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Een Idea verschijnt by Haruki Murakami

intentionalfloor's review against another edition

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kankinausi ir kankinausi per tuos puslapius, kuriuos perskaiciau. bet jau kelis menesius nelieciu sitos knygos nes dapiso

gomiz's review against another edition

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medium-paced

4.0

aubergenie_'s review against another edition

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challenging dark reflective slow-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? It's complicated
  • Loveable characters? No
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

3.5

xtianxb's review against another edition

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4.0

La muerte del comendador es una sola historia en 2 libros,. Para el que se sienta cómodo con el realismo mágico en la literatura va a ser algo ligero de leer.
Un poco extensa a mi parecer, tranquilamente la historia se sostiene sin unas cuantas páginas.En fin, si eres de aquellos que prefieren historias cortas , directas, quizá no sea tu tipo de libro.
Murakami tiene matices de Kundera en lo psicológico y erótico quizá, suele ser más descriptivo en todo aspecto, incluso más deshinibido. Por supuesto va a pasar de una escena natural, común y corriente a algo fantástico y no va a descansar hasta convencerte que eso es posible. Es el trato que haces con él al leer uno de sus libros.
Es uno de esos libros que te atrapa, no abundan personajes, creo que solo es posible identificarte con algunas situaciones que ellos "viven" más no con algún personaje en concreto, no me mal entiendan, están bien escritos, son creíbles (hasta cuando entra lo mágico) solo que sus vidas tienen un ritmo distinto.

tico's review against another edition

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emotional mysterious reflective medium-paced
  • Plot- or character-driven? A mix
  • Strong character development? No
  • Loveable characters? It's complicated
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? Yes

4.0

logolepsy_e's review against another edition

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2.0

Io di solito adoro il Murakami surreale e sognante, quello del realismo magico, che inserisce nella quotidianità dei suoi personaggi degli elementi fantastici inaspettati e sorprendenti.
In questo libro, purtroppo, non ho amato niente di tutto questo.

Come ho detto nella recensione del primo volume, questo romanzo ha di molto disatteso le mie aspettative.
Perché a mio parere qui troviamo una storia mal costruita, poco efficace, molto vuota e piena di niente.
Il grosso problema di questo romanzo è che, nella sua estrema lunghezza (in totale più di 800 pagine), sembra che si costruisca una perenne tensione, ricca di piccoli indizi e avvenimenti che sembrano avere peso e importanza, ma poi, alla prova dei fatti, non succede nulla e tutti quegli elementi inseriti in precedenza finiscono per non avere alcuna utilità.
L'autore inserisce una marea di spunti, diverse tematiche, ambienti, storie del passato, di per sé anche interessanti, ma che poi non conducono a niente e di cui quindi non si capisce l'utilità.
Il libro a un certo punto arriva ad uno snodo, il nostro protagonista si trova ad affrontare un viaggio surreale che sembra un omaggio ad Alice in Wonderland ma che per me aveva anche molto di dantesco (lui viene traghettato, poi accompagnato, poi trova la sua Beatrice, insomma), e lì ho pensato di essere arrivata al punto focale; invece no, è solo un altro elemento che rimane in sospeso, poco chiaro, mai spiegato. Certo, riconosco che in un libro come questo ci siano significati sotterranei che prescindono dalla trama vera e propria: tutto il discorso sull'arte, sulla comprensione di noi stessi, sui viaggi, metaforici e non, che dobbiamo affrontare nella vita per capirci meglio. Ma questi spunti narrativi sono inseriti in mezzo a un mare di futilità che non fanno che distogliere l'attenzione da quello che forse doveva essere davvero importante. Avrei preferito capirci un po' più chiaro in mezzo a tutti gli inquietanti misteri vissuti dal protagonista, che non conoscere a menadito i suoi menù, il contenuto delle sue buste della spesa e le sue ore di sonno.
Sono abituata al Murakami dei finali aperti, ma qui sembra proprio che nulla di quello che inserisce abbia un effettivo riscontro in quello che voleva costruire con questa storia. Tutti gli elementi inseriti nelle seicento pagine precedenti allo snodo finale, sebbene sembrasse avessero un certo peso, non hanno seguito, nessuno sviluppo, nessuna utilità. Niente viene risolto, nessun mistero trova risposta. Chi era Menshiki e cosa significa quello che dice il Commendatore a Marie riguardo a lui? Qual era il grande mistero celato nel passato di Amada? Perché era stato dipinto quel quadro? In che modo il viaggio del protagonista era collegato alla liberazione di Marie? Nulla di tutto questo ha una risposta, è il risultato è piuttosto frustrante: sembra di aver sprecato molte ore per nulla. Perché è questo che lascia, alla fine, il libro: nulla cosmico. Vuoto totale.

logolepsy_e's review against another edition

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3.0

Un umo, pittore ritrattista, vede la sua routine spezzata e la sua vita sconvolta. Così, decide di partire per un viaggio per schiarirsi le idee e trovare una nuova direzione, al termine del quale lo vediamo approdare in una casa appartenuta a un famoso pittore ora affetto da demenza. Sarà in questa casa che il nostro uomo senza nome farà nuove scoperte, conoscenze e incontri, tutti interessanti e alcuni anche inspiegabili, inquietanti e molto curiosi.

Aspettavo questo romanzo da un po'. Dopo aver finito 1q84, non avevo più preso in mano Murakami, nonostante la volontà di recuperare qualche suo vecchio capolavoro che ancora non avevo letto. Sentivo forse il timore di non trovare niente di ugualmente epico o di paragonabile a quella mastodontica trilogia che mi aveva rapita. Con l'arrivo di questa nuova uscita, però, probabilmente grazie a tutto l'hype che le è stata costruita intorno, ho di nuovo sentito quella spinta verso questo autore giapponese per cui nutro una sorta di difficile sentimento di amore/odio (amore per i suoi scritti, odio per i suoi finali).
Le mie aspettative sono state in parte deluse, tuttavia credo di essere l'unica al mondo a non aver apprezzato in pieno quest'opera.

Mi riservo ovviamente di leggere la seconda parte prima di giudicare del tutto, ma per ora questo primo capitolo non mi ha convinta.
Si incontrano molti dei temi cari a Murakami, quasi fosse una dichiarata e volontaria summa delle sue opere, ma personalmente quello che non ho trovato qua dentro è la sostanza. La commistione dei due mondi di Murakami, quello realistico/introspettivo e quello surreale/del sogno, personalmente non mi convince, perché entrambi mancano di spessore. Le parti in cui il nostro protagonista è da solo a riflettere mancano di carattere e di contenuto, mi sono personalmente sembrate spesso dei lunghi elenchi di azioni quotidiane noiosissime (non mi interessa a che ora ti svegli alla mattina e cosa mangi per colazione, insomma) senza l'introspezione che ci si dovrebbe trovare. I ragionamenti del protagonista mi sono sembrati spesso piatti, superficiali e un po' vuoti.
Anche l'affiorare dell'idea del titolo, in linea teorica è un bel momento, ma anche lì, un po' troppo buttato a caso nella storia e, per ora, piuttosto svuotato di ogni scopo e significato. Ma qui, nutro profonde speranze in uno sviluppo e un approfondimento nel capitolo successivo.
L'unico personaggio incisivo e degno di nota, al momento, è Menshiki, questo Gatsby giapponese dalla personalità forte, ma enigmatico e chiaramente pieno di segreti, che sembra essere l'unico a fare qualcosa di utile nel romanzo. E' lui, insomma, a tirare le fila della storia, quasi letteralmente, come un marionettista che fa muovere i personaggi intorno a lui secondo la sua volontà. Menshiki è l'unico personaggio di cui davvero mi importi di scoprire gli sviluppi.
Il problema più grande che personalmente ci ho trovato è lo sviluppo incredibilmente lento della storia. Sembra che nella narrazione non accada assolutamente nulla, se non due o tre avvenimenti chiave. Avvenimenti che però accadono con una lentezza strabiliante e a tratti con piattezza. Sinceramente, a leggere la quarta di copertina si viene a conoscenza delle stesse cose e ci si perde decisamente meno tempo (e meno male che come al solito non l'ho letta prima di iniziare il romanzo!).
Questo volume, comunque, si fa leggere. Mi ha preso molto tempo, ma non l'ho abbandonato perché resta il fatto che Murakami sa scrivere, e anche bene. In alcuni tratti mi sono sentita molto coinvolta; la scoperta della campanella nel bosco, per esempio, mi ha messo addosso una buona dose di inquietudine, segno che la scrittura di questo autore ha comunque sempre una sua incisività non indifferente. E andare avanti mi incuriosiva, volevo sapere come procedeva la storia e lo voglio tuttora, infatti leggerò sicuramente il secondo libro. Solo, mi aspettavo qualcosa in più.

Insomma, per me questo primo capitolo è un po' una delusione, ed è un gran peccato. Ma in ogni caso, rimando il giudizio finale a dopo la lettura del secondo capitolo.

raconteurs's review against another edition

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4.0

Der erste Teil gefällt mir bislang sehr gut, ein Urteil möchte ich aber erst abgeben wenn ich das ganze Buch gelesen hat. Warum man das Buch in zwei Teile geteilt hat will mir nicht in den Sinn (außer natürlich aus wirtschaftlichen Gründen). Aus künstlerischer Sicht macht es für mich (zumidnest zu diesem Zeitpunkt) gar keinen Sinn. Schade dass man diese Praxis mittlerweile übernommen hat.

ifollowedthatrabbit's review against another edition

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4.0

“Instead of a stable truth, I choose unstable possibilities. I choose to surrender myself to that instability.”

The protagonist, a portrait painter in his mid-thirties, has been recently left by his wife, therefore he starts a journey with no fixed destination. He just drives to the north of Japan. One day, after more than a month on the road, he decides to come back to Tokyo and talks to his best friend about his situation. He offers him his father’s house in the mountains. His father is a famous artist who now has dementia and lives in a nursing home.

Once the protagonist moves into Amada’s house, his life changes significantly due to the people he meets and the place he is living in. This will be reflected in his painting too. He used to paint portraits for a living, but he didn’t feel he could really express himself doing that, so the first thing he does after his separation is leaving his job. Although, he never thought he would find himself by painting portraits again. Someone wants him to paint his portrait and he’s willing to pay well. The condition is that he must pose for the portrait. This is how the protagonist meets the mysterious Wataru Menshiki. Then, a series of surreal events begin to develop. The discovery of a painting hid in the attic, Killing Commendatore by Tomohiko Amada, the mystical sound of a bell that comes from a hidden hole near the house and a perspicacious 13-years-old teenager are just some of the curious events and people present in this story.

ilikemywhiskysweet's review against another edition

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2.0

Tengo una complicada relación con Haruki Murakami, nunca sé descifrar si sus obras me dejan anonadada o fastidiada. No intento leerlo adrede pero por alguna razón siempre termino con uno de sus libros en las manos y caigo en cuenta sobre quien lo escribió hasta que a estoy al final de este. Culpa mía en realidad ya debería haber descifrado que la incesante mención de senos y sexo en los contextos más aleatorios es producto de su pluma.

Conseguí el segundo libro en una feria a un precio módico, no me percate que era un "segundo libro" en todo sentido; no una segunda historia, un segundo tomo que continua el primero como si este nunca hubiera acabado. Quizá así deberían empezar todos los libros, siguiendo un historia previamente contada, como si entendieran que esa historia que desconoces ya ha sido dicha, como conocer a alguien por primera vez; sabes que tienen toda una vida antes de ti y es una historia que probablemente no llegues a conocer del todo de no ser por retazos que saltan de aquí y allá.

En todo caso leerlo de esa manera me ha resultado bien al comienzo, hasta que por mis propias circunstancias me ha hastiado el surrealismo, no podía comprender la metáfora que Murakami planteaba ¿Es acaso el agujero una metáfora para los miedos, la soledad, la nostalgia, el resentimiento, la angustia, o catarsis para todo aquello de lo que no queremos hablar? Libertad.
Mientras leía no he podido evitar pensar en "El niño y la garza" (Realizar esta cliché comparación es el más claro ejemplo de lo ignorante que soy respecto a literatura/cinematografía japonesa) Un agujero en el bosque que llama incesante al protagonista (Desconozco que tan recuente es esta trama en el lore japonés) pensando en ello es que resolví entenderlo como un viaje metafórico hacia el interior, el enfrentamiento de nuestra mente, deseos y la realidad ayuda a sobrellevar con una mirado fresca y optimismo.

2 estrellas, le pondría 3 pero me producido cierta aversión la insistencia de comparar la belleza de una mujer adulta con la de una adolescente, y la constante mención de su pecho.