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A review by michidoc
Scompartimento n. 6 by Rosa Liksom
4.0
Non sono avvezza alla scrittura nordica e avevo fallito altri tentativi con scrittori finlandesi. Ma questo romanzo di Rosa Liskom mi ha davvero sorpresa. Un po' ostico, non particolarmente scorrevole a tratti, ma davvero intrigante e interessante.
Della protagonista non sappiamo il nome, non conosciamo la voce, perché se parla lo fa con discorsi indiretti o citazioni. Ma sappiamo che sta viaggiando verso Ulan Bator, ma lo fa solo con il corpo: la sua mente e la sua anima tornano spesso indietro, a Mosca, dove ci sono i suoi affetti. È come se per lei il tempo non scorresse in maniera lineare, ma ciclica: ritorna sempre al passato, fino alla fine.
Il suo compagno di scompartimento, russo, è un uomo pessimo, ma un meraviglioso personaggio. Un vecchio disilluso, un'anima buona nel corpo di un depravato o forse un'anima cattiva in un corpo robusto e genuino. Si crea un rapporto che non è un rapporto, una conoscenza a senso unico del russo che si racconta... finché il tempo ciclico della ragazza si arresta, e lui diventa il perno su cui ricostruirsi, su cui tornare.
Ho adorato le descrizioni, perché ogni paesaggio per quanto formato spesso da neve, boschi di betulle e sole che sorge o cala, è raccontato senza fronzoli e allo stesso tempo con tanto sentimento.
Spesso i testi si ripetono, cosa che mi rimanda a questa ciclicità del viaggio - ogni volta che lasciano una cittadina sulla rotta per la Mongolia, la ragazza ripete costantemente lo stesso elenco di cose che restano indietro, come se le cittadine fossero tutte uguali: tutta unione sovietica, profondamente diversa e insieme identica.
Luoghi squallidi, abbruttiti, di cui restano solo macerie di un tempo felice, ma disperatamente attaccati a una speranza quasi brutale e rabbiosa di tornare a vivere, e non solo sopravvivere. Anche se forse sopravviveranno soltanto ancora a lungo.
Si vede che in questo romanzo c'è grande amore per la Russia e i russi, perché i difetti non vengono nascosti, non diventano oggetto di derisione o pietà, ma creano un'immagine vera, autentica, epurata dal buonismo e dalla cieca ammirazione.
Un libro difficile, sottile ma profondamente interessante.
Della protagonista non sappiamo il nome, non conosciamo la voce, perché se parla lo fa con discorsi indiretti o citazioni. Ma sappiamo che sta viaggiando verso Ulan Bator, ma lo fa solo con il corpo: la sua mente e la sua anima tornano spesso indietro, a Mosca, dove ci sono i suoi affetti. È come se per lei il tempo non scorresse in maniera lineare, ma ciclica: ritorna sempre al passato, fino alla fine.
Il suo compagno di scompartimento, russo, è un uomo pessimo, ma un meraviglioso personaggio. Un vecchio disilluso, un'anima buona nel corpo di un depravato o forse un'anima cattiva in un corpo robusto e genuino. Si crea un rapporto che non è un rapporto, una conoscenza a senso unico del russo che si racconta... finché il tempo ciclico della ragazza si arresta, e lui diventa il perno su cui ricostruirsi, su cui tornare.
Ho adorato le descrizioni, perché ogni paesaggio per quanto formato spesso da neve, boschi di betulle e sole che sorge o cala, è raccontato senza fronzoli e allo stesso tempo con tanto sentimento.
Spesso i testi si ripetono, cosa che mi rimanda a questa ciclicità del viaggio - ogni volta che lasciano una cittadina sulla rotta per la Mongolia, la ragazza ripete costantemente lo stesso elenco di cose che restano indietro, come se le cittadine fossero tutte uguali: tutta unione sovietica, profondamente diversa e insieme identica.
Luoghi squallidi, abbruttiti, di cui restano solo macerie di un tempo felice, ma disperatamente attaccati a una speranza quasi brutale e rabbiosa di tornare a vivere, e non solo sopravvivere. Anche se forse sopravviveranno soltanto ancora a lungo.
Si vede che in questo romanzo c'è grande amore per la Russia e i russi, perché i difetti non vengono nascosti, non diventano oggetto di derisione o pietà, ma creano un'immagine vera, autentica, epurata dal buonismo e dalla cieca ammirazione.
Un libro difficile, sottile ma profondamente interessante.