Reviews

Daljine by Magda Szabó

emilyconstance's review against another edition

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4.0

A great book with a really simple message: what's old isn't obsolete. i think using a family to explain the danger of turning a blind eye to history, or attempting to rectify it without taking the time to understand or learn from it was really helpful and digestible. I think it also communicates that not only does this apply to our collective history but our personal histories as well-since memories, our childhood, our past, & all our experiences, make up who we are, and thus confronting them and understanding them are essential to our health and wellbeing. That's another major theme of this book, which I found to be impressive given this was written in the 1960s when mental health was still largely taboo, let alone psychosocial health. Iza's parents health were significantly influenced by their ability to relate to their pasts while in the present, as losing that ability caused their physical states to deteriorate.

Szabó makes a compelling case that we cannot simply build over what was once; we need to incorporate not only artifacts but lessons from the old and craft them into our new creations—warning against the artificiality of technology, the uniformity of newer suburbs, and the hollowness of minimalism, and illuminating how these turn us into regimented machines, much like Iza. Szabó also stresses the importance of caring for and respecting those who came before us, the elderly. They have a beating & feeling heart, too, and just like their histories shouldn't be forgotten, neither should they.

juliehau's review against another edition

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emotional reflective
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? It's complicated
  • Flaws of characters a main focus? Yes

4.5

izasballad's review against another edition

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5.0

This review contains spoilers.

Love cannot shield people from hurting each other if they fail to thoroughly understand them on a deeper level— from their needs to their aspirations. This is perfectly encapsulated in Iza's Ballad. There are multiple themes in the story, such as politics as an inescapable force that continually molds the human experience. Iza’s statement, "Politics will be my life as long as I live," serves as a foreshadows of the novel's examination of how political events intersect with personal lives. Another theme that is shown in the novel is loss and grief. Even after the death of Vince, the novel often shifts the narrative to when he was alive, emphasizing how he shaped the lives of the characters in the story. However, the central theme of "Iza's Ballad" is the complexities of mother-daughter relationships and the enduring impact of the past. This is a story about a mother and daughter who clearly love each other, but do not understand each other. As the novel unfolds the generational divide between Iza and Ettie clearly shows us the image of how this can lead to isolation and loneliness.

Interestingly, the original title of this book is Pilátus (Pontius Pilate). This is such a powerful title as it underscores the emotional detachment of both Pontius Pilate and Iza. They both carry out their duty while refusing to see to the consequences of their actions.

When Iza told Ettie that she would be moving with Iza after the death of her husband, she was ecstatic, hoping to be of help to Iza who is very much independent. However, Iza tries her best to make things comfortable for Ettie. While doing so, she fails to properly empathize with her mother. All Ettie wanted to do was support Iza after the death of Vince, thus with no purpose and choice, Ettie has succumbed to alienation— this is something that Iza failed to recognize.

Iza is a complex character. She had good intentions, and you could tell she cared about her mother, but she lacked the empathy to fully understand her. She is portrayed as a successful, but stoic person. As the novel unfolds, it is evident that she compartmentalizes her feelings and needs. When she experiences such emotions, she quickly overrides them with a rational and logical mindset. This behavior or coping mechanism of Iza could be possibly rooted in her childhood experiences. Her father's dismissal for adhering to his principles might have influenced her to prioritize reason over emotion. This emotional detachment and disconnect creates a chasm that isolates her from making authentic human connections. While she may possess genuine care, her inability to empathize hinders her from understanding the profound impact of her actions.

The tense dynamics between the mother and daughter, and the eventual deterioration of Ettie were heartbreaking to witness. While both of them are full of love and good intent, the absence of communication and mutual understanding overflows the love they have for each other. Safe to say, I loved this book so much and would love to conduct a thorough psychological exploration of its characters when I have the time.

simo_na's review against another edition

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5.0

Quando ho iniziato il libro, mi chiedevo perché l'avessero chiamato "La ballata di Iza" (titolo originale Pilato), se il personaggio centrale appariva invece la madre di Iza, Etelka, che ha appena perso il marito Vince. Ormai quasi ottantenne, per non lasciarla sola nella loro cittadina di provincia la figlia - Iza, appunto - la porta con sé a Budapest.
Per Etelka il distacco è traumatico, ma non riesce mai davvero a dire alla figlia perché sia per lei così difficile staccarsi da quella cittadina e dalla sua vecchia casa piena di cianfrusaglie. Ed è su questo che si fonda il romanzo: il non riuscire a comunicare, e qua centrale diventa Iza. Iza, medico di successo, ormai quarantenne, trasferitasi nella capitale dopo un matrimonio fallito con il suo collega Antal, viene descritta come un soldato, inflessibile ma sempre premurosa con tutto e tutti. Ma non riesce a comprendere le vere ragioni del disagio della madre, perché lei è la prima a chiudersi dentro. Cosa diventano amore e affetto, quando non si riesce davvero a parlare con gli altri? Iza non è mai davvero riuscita a comunicare con i suoi genitori, nemmeno sulle ragioni del suo divorzio; non è mai riuscita ad aprirsi davvero ad Antal, e per questo l'ultima immagine del romanzo è Iza, sola. Iza che da piccola voleva che le ballate finissero sempre bene, voleva che tutti fossero felici - ma chi è davvero soddisfatto da questo annientamento mosso dalla ragione?
Il romanzo ha una scrittura precisa, ma tagliente, e i personaggi sono tratteggiati con infinita maestria. Recupererò altri romanzi dell'autrice.

najmo98's review against another edition

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Very emotional read for me

martha_g's review against another edition

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dark emotional reflective sad medium-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? It's complicated
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

5.0

blackjessamine's review against another edition

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5.0

Mi dispiace molto di aver letto questo libro in un periodo così complicato, dove non ho il tempo né la testa per sedermi seriamente alla scrivania e mettere insieme un commento un minimo sensato, perché lo meriterebbe davvero. Ci sono così tante cose importanti che si dovrebbero dire su questo libro e su Magda Szabò, e io non credo di esserne in grado, e mi dispiace moltissimo.
Magda Szabò è una scrittrice straordinaria, che è entrata nella mia vita di lettrice per caso ma l'ha profondamente segnata, ponendo delle nuove pietre miliari impossibili da ignorare. La sua scrittura è straordinaria, e ogni volta mi stupisco nel constatare quanto poco (relativamente, s'intende) sia conosciuta. La sua è una scrittura estremamente chirurgica, pulita e netta, eppure conserva sempre un'eleganza naturale, non è mai eccessiva, non è mai artefatta, è sempre fluida e lucidissima.
Le vicende raccontate nei suoi libri sono storie in apparenza semplici: si presentano come situazioni lineari, apparentemente comuni, ma poi acquisiscono spessore e vanno a costruirsi in maniera del tutto articolata e impensata, prendono strade impreviste, si avvoltolano su loro stesse e ribaltano quello che sembrava così evidente e semplice.
“La ballata di Iza” è, di nuovo, uno straordinario, straziante racconto sulla difficoltà di amare senza ferire l'amato. Etelka è una donna di provincia, semplice e buona, una donna che per tutta la vita ha tenuto le sue agili mani impegnate in una continua lotta contro la povertà, inventando ogni giorno esperienze nuove per sfuggire alla miseria. Ha un marito che ama moltissimo, che ha avuto una vita difficile ma ora, raggiunta finalmente una certa tranquillità economica e sociale, invece di godersi meritatamente la pensione, si ammala e muore. Etelka ha anche una figlia, Iza: Iza è una donna straordinaria, è bella, è primario nel reparto di reumatologia di Pest, è buona e generosa, fa di tutto per regalare dei mesi sereni e felici al padre prima della sua morte, e quando questa sopraggiunge, prontamente prende la madre a vivere con sé, per non lasciarla sola in una casa priva di comfort e piena di tristi ricordi.
Queste sono le premesse, premesse semplici, dove tutto sembra scorrere in maniera naturale verso una sola direzione, ma poi qualcosa cambia. Magda Szabò è un'osservatrice attentissima della condizione umana, e così i personaggi che costruisce vengono ad assumere una complessità e una profondità da lasciare sbigottiti. Le loro personalità emergono lentamente, si fanno conoscere quasi timidamente dal lettore, svelando solo in apparenza tutti i lati del proprio carattere. E così gli intrecci, le passioni, i lati nascosti delle vicende non hanno fretta nei romanzi della Szabò: il lettore viene cullato dallo scorrere di vite estremamente veritiere, per essere poi immerso sempre di più in esistenze claustrofobiche e strazianti.
Etelka ama la figlia, e sa che la figlia la ama: solo una persona estremamente generosa potrebbe decidere, dopo aver conquistato una grande indipendenza, di prendere in casa con sé una donna anziana e bisognosa di attenzione. Ed Etelka è felicissima di poter ricambiare l'amore e la gentilezza della figlia tornando a occuparsi di lei, a proteggerla e ad aiutarla, come faceva quando lei era piccola. Le cose però assumono col passare del tempo tinte sempre più stridenti, perché Pest non è più la città che Etelka ricorda dal viaggio di nozze; Iza non è più una bambina che ha bisogno della madre perché questa la aiuti a tenere ordine nella casa o nella sua vita; la vita in città è molto più frenetica e difficile di quanto lo fosse in una provincia tranquilla e abitata da volti nuovi, e così Etelka scivola sempre di più in una situazione straziante, fatta di paura e di depressione.
La vecchiaia raccontata dalla Szabò è qualcosa di terrificante, la solitudine, il sentirsi inutili e ormai appartenenti ad un mondo che non esiste più e che non potrà tornare mi hanno angosciata oltre ogni dire. Per di più, a questa claustrofobia si aggiunge anche l'impossibilità di riuscire a comunicare in maniera reale ed effettiva con chicchessia, nemmeno con le persone che più si amano - anzi, in particolare con le persone che più si amano. Gli esseri umani, nei romanzi della Szabò, sono delle isole, pianeti che orbitano attorno ad uno stesso centro, che si attraggono e si inseguono senza poter mai pensare di giungere ad un punto di comune comprensione. L'amore c'è, ed è straziante, ma non è mai sufficiente a creare un vero rapporto, anzi è solo un'arma che costringe le persone a porgere il fianco a ferite che non possono lasciare scampo.
Se Etelka mi ha ricordato terribilmente la scrittrice protagonista de “La porta”, Iza invece mi è parsa una Eszter ancora più compassata e ferma nel tentativo di venire a patti con la propria natura. Iza infatti ci prova, ci prova in tutti i modi ad ascoltare la sua ballata, ad essere la donna che vuole apparire, a nascondere quel suo naturale istinto all'egoismo autoconservativo, ma alla fine resta sorda ad ogni suono, la ballata che potrebbe salvarla scivola via, lontana, senza che le sue orecchie l'abbiano ascoltata.
A contorno di una vicenda semplice e straziante sorgono tutta una serie di personaggi secondari mirabilmente tratteggiati, che vanno a formare un sottobosco di intrecci e relazioni fondamentali per avere una diversa prospettiva rivelatrice di senso sulle due protagoniste. Antal, Gica, il dottore, il giornalaio, Lidia, sono tutti personaggi che crescono piano piano, che pur non avendo un'importanza di primo piano raggiungono una tridimensionalità rara.
“La ballata di Iza” è un romanzo stupendo, ma racchiude un dolore tale che non sono certa di poterlo consigliare a chiunque. E' un romanzo quasi debilitante, capace di togliere la serenità per diversi giorni, impossibile da mettere da parte solo chiudendone le pagine.

maviemerveilleuse's review against another edition

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challenging emotional sad slow-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? No
  • Loveable characters? It's complicated
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

4.0

alexhaydon's review against another edition

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Iza’s Ballad is a story of love, grief, nostalgia and misplacement. Ettie is yet again another remarkably human character from Szabo, trying to navigate a world without her soulmate, attempting to know her detached daughter and coming to terms with a bustling Budapest. The lack of communication in this novel left me despairing, especially as we follow Ettie slowly losing her own light as the story goes on…but whilst she is our protagonist, there is a cast of characters surrounding the mother-daughter duo who add the detail and context which make this relationship so much more interesting to examine and immensely authentic. A great novel to follow Pedro Paramo as we come to terms with what it means to relate and dwell on those who have passed on. 

sophie_hamer's review against another edition

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emotional sad tense slow-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

5.0