printempsdesens's reviews
39 reviews

La figlia oscura by Elena Ferrante

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3.75

La figlia oscura è un romanzo breve dai toni oscuri in cui una lucida riflessione sulla maternità si mischia ai sensi di colpa, alla percezione della propria identità versus il ruolo di madre che la definisce e finisce in molti casi per annullare il sé della donna. Il rapporto madre-figlia è motore della storia, l’elemento più intimistico e personale che porta con se le sofferenze di tutte le antenate:
“Ero stata, anni prima, una ragazza che si sentiva persa, questo sì. Le speranze della giovinezza parevano già tutte bruciate, mi sembrava di precipitare all'indietro verso mia madre, mia nonna, la catena di donne mute o stizzose da cui derivavo. Occasioni mancate.” 

di sua madre:
“Ma al primo conflitto la maschera non reggeva e anche lei aderiva ai comportamenti, alla lingua degli altri, con una violenza non diversa. La osservavo meravigliata e delusa, e progettavo di non assomigliarle, di diventare io diversa davvero”

e anche le future sofferenze della sua progenie:
“Perché ci hai fatte nascere se non fai che lamentarti di noi? Spezzoni di parole, sillabe soltanto. Viene sempre il momento in cui i figli ti dicono con rabbia infelice perché mi hai dato la vita.”

“Tanto più mi sentivo vicino a loro quanto più mi pareva di non portare la responsabilità dei loro corpi. Ma quella vicinanza estranea era rara. I loro disagi, i dolori, i conflitti tornavano a imporsi, continuamente, e mi amareggiavo, provavo sensi di colpa, Ero sempre, in qualche modo, l'origine e il punto di sfogo delle loro sofferenze.”

Leda è un personaggio spigoloso che cerca di strapparsi dal ruolo di madre per riprendere in mano se stessa anche a costo di risultare brutale (l’idea di spaventare l’attrae), ama le sue figlie ma commette tanti sbagli per stanchezza, per frustrazione, per insoddisfazioni personali e riversa tutto su di loro. Le sue nevrosi, le sue mancanze  non sono però da giustificare ma da comprendere, Ferrante ci invita a fermarci e riflettere sulla complessità del ruolo genitoriale e sul carico di lavoro che grava e ci si aspetta da una donna, rispetto a quello di un uomo e di come questo influenzi altri aspetti interpersonali, perché forse è vero che per crescere un bambino serve una tribù.
Anima by Wajdi Mouawad

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4.0

Dal Canada al Libano, dalle riserve dei Mohawk al massacro di Sabra e Shatila "il cielo non ha mai visto niente di più bestiale dell'uomo."
Un libro che apre come un thriller molto curioso perché raccontato dal punto di vista degli animali che incrociano la strada del protagonista ma che affonda le sue radici nel dolore collettivo del conflitto palestinese. 

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Sostiene Pereira by Antonio Tabucchi

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3.5

Nonostante la diffidenza iniziale ho imparato a voler bene al signor Pereira. Mi sono seduta con lui a mangiare omelette alle erbe e limonata troppo zuccherata al solito bar. Sono stata testimone del suo incontro con Monteiro Rossi. L’ho guardato tentennare, aprirsi una via attraverso il guscio che si era costruito per non diventare complice degli orrori del totalitarismo. È un personaggio si è arrampicato nell’immaginazione crescendo dentro di voi tra gesti quotidiani e piccoli atti di insubordinazione che culminano con il finale a sorpresa.
Una solitudine troppo rumorosa by Bohumil Hrabal

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3.0

“Quando leggo in realtà non leggo, io infilo una bella frase nel beccuccio e la succhio come una caramella, come se sorseggiassi a lungo un bicchierino di liquore, finche quel pensiero in me si scioglie come alcool, si infiltra dentro di me cosí a lungo che mi sta non soltanto nel cuore e nel cervello, ma mi cola per le vene fino alle radicine dei capillari” 
Un breve romanzo che sa di amore per i libri, di alienazione, follia e ossessione per la carta stampata da leggere tutto d’un fiato!
Follia by Patrick McGrath

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3.5

Ho finito questo libro sentendomi complice della follia del narratore, lo psichiatra peter cleave, che si è perso nella sua smania di sviscerare la tormentata storia d’amore clandestina tra Stella, moglie del vicedirettore dell’ospedale, e uno dei pazienti Edgar. Per quanto tutti i personaggi siano pervasi da un certo grado di follia quello che mi ha turbato di più è proprio il sanissimo dottore che poi tanto sano non si è rivelato perché il suo giudizio avvelenato dall’amore che ha sempre provato per Stella mi ha fatto mettere in dubbio la veridicità della sue parole e dei motivi che lo hanno spinto ad agire in un modo o nell’altro. La struttura del romanzo è abbastanza semplice e ripercorre eventi non nuovi o particolarmente fantasiosi ma è scorrevole e si lascia leggere velocemente.