A review by tizianabooks
Il richiamo di Cthulhu by H.P. Lovecraft, Gianni Pilo

5.0

Il richiamo di Cthulhu è diviso in tre atti separati, può essere trovato in svariate raccolte di racconti o a sé stante, come nel caso del libro in immagine, edito in formato digitale per chiunque volesse affacciarsi agli scritti di Lovecraft senza imbarcarsi in un viaggio di 800 pagine di incognite esistenziali del tipo “lo stile di scrittura di Lovecraft fa al caso mio?”.

I temi principali sono il culmine del pensiero di H.P. Lovecraft: la conoscenza proibita, l’attacco della mostruosità, il fato da cui non si può sfuggire e quindi l’impossibilità di salvezza.
Ciò che rimane ai protagonisti, alla fine, è l’accettazione di un’ineluttabile verità e l’attesa di un’inevitabile Apocalisse che sfugge alla comprensione umana, mentre al loro cospetto si apre un mondo intero di folli sette non collegate tra loro che però invocano gli stessi richiami e le stesse formule, di strane sparizioni in angoli remoti del globo terreste, e di culture che hanno abitato questa Terra prima degli uomini e che continueranno ad abitarla molto dopo il tramonto dell’umanità.

Come nel caso della raccolta di cui ho parlato precedentemente, Lovecraft lascia molto all’immaginazione del lettore; ci sono sicuramente descrizioni del terrore di cui tratta, ma girando attorno al terrore dell’ignoto e del deforme troveremo molti aggettivi tipo “terrificante” o “agghiacciante” e così via.
Alcuni potrebbero trovare questo un difetto, personalmente però credo che trattando un genere horror così strano, Lovecraft abbia voluto lasciare quel quid in più alla fantasia del lettore perché ciò che è terrificante per qualcuno può non esserlo per l’altro; leggere Lovecraft è quindi, per me, anche un buon allenamento per il cervello e per il muscolo della fantasia. Inoltre, più che la mostruosità fine a sé stessa, la sua scrittura riesce a creare atmosfera – che non è affatto facile.

Continua sul blog