A review by carmenna
Il bambino di Noè by Éric-Emmanuel Schmitt

5.0

Immaginate l'orrore del nazismo visto da un bambino di sette anni, fino ad allora amato e protetto dalla sua famiglia; un bambino che ci commuove, quando, portato dai genitori a casa di alcuni signori affinchè venga nascosto, crede che ciò stia succedendo perchè lui stesso è un nobile, e deve stare tra suoi pari.
Il bambino di Noè è un libro meraviglioso, che ci narra con delicatezza la storia di un bimbo, e di molti altri come lui, scampati alla terribile realtà dei campi della morte grazie ai "giusti", a coloro che hanno rischiato la propria vita, pur di salvare quella degli altri.
Il Noè del nostro racconto è padre Pons, un prete che accoglie, proprio come la figura biblica del titolo, bambini e ragazzi ebrei a Villa Gialla, per metterli al riparo dal diluvio dell'odio nazista.
E ciò che sorprende, di questo prete, oltre all'infinita bontà e umanità, è il fatto che egli tenga tantissimo al fatto che i suoi protetti restino ebrei, non tenta di convertirli al cristianesimo, anzi, rimprovera il piccolo protagonista, Joseph, quando questi gli confida di voler abbandonare la propria fede.
Commoventi le "collezioni", di padre Pons, il quale raccoglie tutto ciò che gli uomini tentano di distruggere e far dimenticare, siano testimonianze dell'esistenza degli ebrei, degli indiani d'America, dei vietnamiti...
Significative le figure di Rudy, il ragazzone di Villa Gialla che si rifiuta di studiare, perchè suo padre e i suoi fratelli, laureati, sono tutti morti nei lager; della farmacista, soprannominata "Perdio" a causa delle sue frequenti bestemmie, che però non si tira indietro, quando si tratta di compilare documenti falsi o rubare, per aiutare padre Pons e i suoi ragazzi.
Una storia, insomma, che ha tutto il sapore della favola, e che ci sorprende, e forse, ci fa ancora più male, perchè tutto ciò che vi è raccontato è davvero accaduto; Joseph è lo stesso Schmitt, padre Pons è ora uno dei "Giusti delle Nazioni", Rudy vive ad Israele tra guerriglia e violenze quotidiane.
Solo un difetto: è un libro che si legge - e termina - troppo in fretta.

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