado di mostrare come la dannazione infernale sia un fatto tipicamente terreno. Il racconto si srotola nella voce e nei ricordi di Fielding stesso che, ormai ottantaquattrenne, ripercorre quell’estate assolata e violenta, narrando i solchi da essa lasciati nella sua vita.

La scrittura lirica e simbolica, che evoca immagini più che descriverle, intesse un romanzo sui toni del rosso e del giallo, colori emblematici e ricorrenti, percorso da una profonda tristezza e punteggiato da innumerevoli gesti di casuale malvagità squisitamente umana. Un romanzo di formazione la cui parabola sembra piegare verso il basso, verso il fondo delle pulsioni umane più primordiali, di cui non ci si riesce a disfare e che, inevitabilmente, segnano i contorni di una tragedia che è al contempo personale, famigliare, ma anche di una comunità intera e, forse, dell’intera umanità.
Probabilmente non si saprà mai davvero chi è Sal e, sebbene tra le pieghe della narrazione si possa intravedere la sua identità, l’ombra che egli proietta avrà sempre le corna, siano esse quelle del diavolo o di un capro espiatorio.

L’estate che sciolse ogni cosa è un romanzo cupo, che risuona come un gong cavernoso in tutta la sua sconvolgente attualità. “Stiamo parlando del 1984. L’anno in cui, disse George Orwell, saremmo stati convinti a credere che due più due fa cinque. La sua storia ci ha dimostrato che si può controllare la mente. Questa gente ha dimostrato che la realtà non è molto diversa.